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Storia della letteratura

“Un aviatore irlandese prevede la sua morte”: la poesia di Yeats contro la guerra

Una poesia del premio Nobel per la letteratura 1923, William Butler Yeats, diventa un manifesto contro l'assurdità della guerra. Yeats la scrisse in memoria di un amico, il maggiore Robert Gregory, pilota d’aviazione morto nel 1918 in circostanze misteriose. Scopriamo testo e analisi della lirica.

Alice Figini
Alice Figini Pubblicato il 05-04-2022
“Un aviatore irlandese prevede la sua morte”: la poesia di Yeats contro la guerra

Un aviatore irlandese prevede la sua morte è una bella poesia scritta dal premio Nobel per la Letteratura del 1923 William Butler Yeats.
Un monologo drammatico che parla di destino e della tragica parabola del volo umano.

Il comitato del Nobel descrisse l’intera opera dell’autore irlandese come:

Poesia sempre ispirata, la cui forma altamente artistica esprime lo spirito di una intera nazione.

Questa lirica denota in modo significativo le ragioni della fama di Yeats. Per scrivere questi versi il poeta si ispirò alla reale vicenda dell’aviatore Robert Gregory, figlio della cara Lady Augusta Gregory, fondatrice del Teatro irlandese.

Il maggiore Gregory, soldato dei Royal Flying Corps, fu ucciso in azione sul fronte italiano il 23 gennaio 1918. La sua morte avvenne in circostanze misteriose e fu annunciata da un telegramma che giunse alla moglie Margaret Gregory. In seguito, tramite alcune informazioni reperite dal personale di servizio, si apprese che:

Robert Gregory fu ucciso accidentalmente durante un volo di addestramento.

Nello stesso documento, oggi conservato nel museo della R.A.F, inoltre si precisa:

Fu visto l’ultima volta a duemila metri, prima di andare in testacoda precipitando.

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Questa rivelazione tragica e inaspettata cambiava ogni cosa. Robert Gregory, l’eroe della patria che aveva donato il suo coraggio all’Irlanda, era stato ucciso da fuoco amico. “Friendly fire” si leggeva nel report, una curiosa assonanza che celava una verità tremenda: Robert Gregory fu abbattuto per errore.
Della sua fine non si sa nient’altro. Un corpo fu recuperato e in seguito sepolto con gli onori militari nel cimitero monumentale di Padova. Su una lapide oggi si può ancora leggere il suo nome: “Major Gregory”, una scritta ormai sbiadita su una piccola tomba sperduta tra le altre ventisette riservate ai caduti britannici.

La morte di Gregory sconvolse profondamente Yeats, che dedicò all’amico un ciclo di quattro poesie contenute nella raccolta I cigni selvatici a Coole (1919). La prima si intitola proprio Un aviatore irlandese prevede la sua morte, ed è costruita in forma di monologo drammatico. Tramite la lirica il poeta volle ricostruire gli ultimi istanti di vita dell’amico, restituendogli così l’onore che una morte assurda gli aveva ingiustamente strappato.

Scopriamo testo e analisi della poesia.

Un aviatore irlandese prevede la sua morte: testo

Io so che andrò incontro al mio destino
lassù, tra qualche parte tra le nuvole,
io non odio quelli che combatto,
non amo quelli che difendo.

La mia patria è Kiltartan Cross,
i miei compatrioti la sua povera gente.
La mia fine improbabile non farà loro alcun danno,
né li renderà più felici di prima.

Nessuna legge o dovere mi spinsero a combattere,
o uomo pubblico o folla plaudente.
Un solitario impulso di gioia
mi spinse a questo tumulto tra le nuvole:
ho soppesato, valutato tutto,
gli anni futuri solo fiato disperso,
fiato disperso gli anni alle spalle
in equilibrio con questa vita, questa morte.

(Traduzione di Roberto Mussapi).

Un aviatore irlandese prevede la sua morte: analisi

La lirica di William Butler Yeats si configura come un monologo drammatico che ricostruisce i pensieri del maggiore Robert Gregory negli ultimi istanti della sua vita.
Yeats compone un monologo nitido che ritrae l’aviatore ancora in volo, sospeso sopra la superficie terrestre, mentre naviga nel cielo sostenuto dai suoi ideali. Il suo folle volo rimanda alla mitologia, porta il lettore a pensare a un moderno Icaro che nella sua fuga verso il sole trovò la salvezza tanto agognata e, al contempo, la distruzione.
Il volo di Icaro fu rapido come una fiammella spenta all’improvviso da un colpo di vento, eppure finché la fiamma arse lui fu vivo, all’ennesima potenza. Tutta la sua esistenza, il senso del mito, è racchiuso in quel volo destinato a consumarsi nella brevità di un istante.
È ciò che racconta Yeats nel narrare la parabola maledetta del suo aviatore irlandese, il caro Robert Gregory. Il maggiore vola obbedendo a “un solitario impulso di gioia”, nonostante sia ben conscio dei pericoli che sta correndo.
Le sue parole ricordano il canto del cigno: quel librarsi tra le stelle è la sua ultima danza vitale, una sfida suprema allo spettro della morte.
Per conferire al discorso la veridicità necessaria il poeta narra il tutto in prima persona e al tempo presente, conferendo così al monologo un’attualità perenne. La morte aleggia nell’ombra come un presagio, nei versi il maggiore Gregory non è morto mai: è ancora sospeso nel suo folle volo, mentre scruta il cielo all’orizzonte che appare ancora oscuro.

William Butler Yeats riesce a immortalare il suo eroe irlandese nell’eterna magnificenza dell’istante conferendogli un’aura mitica. Robert Gregory è come Icaro, raccontato nel mito ovidiano, è colui che spicca il volo sfidando il destino a lui ignoto. La poesia riesce, ancora una volta, a restituire una patina scintillante di eroismo a una tragica vicenda umana.
Il genio di Yeats tuttavia decide di dare il merito all’eroe quando è ancora in vita ed è un aviatore che si libra alto nel cielo, forte del proprio coraggio, e non un caduto di guerra con posata sul petto una medaglia all’onore.

Un aviatore irlandese prevede la sua morte: commento

Le parole di Yeats riflettono tutta l’assurdità la guerra e, al contempo, il coraggio che doveva dominare quei “cavalieri del cielo” che come Robert Gregory si ergevano sopra quel fragile equilibrio quotidiano tra la vita e la morte.
L’esito della guerra, in definitiva, appare privo di significato. È quel che dice Gregory pensando alla sua piccola comunità nell’Irlanda occidentale, Kiltartan Cross, abitata da povera gente.
Il significato morale della poesia è racchiuso in quei pochi versi che appaiono come un testamento: il maggiore afferma che “non prova odio verso i suoi nemici né amore per gli inglesi”. Il non-senso della guerra è tutto qui, in quel disequilibrio tra odio e amore.

Un aviatore irlandese prevede la sua morte: la canzone

Le poesie di Yeats contenute nella raccolta I cigni selvatici di Coole sono state musicate dal cantautore italiano Angelo Branduardi in un celebre album dedicato al poeta irlandese dal titolo Branduardi canta Yeats (1986).
Di seguito riportiamo il brano dedicato alla poesia Un aviatore irlandese prevede la sua morte.

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