Cinque cerchi e una stella. Shaul Ladany, da Bergen-Belsen a Monaco ’72
- Autore: Andrea Schiavon
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Add editore
- Anno di pubblicazione: 2018
Andrea Schiavon, giornalista di “Tuttosport”, ha scritto Cinque cerchi e una stella. Shaul Ladany, da Bergen-Belsen a Monaco ‘72 (Add Editore, 2018) per narrare la straordinaria vicenda umana e sportiva del marciatore israeliano che è riuscito a sopravvivere ai campi di concentramento nazisti e all’attentato terroristico al villaggio olimpico di Monaco nel settembre 1972.
Per scrivere questo libro, vincitore del Premio Bancarella Sport, l’autore non si è “limitato” a un’approfondita ricerca e analisi delle informazioni utili a ricostruire la vita di Shaul Ladany, ma è riuscito a incontrare e intervistare l’atleta israeliano. Di conseguenza nello sviluppo del racconto le puntuali e attente ricostruzioni dell’autore si alternano alle testimonianze, in prima persona e davvero coinvolgenti, del protagonista.
Il punto di partenza della narrazione è rappresentato dall’attentato avvenuto durante le Olimpiadi di Monaco del 1972, con l’assalto dei terroristi palestinesi di Settembre Nero agli alloggi di Israele che si concluse in modo tragico, con la morte di tutti gli 11 atleti presi in ostaggio. Shaul Ladany, rocambolescamente, era riuscito a mettersi in salvo: pochi giorni prima aveva gareggiato, a 36 anni, nella 50 km di marcia.
Shaul già a cinque anni, quando a Belgrado stava felicemente crescendo in una benestante famiglia ebrea di origini ungheresi, aveva dovuto affrontare il dramma della guerra. Nel 1941 ci fu l’invasione tedesca della Jugoslavia e i Ladany dovettero fuggire. Trovarono rifugio a Budapest, ma da qui furono deportati nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, in cui vissero da luglio a dicembre del 1944, e da cui riuscirono a fuggire solo pagando ai nazisti il viaggio della libertà verso la Svizzera.
Finita la guerra la famiglia Ladany decise di andare a vivere nel nuovo Stato di Israele. Qui i giovani dovevano prestare lunghi periodi di servizio militare per difendere il loro Paese. Ed è proprio in questo contesto che Shaul sviluppò la passione per la corsa sulle lunghe distanze e capì di essere portato per la marcia. Si mise in evidenza nelle gare militari e presto divenne il più forte marciatore d’Israele. Riuscì a conciliare l’attività agonistica con una prestigiosa carriera accademica in ingegneria e con gli impegni portati dalla nuova famiglia che formò.
Vivendo per lunghi periodi negli Stati Uniti, Ladany ebbe modo di perfezionare i suoi metodi di allenamento e questo lo aiutò a ottenere grandi risultati come la vittoria del Campionato mondiale dei 100 km di marcia a Lugano nel 1972, i successi alla Londra-Brighton (gara di 85 km) nel 1971 e nel 1973, anno in cui, nella città di Columbia, realizzò l’impresa di marciare 100 miglia di seguito, facendo 400 giri di pista, in meno di 20 ore. La soddisfazione più grande fu però rappresentare il suo Paese alle Olimpiadi di Città del Messico 1968 e Monaco 1972, anche se per marciare indossava semplicemente una canotta bianca su cui aveva scritto “Israel” con una penna blu.
Con il passare degli anni Shaul Ladany non ha mai smesso di marciare, per mettersi alle spalle le difficoltà e inseguire sempre nuovi traguardi, con la consapevolezza che “i chilometri aggiungano qualcosa alla vita” e “ogni giorno contribuisca a rendere la strada più interessante”.
Cinque cerchi e una stella. Shaul Ladany, da Bergen-Belsen a Monaco '72
Amazon.it: 9,40 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Cinque cerchi e una stella. Shaul Ladany, da Bergen-Belsen a Monaco ’72
Lascia il tuo commento