Bullismo e cyberbullismo
- Autore: Alessandro Meluzzi
- Genere: Psicologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2015
Bullismo e cyberbullismo di Alessandro Meluzzi è un testo illuminante, un saggio che si legge con estrema facilità, grazie al linguaggio piano e scorrevole con lui l’autore ci presenta il grave problema che dà il titolo al libro: non solo bullismo, ma addirittura cyberbullismo.
Meluzzi, che è psichiatra e psicoterapeuta, esperto di problematiche della famiglia e della persona, esamina il difficile e controverso comportamento di quelli che definiamo "bulli" e ci porta a capire, attraverso spiegazioni chiare ed esempi, come dietro l’atteggiamento di sfida e di violenza si celi una estrema fragilità e un disperato bisogno di conferma d’amore e di accettazione.
Il fenomeno del "bullismo" non è certamente nuovo nella nostra società, ma lo è il cyberbullismo, in un mondo dove l’apparire è più importante dell’essere, dove la visibilità in un mondo virtuale e l’apprezzamento tramite il tasto "like" è più importante della vita reale, un mondo dove il virtuale conta più del reale: quando si arriva al punto di riprendere con il cellulare atti di violenza fisica o di teppismo e poi metterli in rete, portando i protagonisti alla ribalta di una platea che conta migliaia di utenti, è chiaro che il problema cambia, il problema diventa di sopravvivenza reale.
E qui ci confrontiamo con gli enormi cambiamenti che sono intervenuti nella nostra società, queste famiglie che scoppiano dopo pochi anni, lasciando i figli a far fronte a un’incapacità di relazione che li accompagnerà con nostalgia per tutta la vita, portandoli a ricercare il loro proprio esclusivo benessere senza mai entrare in empatia con l’altra persona.
L’autore prende poi in esame altri aspetti del "bullismo", che per lui sono assolutamente equiparabili, cioè la baby prostituzione e lo stalking, definiti semplicemente un’altra faccia dello stesso problema e cioè l’incapacità della persona di sapersi proiettare in un futuro che non sia solamente di esclusivo appagamento dei propri bisogni personali.
Meluzzi ritiene che solamente un’alta visione religiosa della vita possa davvero aiutarci e aiutare in primo luogo le persone che sono deputate ad occuparsi di bambini e adolescenti, genitori ed educatori, ad essere presenti e autorevoli nel loro ruolo, che consiste nel mettersi a fianco e certo non nel prevaricare e imporre regole che non vengono né ascoltate né comprese, ma spesso semplicemente ignorate o non rispettate.
I genitori, che non hanno più l’aiuto e il sostegno della famiglia allargata di una volta, dovranno rendersi conto che non si possono fare figli per autoaffermazione, perché poi i bambini sono presenti, richiedono energia, impegno, ascolto, sacrificio e non si possono mettere davanti alla televisione oppure davanti a un computer perché poi, nel vuoto di presenza genitoriale, si inseriranno altri soggetti e non tutti buoni.
Meluzzi rimarca come le ultime generazioni di genitori siano rimaste bloccate in un’adolescenza eterna, in cui ci si dibatte per cercare di affermarsi, di vivere esperienze esaltanti, di essere sempre innamorati, in una ricerca affannosa di emozioni forti che possano riempire il vuoto affettivo: come se i genitori fossero ancora bambini che vogliono essere intrattenuti ed amati e rassicurati, quando sono loro stessi genitori che devono farsi carico di questi impegni nei confronti dei loro figli.
In questa confusione di ruoli, in una società che privilegia l’individuo e la sua personale felicità anche a scapito dell’altro, dove i valori portanti sono la ricchezza, lo status quo e l’apparenza, dove non si ha mai tempo per l’ascolto e la rassicurazione, Meluzzi insiste nel ritorno a valori forti, importanti, che possano dare un senso alla vita che, altrimenti, è solo un baratro di noia e indifferenza.
Soprattutto, non è con le parole che risolveremo questi problemi: i ragazzi non sono attenti a cosa gli adulti dicono, sono spasmodicamente attenti a ciò che gli adulti fanno, poiché in un buon processo educativo l’unica cosa che conta è l’esempio, per cui bisogna che gli adulti sappiano testimoniare con la loro vita i valori in cui credono.
"Da sempre esiste una domanda di senso che va colmata non nell’ordinarietà della vita, ma nella sua straordinarietà: nei giovani e negli adolescenti c’è un sano bisogno di fare esperienze eccezionali. Ma non a tutti è dato un percorso eccezionale, tante altre persone vivono un percorso normale, quotidiano: ma la più grande delle eccezionalità quotidiane è poter vivere pienamente il proprio presente".
Bullismo e cyberbullismo
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