Artificial you. L’intelligenza artificiale e il futuro della tua mente
- Autore: Susan Schneider
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Il Saggiatore
- Anno di pubblicazione: 2020
Cosa saremo, se ancora saremo, con l’affermarsi esponenziale delle intelligenze artificiali? Probabilmente una specie ibridata col post-biologico, transumani dalla coscienza sintetica destinati a sconfiggere morte e malattie attraverso tecniche di criogenesi (ibernazione post-mortem). O se la prospettiva vi piace di più, para-progenie intrinseca alla nuova metafisica dei software. Al focus del passato analogico, se il presente appare già fantascienza realizzata il futuro si prospetta come iper-realtà da micro-chip cerebrali, algoritmi, assistenti virtuali, macchine intelligenti, pass di controllo, back up digitali della personalità. E popolato da androidi coscienti alla Blade Runner come specie aggiuntiva alla specie umana.
Artificial you. L’intelligenza artificiale e il futuro della tua mente (il Saggiatore, 2020. Traduzione di Giovanni Malafarina) è il saggio con cui la filosofa Susan Schneider indaga l’argomento. Accademico quel che basta per assegnare connotati scientifici alla trattazione, il testo si spende fra teoria e prassi del dibattito su I.A. e ricadute socio-ontologiche plausibili: un occhio all’etica scientifica ormai agli sgoccioli, uno al transumanesimo prossimo venturo, corredando l’acutezza filosofica con esempi o ipotesi di virtualità realizzata e/o a un passo dal realizzarsi.
Ho letto Artificial you con il fiato sospeso e un filo di angoscia. L’aspetto più inquietante del testo risale infatti all’ammontare esistenziale della posta in gioco. Con esattezza chirurgica e l’autorevolezza solenne di una Cassandra illuminata dalla ricerca, Susan Schneider conduce il lettore negli ambiti speculativi che le sono propri (l’autrice insegna Filosofia della mente e Filosofia delle scienze cognitive all’università), concentrandosi sugli aspetti etici delle nuove tecnologie, e sui modi attraverso cui possono giungere a mutare radicalmente finanche il concetto di "essere umano".
La seconda argomentazione di questo libro è che se non si mediterà a sufficienza sulle implicazioni filosofiche dell’intelligenza artificiale le conseguenze potrebbero portare alla nostra scomparsa come esseri coscienti. Se non stiamo attenti, difatti, potremmo subire una o più concretizzazioni malevoli della tecnologia I:A:, ossia trovarci in situazioni nelle quali l’I.A. anziché semplificarci la vita ci procura sofferenza o addirittura morte, o ci porta allo sfruttamento di altri esseri coscienti (…)
Le concretizzazioni malevoli che ho in mente rientrano generalmente in uno dei seguenti tipi: 1) situazioni sottovalutate che coinvolgono la creazione di macchine coscienti e 2) scenari che riguardano il potenziamento radicale del cervello, come quello di cui si usufruisce all’ipotetico Centro per la Progettazione della Mente.
Appare insomma evidente - e non certo da ora - come l’incremento spasmodico delle tecnologie digitali comporti per controindicazione il rischio dell’alienazione dal senso e dal concetto di identità umana (cioè l’insieme fondante di specificità che rendono la persona inconfondibile). L’aspetto ancora più sconcertante è che ciò avvenga nell’indifferenza (se non addirittura con l’entusiasmo) dei più.
Tra scenari artificiali del presente e ipotesi sulla scia di futuri prossimi venturi, Artificial you traccia dunque il diagramma delle sfide esaltanti e dei pericoli sottesi al grande azzardo: implicare mente e coscienza nei giochi pericolosi legati al post-biologico, fine sotteso alle progettualità di intelligenze artificiali.
A sostegno del climax meditativo che in Blade Runner fissa il cacciatore di androidi in una gara da ultime parole famose con l’androide-ribelle, Deckard (il poliziotto) rintraccia proprio nella medesimezza (pur se indotta) dell’androide, il senso ontologico di quella ribellione:
Io non so perché mi salvò la vita, forse in quegli ultimi momenti amava la vita più di quanto l’avesse mai amata…non solo la sua vita: la vita di chiunque, la mia vita…Tutto ciò che volevano erano le risposte che noi tutti vogliamo: da dove vengo? Dove vado? Quanto mi resta ancora? Non ho potuto far altro che restare lì e guardarlo morire.
Ci sarebbe di che riflettere, come dopo l’attenta lettura di Artificial you che raccomando con convinzione.
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