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Recensioni di libri

Ci vediamo un giorno di questi di Federica Bosco

Garzanti, 2017 - Insieme Ludo e Cate raggiungono la maturità, non senza episodi e scelte che mettono a dura prova il loro rapporto, ed alternando momenti in cui l’una ha un bisogno estremo ed urgente dell’altra.

Lidia Gualdoni
Lidia Gualdoni Pubblicato il 26-10-2017

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Ci vediamo un giorno di questi

Ci vediamo un giorno di questi

  • Autore: Federica Bosco
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Garzanti
  • Anno di pubblicazione: 2017

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“Scrivere questo romanzo mi è stato necessario per fare pace con un dolore che non ha trovato la sua collocazione, e che mai la troverà, ma mi ha almeno dato la possibilità di scrivere la fine che avrei desiderato.
Questo è il vero grande vantaggio del mestiere dello scrittore: reinterpretare la realtà per renderla meno pesante, e per attribuire il posto giusto ai pezzi che non trovano la loro sistemazione”.

Con queste parole Federica Bosco, una delle autrici italiane più lette, amate e seguite, ha spiegato, nei Ringraziamenti finali, le motivazioni che l’hanno spinta a scrivere il suo ultimo romanzo: “Ci vediamo un giorno di questi” (Garzanti, 2017).

Un’amicizia nata sui banchi di scuola – precisamente il 18 aprile 1987 –, unisce Caterina e Ludovica: due bambine e poi ragazze e donne che più diverse non potrebbero essere.
Ludovica, con i capelli rossi e la pelle bianca come un fantasma, non è mai stata particolarmente interessante: diffidente e insicura, è quella che non viene invitata alle feste, non fa parte di nessun gruppo, non viene scelta nella formazione delle squadre di pallavolo…
Caterina, invece, si nota subito: mora, occhi scuri, alta, con due spalle da pallavolista e un bel seno; disordinata, energica e trascinatrice, è l’eterna ottimista, con una fiducia incrollabile nel prossimo e la casa sempre piena di amici e di animali adottati o presi in affido.
Anche le famiglie di provenienza non potrebbero essere più diverse: la madre di Caterina – fanatica delle macrobiotica –, decide improvvisamente che a diciotto anni la figlia è abbastanza grande per cavarsela da sola e parte con il fidanzato del momento alla volta di Goa, per non tornare più.
I genitori di Ludovica, invece, hanno vissuto una gravidanza in tarda età, quando ormai avevano perso le speranze, così che, con l’avvicinarsi della pensione, si sono ritrovati in casa un’adolescente che non sanno come gestire e che crescono con l’idea che divertirsi è un peccato mortale.
Insieme Ludo e Cate raggiungono la maturità, non senza episodi e scelte che mettono a dura prova il loro rapporto, ed alternando momenti in cui l’una ha un bisogno estremo ed urgente dell’altra.
Non di meno, la vita sembra aver riservato due destini differenti: quello di Ludovica non prevede sorprese, ma la sicurezza e la stabilità che solo un lavoro in banca, un fidanzato storico e lo stare alla larga da qualsiasi emozione possono garantire.
Eppure, può succedere che circostanze imprevedibili ribaltino e stravolgano i ruoli, costringendo a cambiamenti inimmaginabili, ma senza intaccare l’amicizia vera, basata su affinità profonde, su uno strettissimo legame di solidarietà e di reciproco aiuto, sull’accettazione tacita di un patto di vita.
Tra alti e bassi, amore e odio, liti e riappacificazioni, distanze e riavvicinamenti, questo legame permetterà alle due donne, non solo di superare i momenti più critici e difficili, ma soprattutto di essere ciascuna l’artefice della felicità dell’altra. Di diventare persone migliori.

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“Ci vediamo un giorno di questi” rappresenta certamente un punto di svolta per Federica Bosco: non tanto per lo stile, che rimane brillante, moderno, chiaro e lineare, quanto per i temi trattati.
Non solo l’amore – come ci ha abituati –, nelle sue tante sfumature, persino le più drammatiche, ma anche il dolore della perdita, la fatica del cambiamento, la lotta, spesso impari, contro la malattia e, soprattutto, l’amicizia.
Fragile, intensa, contraddittoria, vulnerabile, tenera, compassionevole, determinata e spesso illuminante come solo l’amicizia fra donne può essere.

Federica Bosco si presenta sulla scena di questo romanzo in differenti ruoli: è chi, materialmente, ha scritto questa storia, mentre all’interno del racconto il suo ruolo è assunto dalla narratrice, ovvero dalla protagonista, Ludovica che, come in un lungo flashback, ripercorre le vicende che l’hanno portata dilatare i limitati confini della propria esistenza.
Scoprire, grazie alle parole già citate, i meccanismi segreti e le motivazioni della sua scrittura, ci permette di entrare in contatto col testo, di percepirlo nella sua genesi, nei fatti che lo legano al mondo reale e di capire che cosa significhi per noi, oltre che per chi lo ha elaborato.
Al primo accostarsi del lettore a “Ci vediamo un giorno di questi” – che si traduce in emozione, in divertimento – segue dunque un atteggiamento più meditato e consapevole verso i molti messaggi contenuti.
Non ultimo quello che Federica Bosco definisce il cuore di questo libro:

“Non lasciate passare un giorno nel rancore.
Ogni giorno potrebbe davvero essere l’ultimo giorno che passiamo qui, fate in modo di essere in pace con tutti. Fate in modo di aver salutato tutti.
Perché rimanere per il resto dei propri giorni a chiedersi «perché non mi ha detto niente» è una condanna troppo dura da sopportare”.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ci vediamo un giorno di questi

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