A molti giorni da ieri di Elena Mearini

Elena Mearini ha già all’attivo molti scritti, romanzi brevi e poesie che si incuneano nelle parole narrative. Leggere A molti giorni da ieri (Marco Saya edizioni, 2024), la sua ultima opera, è come tornare a casa dopo un lungo viaggio.

La Mearini non lascia il lettore abbacchiato e triste di proposito. Ci sono anche spilli di pura felicità, basta leggere le poesie più volte. In quasi tutti i componimenti ci sono parole che ricordano la nostra fragilità mortale, perché nella Genesi troviamo:

Ricorda uomo, che polvere sei e polvere ritornerai.

L’autrice allora si attacca alla terra e la poesia si fa materia. In quasi tutte le poesie ci sono le parole muro, terra, ceneri, fango, malta, cemento, pietra, ruggine.
Tutto le parole vanno via con il vento, serve la pietra a fermarle. La Mearini ha un laboratorio-scuola di poesia e scrittura, e quando legge lei quello che ha prodotto, c’è la volontà di rimanere sulla terra a lungo. Né la vecchiezza lontana, né torri di avorio. Sono qui e mi vedete. Quindi nessun snobismo nei confronti dei social, usa sapientemente quelli più famosi, perché la poesia va detta e vista. Come quella dal titolo Quali volti:

Quali volti / poveri volti / arresi dalle mani del nulla / buttati come sacchi di iuta / sulle immobili spalle - tu cercavi la faccia di lei / tra i solchi del del selciato / i lineamenti di lana infeltrita - / a testa bassa avanzavi / scambiando i sassi / per occhi non ancora arresi / la pietra liscia volevi / un’iride levigata dal destino.

In un solo componimento ben due parole da aggiungere alle altre già scritte : selciato e sassi.
Una scrittura materica, minerale, fatta di pietra e di sassi, appunto, dove c’è anche la presenza di un’altra, di un altro, anche se i sentimenti tra umani sono aggrovigliati e confusi. Scrittrice o amica, la Mearini ha bisogno di persone intorno a lei, che le diano conforto e visibilità.