Chiamami così. Normalità, diversità e tutte le parole nel mezzo
- Autore: Vera Gheno
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
Vera Gheno ha deciso di fare la linguista, tra le altre cose, per dare una mano ai distratti che trovano parole nuove. Con questo spirito ha scritto Chiamami così. Normalità, diversità e tutte le parole nel mezzo (Il Margine edizioni, 2022, presentazione di Fabrizio Acanfora).
L’autrice lo scrive esplicitamente: più andiamo avanti con l’età e più ci danno fastidio le parole nuove, i fatti e le idee. Ma il linguaggio e le parole, per dire, ora devono tenere conto della complessità del reale. Diversità, inclusività, xenofobia sono parole che ora usiamo abitualmente, ma di cui negli anni Novanta del secolo scorso a malapena si capiva l’importanza. L’autrice mette sempre al primo posto l’istruzione pubblica, dove bisogna studiare sul serio perché le furbizie attecchiscano sempre meno. La studiosa scrive
Perché, ricordiamocelo: la lingua, e la società, si cambiano da dentro e dal basso, a partire dai nostri costumi - linguistici e sociali - individuali.
E seleziona parole come in un vocabolario: l’identità di genere, l’orientamento sessuale, l’etnia, la religione, la disabilità, la neuro diversità, il corpo, l’età, il carattere, i soldi.
Se uno pensa che bisogna stare attenti con le parole è perché, ad esempio, l’orientamento sessuale porta in sé le discriminazioni: la transfobia, l’omofobia, la bifobia, la lesbofobia. La bifobia, ad esempio, è l’avversione verso una persona bisessuale, che ama gli uomini e le donne allo stesso modo. Perché provare avversione? Forse perché ha una preferenza ma non lo dice nemmeno a sé stesso?
Torniamo all’inizio, a un mondo complesso e globalizzato. Non essere razzista è un buon punto di partenza. Ma se vivi a Prato, dove i cinesi sono la maggioranza, potresti diventare malato di sinofobia con una forte carica di aggressività verso tutti gli orientali. E l’ageismo, discriminazione per chi è stato bello/a e di successo e ora sta invecchiando e in ogni caso una persona "vecchia"; e di Vera Gheno scrive che ha quarantasei anni ed è una "giovane ricercatrice", ma non è un complimento, è un modo per ridurre le competenze.
Invece il body shaming riguarda la cura del corpo. Un uomo con la pancetta può essere simpatico, ma se sono un grasso o una donna a essere con dei chili di troppo dà fastidio, è impresentabile, meglio anoressici, piaga che non riguarda solo le ragazze ormai ma anche i ragazzi.
E c’è il disprezzo per le persone povere, che cercano di sopravvivere con i servizi sociali. Sono persone inutili, che recano solo imbarazzo. E poi ancora c’è l’androcentrismo o meglio c’era, prima degli anticoncezionali, dove alcune donne dovevano badare a famiglie di dodici figli. Un grande affetto tra Alessandro Manzoni e la sua prima moglie, Enrichetta Blondel, che da sposata ebbe più di dieci figli, e tanti aborti spontanei, fino a morirne.
I personaggi comici televisivi si lamentano perché non si può più dire nulla nei programmi per far ridere. Le battute vengono cancellate o si finisce sui giornali. La studiosa Vera Gheno replica che passano ancora battute omofobe per una satira vivace e offensiva. In realtà, il cambiamento dei costumi, le nuove parole e il politicamente corretto cercano di tenere a bada "la volgarità intrinseca" di certi programmi come i reality, dove persone più o meno famose non fanno grandi sforzi per parlare in modo più acconcio. Anche perché semplificare dicendo "per me siamo tutti uguali" nasconde un’insidia, in buona sostanza le diversità vanno nominate bene, devono acquisire concretezza. L’autrice scrive:
Noi esseri umani abbiamo bisogno di organizzare l’esperienza cognitiva tramite le parole: abbiamo bisogno di nominare la realtà per poterla rendere raccontabile, per poterne parlare. Chi non viene nominato in una società basata sul lógos, sulla capacità del linguaggio, non esiste.
E torna di nuovo a insistere sull’importanza della scuola, perché i bambini e le bambine sono più permeabili, più ricettivi sulle differenze. Una volta diventati grandi diventiamo degli zucconi, dei testardi. E anche leggere questo smilzo libro diventa un’impresa.
Chiamami così. Normalità, diversità e tutte le parole nel mezzo
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