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Recensioni di libri

’45 di Maurizio A. C. Quarello

Orecchio Acerbo, 2017 - Nel Nord Italia, era ancora un inverno di guerra mentre si attendeva l’arrivo degli Alleati. Era notte e Maria nel suo letto non riusciva a prendere sonno, perché pensava al figlio e al marito lontani, impegnati nel conflitto.

Antonella Stoppini
Antonella Stoppini Pubblicato il 25-04-2017

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'45

’45

  • Autore: Maurizio A. C. Quarello
  • Genere: Fumetti e Graphic Novel
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Orecchio Acerbo
  • Anno di pubblicazione: 2017

“’45” (Orecchio Acerbo 2017) è la prima graphic novel dell’illustratore torinese Maurizio A. C. Quarello, una storia di sole immagini, che narra l’ultimo anno della II Guerra Mondiale per meglio imprimere nella memoria e condividere racconti orali. Maurizio A. C. Quarello, nato a Torino nel 1974, si è dedicato all’illustrazione per l’infanzia dal 2004, anno nel quale ha ottenuto il Prix des Mediateurs Figures Futur al Salon de Montreuil e tre primi premi a concorsi nazionali. Dal 2005 a oggi ha pubblicato oltre trenta titoli ricevendo per i suoi libri quattro volte il premio per il migliore albo pubblicato in Italia.

Nel Nord Italia, era ancora un inverno di guerra mentre si attendeva l’arrivo degli Alleati. Era notte e Maria nel suo letto non riusciva a prendere sonno, perché pensava al figlio e al marito lontani, impegnati in un conflitto che sembrava non avere mai fine. Non lontano dal casolare della donna le bande partigiane combattevano i tedeschi e i repubblichini arruolati nella Repubblica di Salò per restituire al loro Paese l’agognata libertà. Un giorno il marito era tornato a casa ferito al braccio in uno scontro a fuoco con i nazisti, accolto con un caldo abbraccio di benvenuto della moglie Maria, che l’aveva medicato e rifocillato ma all’improvviso si erano presentati due soldati tedeschi. Il marito svelto si era rifugiato nel solaio, prima che Maria aprisse l’uscio. I militi della Wehrmacht erano in cerca di cibo e Maria, comunicando a gesti, li aveva invitati a entrare per offrir loro una calda omelette. La donna, prima di mettersi ai fornelli, era riuscita a nascondere in un secchio pieno di mangime per le galline, la pistola del marito. Un caffè e alcune fette di pane nero avevano completato il pranzo cui i soldati avevano aggiunto una sigaretta. Uno dei due era rimasto incuriosito da una foto del figlio di Maria che lo ritraeva vestito da alpino. Il giovane aveva fatto la dura campagna di Russia. La donna aveva preso dalla madia un pezzo di pane e lo aveva regalato ai soldati prima del loro commiato. Rimasta sola Maria si era messa a guardare la fotografia che la ritraeva con il figlio, chiedendosi se sarebbe tornato presto a casa. La neve ricopriva i campi e l’inverno ancora imperversava mentre Maria e il marito si dedicavano alla cura degli animali e della fattoria. La bella stagione si era presentata con il primo disgelo e le gemme sugli alberi. Nel vicino paese gli italiani combattevano una guerra fratricida, ritenendo di essere entrambi nel giusto. Un gruppo di partigiani era riuscito a liberare dal carcere alcuni reclusi. La liberazione stava per arrivare e il marito di Maria, inforcata la bicicletta, si recava a

“conquistare la rossa primavera dove sorge il sol dell’avvenir”.

Un testo, che Quarello dedica ai nonni, Maria e Maurizio, ispirato ai loro ricordi, dalle immagini coinvolgenti per fare rivivere specialmente alle generazioni più giovani, l’importanza del 25 aprile, Festa della Liberazione, giorno fondativo della nostra Repubblica. La minuta storia di Maria, che è quella dei nostri nonni, s’intreccia a quella più grande della guerra in un finale di riscatto e affrancamento.

“Fischia il vento e infuria la bufera, scarpe rotte e pur bisogna andar”.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: ’45

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