Aqua Mirabilis. La straordinaria storia dell’invenzione del profumo
- Autore: Eleonora Recalcati
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
“La straordinaria storia dell’invenzione del profumo” è il sottotitolo di Aqua mirabilis (Rizzoli, 2024) di Eleonora Recalcati, che narra la vera storia della mitica “Eau de Cologne”.
Santa Maria Maggiore, Val Vigezzo. Piemonte.1692
“Le piccole dita di Giovanni esploravano le insenature della buccia grinzosa verde acceso di un frutto bizzarro mai visto prima”.
Assomigliava ai limoni e alle arance, che aveva sbirciato una volta dal cancello semichiuso di un giardino sul Lago Maggiore, ma ci assomigliava solo da lontano come un parente di secondo grado.
L’intelligente bambino, d’istinto, con l’unghia aveva tentato di scalfire la buccia per sentire meglio l’odore, che si preannunciava intenso, inebriante. Però il cugino Paolo, un giovane dagli occhi color sottobosco e dai riccioli rossi, gli aveva strappato il frutto di mano.
“Lo dicevo io che sei l’unico sveglio in questo posto, anche se sei solo un marmocchio. Hai capito subito dove sta il tesoro. Ma adesso basta, è prezioso, non sai quanto l’ho pagato.”
Il bambino incuriosito gli aveva domandato il nome. Paolo gli aveva risposto che si chiamava “bergamotto”, un frutto nuovo.
Nessuno sapeva com’era nato: un giorno un contadino calabrese si era trovato quest’albero nel suo agrumeto, e il fatto più assurdo è che se piantava uno dei semi che conteneva, non nasce quel frutto… ma un arancio!
Giovanni Farina era molto affezionato al cugino specialmente affascinato dall’odore che emanava: aveva addosso il profumo dei boschi, un vago aroma balsamico, di erbe sminuzzate. Giovanni non lo sapeva ancora ma, forse, se aveva scelto Paolo come ispirazione, era proprio per via del suo profumo. Nel suo laboratorio rudimentale, con ampolle, fiale e persino un paio di alambicchi, il bambino trascorreva molto tempo ad aiutare Paolo a creare gli elisir e i tonici con cui si augurava di avere successo.
“Era il suo rifugio, il suo luogo preferito nel mondo”.
Un apprendistato che, in futuro, si sarebbe rivelato utilissimo.
L’autrice in una nota alla fine del volume svela:
“L’elegante palazzo sull’Obenmarspforten, nel cuore di Colonia, dove nel 1723 Giovanni sposta la sede della sua Maison, ospita oggi il Museo del Profumo di Casa Farina. Quando ho deciso di raccontare questa storia l’ho visitato, seguendo la guida nel seminterrato che ospita ancora il grande tavolo, dove Giovanni siglava le sue lettere, gli antichi alambicchi di rame e le boccette di diversa foggia, con l’immancabile tulipano rosso, che negli ultimi trecentoquindici anni hanno ospitato l’Eau de Cologne Farina. Ancora oggi, un discendente della famiglia di ottava generazione, Johann Maria Farina, oltre a custodire la memoria nel museo, continua a produrre lo stesso profumo dei suoi avi”.
Lasciamoci inebriare da una famosa Eau de Cologne, delicata ed elegante, che rende le donne più affascinanti e indimenticabili. Ancora una volta il grande ingegno italiano crea un prodotto meraviglioso destinato a durare nel tempo.
Un plauso alla scrittrice, che con una bella prosa racconta quanto lavoro, fatica e impegno ci sia dietro una preziosa e magica bottiglietta di profumo.
“Il potere dei profumi si fonda sulla capacità di restaurare l’unità perduta, la nostra relazione con il mondo” - Hélène Faivre.
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