Corpo a corpo
- Autore: Elena Mearini
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Corpo a corpo, ultima prova narrativa di Elena Mearini (Arkadia, 2023), è un romanzo breve ma complesso.
Complesso perché fra Stefano, insegnante di Lettere, la giovanissima Marta e la sorella di lei, Ada, i rapporti sono intricati, ambigui.
La storia è cupa, notturna, pervasa da una violenza a volte sottile, a volte esplosiva.
Sono anni che Marta e io ci iniettiamo bugie tossiche nel sangue, mi sono mosso tardi e adesso siamo morti in due.
Questo è ciò che pensa Stefano, voce narrante principale che dalle prime righe ci catapulta nella scena della morte di Marta, come in un film che nella sequenza iniziale presenta una sciagura e una fuga.
La storia è costruita come un incontro di boxe che procede a ritroso, partendo dal ko finale per risalire alle radici di una spirale che si avvita round dopo round, errore dopo errore.
La seconda voce narrante è, in modo indiretto, quella della stessa Marta: il suo punto di vista emerge, con una carica di rabbia fredda, desolata, dalle pagine di un diario che Stefano legge insieme a Mario, suo maestro di boxe di quando era ragazzino e punto di riferimento importante nella sua vita segnata dall’inconsistena delle figure genitoriali. Nelle riflessioni che Marta ha lasciato dietro di sé, come un oscuro testamento, campeggia la sorella Ada con il suo indecifrabile destino.
Una storia di contrasti, di buio e luce che si alternano, di amore e odio che si mescolano, di ammirazione e invidia che innervano relazioni in cui un’apparente vicinanza nasconde una profondissima, insuperabile distanza.
Stefano e Marta hanno in comune un vissuto di perdita, di lutti non accettati. Costruendo una trama di misteri e menzogne l’autrice ci conduce per mano ad addentrarci in una sorta di foresta delle fiabe per bambini, sulle tracce del passato disseminate nel diario di Marta: dialoghi e fatti minuti del quotidiano analizzati impietosamente, vecchie foto a immortalare momenti che appaiono significativi solo a chi li ha vissuti.
La boxe, che lega Mario, Stefano, Ada e Marta in una rete di rapporti fra chi insegna e chi impara, diventa metafora dell’esistenza e dei suoi colpi bassi, delle svolte imprevedibili che sul ring della vita possono significare salvezza o perdizione.
Così, per esempio, Stefano descrive il suo mentore:
È rimasto fuori dal tempo, Mario, oppure è il tempo che a un certo punto ha deciso di non farlo più entrare nel girone degli errori. Può essere che gli abbia concesso quella grazia che spetta a chi riconosce nell’avversario una forza imbattibile, e allora si leva i guantoni, gli stringe la mano e abbandona il ring.
Marta e Stefano si immergono in un gioco malato di specchi in cui ognuno mette in campo le sue colpe e i suoi rimorsi:
Ci siamo scambiati i peccati in ginocchio, come se fossimo l’uno il dio dell’altro. È così che due anime si inchiodano. Da quel momento non riuscimmo più a staccarci, c’era il bisogno di passare insieme tutto il tempo possibile, la smania di vicinanza prese il sopravvento su bene e male, giusto e sbagliato.
Uno dopo l’altro, i veli che nascondevano verità atroci cadono e al dodicesimo round anche gli aspetti più misteriosi della vicenda vengono alla luce in un imprevedibile colpo di scena finale.
Corpo a corpo
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