1064 Pignerol
- Autore: Alberto Busca
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
Pinarolium, pineta: è così che viene indicata in un editto imperiale del 981 quella che diventerà la città più bella del Piemonte, a detta del ligure Edmondo De Amicis, scrittore sabaudo d’elezione. Pinerolo, quindi, comune di 35mila residenti nell’area metropolitana torinese, a sud del torrente Chisone, Pinareul in piemontese, Pinairòl in occitano, Pignerol in francese. Anche Pignarolum, in un documento nel 1081, tiene a far sapere il pinerolese Alberto Busca, autore nel dicembre 2021 di un’historical fiction sulle origini dell’abitato della Valchiusa, 1064 Pignerol. Romanzo storico ambientato nel Pinerolese dell’anno Mille, pubblicato da LAReditore di Perosa Argentina (collana Memorie, 189 pagine, in collaborazione con il settimanale “L’Eco del Chisone”.
Condivido con Alberto Busca, pur senza conoscerlo, la passione per la storia in genere e per le rievocazioni storico-filologiche in costume, lui nelle vesti d’epoca medievale, io con la cotta di maglia, gli spallacci, i gambali, le tuniche e le armi dei cavalieri Ospitalieri di San Giovanni, antenati dell’Ordine di Malta.
Quando Andrea Garavello, l’editore LAR, gli ha dato via libera per un nuovo viaggio narrativo nel tempo, Alberto ha visto realizzarsi il progetto che sognava fin dal liceo, di raccontare l’epoca chiave del territorio amato e frequentato. In aggiunta, la soddisfazione di vedere un suo libro allegato all’Eco del Chisone, il giornale che i genitori leggevano da sempre.
Scrittore, ricercatore di storia antica e titolare dell’Emporium Infernalis-Taverna Medioevale a Torino (cucina d’epoca, giochi di ruolo, musica e spettacoli a tema), Busca si dichiara attratto da sempre dalla storia del Medioevo, le cui fonti sono tanto rarefatte da averlo spinto allo studio e alla divulgazione, per far comprendere al pubblico secoli poco conosciuti.
Dopo l’esordio editoriale, riservato al marchesato del Monferrato e alla dinastia aleramica, 1064. Pignerol rappresenta un omaggio a Pinerolo, alle vicende di Adelaide di Susa e della sua donazione dell’abbazia di Santa Maria Assunta e delle terre di pertinenza in San Verano, trasferite ai benedettini della Sacra di San Michele. Si tratta dell’evento che ha fatto la ricchezza della futura Pinerolo.
La denominazione Pinarolium è apparsa per la prima volta nel 981 in un editto imperiale, che confermava al vescovo di Torino i diritti sull’agglomerato di quattro borghi, San Verano, San Pietro Val Lemina, San Maurizio e San Donato. Ne è derivata una considerevole crescita urbana e demografica. I toponimi si fusero nella città, che un secolo dopo prese il nome “Pignarolum”.
Dunque, un atto dell’imperatore Ottone II di Sassonia ha concesso al vescovo di Torino l’usufrutto dei borghi del “luogo dei pini”, Pinarolium.
Nel 1064 Adelaide ha deciso di fondare un monastero di benedettini dedicato alla Vergine, nella borgata di San Verano. Si muovono dinamiche che attirano artigiani e mercanti. Da villaggio rurale, Pinerolo si trasforma in un centro sempre più popoloso e i suoi abitanti ascendono via via dal ceto servile delle braccia a quello borghese dei mestieri.
Il giovane protagonista di questa storia realizza sculture di talco (animali), dipinge, commercia e baratta nelle valli occitane. Tutti lo chiamano Manfredi, figlio di Pietro delle miniere di talco in Val Germanasca. A sua volta, ha deciso di chiamare Pignerol il suo cucciolo di pastore da gregge, dal nome, Pineta, dato ottant’anni prima dall’imperatore ai borghi nativi.
La corporatura solida, per la sua età, lo fa sembrare più adulto di quanto non sia. Mantiene lunghi i capelli biondi, quasi bianchi, nonostante la tendenza a rasarli per via dei pidocchi. Gli occhi, di un blu intenso, osservano dintorno e gli trasmettono informazioni, da ripassare con calma, prima di prendere qualsiasi decisione. Il padre gli ha fatto impartire lezioni di scrittura e di conto per tre anni da un frate, nella loro abitazione e questo ha sollevato il giovane dall’analfabetismo generale, lo ha reso più istruito di gran parte dei conterranei del territorio sotto il governo della contessa Adelaide.
La signora di Torino, margravia del Monferrato e donna più potente del nord Italia per incroci dinastici, esercita il potere col pugno di ferro, ma con tanta saggezza amministrativa e amore per il popolo che tutti la chiamano con benevolenza la Reine des Alpes. Manfredi sogna di scortarla, servirla, difenderla da nemici e briganti.
Intorno, si sviluppa la vita di famiglie comuni, laboriose, dedite a occupazioni oneste e rivolte sempre ad assicurare ai figli un futuro possibilmente migliore.
La vita fluisce attiva in città e nell’area valliva: popolani, artigiani, contadini, osti, gente semplice, frati e religiosi, qualche nobile. È un affresco sereno e competente dell’epoca, quello tratteggiato da Busca. La fantasia dello scrittore si mescola a fatti autentici, approfonditi con cura dirigente, tanto da rendere il lavoro un agile saggio di storia locale proposto in buona forma narrativa.
Il ragazzo incontra la bellissima Adelaide in strada e si presenta, Mangifredo de’ Manfredi, scultore e pittore. I loro nonni erano cugini, a quanto pare. Chiede di poterle fare un ritratto. La signora accetta, incuriosita dalla disinvoltura del “cugino” mai conosciuto e intenerita dal suo cucciolo, un batuffolone di pelo bianco arruffato.
È l’inizio dell’avventura dell’intelligente Manfredi, in una storia con tutti i crismi del romanzo storico, epico, cavalleresco, popolare, a tratti passionale, che diviene un tutt’uno con la crescita di Pinerolo (la comunità, non solo il cane).
1064. Pignerol
Amazon.it: 11,78 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: 1064 Pignerol
Lascia il tuo commento