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Premio Pulitzer

Chi era Sully Prudhomme, il primo Premio Nobel per la Letteratura della storia

Nasceva a Parigi il 16 marzo 1839 Sully Prudhomme, il primo autore a ricevere il premio Nobel per la Letteratura nel 1901. Fu un uomo geniale e controcorrente che sfruttò la vittoria del Nobel per istituire un premio di poesia dedicato agli esordienti. Scopriamo la sua storia.

Alice Figini
Alice Figini Pubblicato il 16-03-2023
Chi era Sully Prudhomme, il primo Premio Nobel per la Letteratura della storia

Nasceva a Parigi il 16 marzo 1839 René François Armand Prudhomme che sarebbe passato alla storia con lo pseudonimo di Sully Prudhomme,fu il primo autore a ricevere il Premio Nobel per la Letteratura.

Nel 1901 il poeta francese fu insignito del prestigioso premio letterario suscitando uno stato d’animo di sorpresa generale (i favoriti dell’epoca erano Émile Zola e Lev Tolstoj, Ndr) con la seguente motivazione:

In riconoscimento della sua composizione poetica, che dà prova di un alto idealismo, perfezione artistica ed una rara combinazione di qualità tra cuore ed intelletto.

Scopriamo la vita e le opere di questo autore insignito di uno dei premi più prestigiosi del proprio tempo, ma spesso dimenticato.

Sully Prudhomme: la vita

René Francois Armand Prudhomme nacque a Parigi nel 1839, figlio di un piccolo commerciante di nome Sully e di Clotilde Caillat. Rimase orfano di padre a soli due anni, ma lo spettro della figura paterna fu una presenza costante nella sua vita, tanto che Prudhomme all’età di ventiquattro anni decise di adottare il nome del padre “Sully” come pseudonimo letterario.

Il giovane Prudhomme si dedicò agli studi scientifici, che influenzarono i suoi versi caratterizzandoli con una peculiare predisposizione speculativa.
Leggenda narra che il poeta in realtà avrebbe voluto diventare ingegnere, ma che una malattia all’occhio gli impedì di continuare la formazione presso il Politecnico.
Nel 1859 per un breve periodo lavorò presso le officine metallurgiche di Le Creusot, ma l’esperienza nella fonderia d’acciaio lo provò duramente e lo convinse a tornare a dedicarsi agli studi. L’anno seguente tornò a Parigi per poi ripartire, con alcuni amici, alla volta di Bruxelles e Anversa, viaggiando lungo le sponde del fiume Reno.

Decise quindi di iscriversi a “L’École de Droit”, la facoltà di giurisprudenza, dove ebbe modo di dedicarsi anche alla letteratura, all’arte e alla filosofia.
In seguito aderì al movimento Parnasse, che rifiutava l’aspirazione poetica derivante dalla verità e dalla realtà quotidiana ed era in netto contrasto con il Romanticismo.
Nonostante la sua adesione al movimento parnassiano e il fatto che alcuni dei suoi fondatori riconoscessero Prudhomme come uno di loro, l’autore non obbedì mai ciecamente i dogmi del movimento.
A questo proposito il poeta fece una dichiarazione molto saggia in cui rivendicava la propria libertà di pensiero e di espressione:

Professare una fede che ha un dogma preciso, è qualcosa che mi sconvolge.

In quello stesso periodo di gioventù ribelle Sully Prudhomme aderì alla Conference La Bruyère, una società di studenti letterati che per lui divenne il trampolino di lancio nel mondo letterario. Ebbe modo di far leggere ad altri i suoi scritti e l’accoglienza di pubblico ricevuta lo spinsero a continuare a dedicarsi con tenacia alla letteratura.
A ventiquattro anni Prudhomme iniziò a scrivere poesie. Aveva ben chiaro in mente quale dovesse essere il fine della sua poesia: rifiutò gli ideali classici del romanticismo a favore di una assoluta purezza della forma artistica, la cosiddetta “perfection formelle”. Per lui la poesia doveva essere pura espressione di bellezza, libera da qualsiasi forma di impegno di stampo sociale o politico.

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Nel 1865 pubblicò il suo primo libro in versi Stanze e poemi (Stances et Poèmes, Ndr), che gli procurò un successo immediato: fu accolto positivamente e ricevette la recensione di uno dei critici letterari più prestigiosi dell’epoca, Charles-Augustin de Sainte-Beuve (sì, proprio lo stesso contro cui si schierò Proust nel celebre saggio Contro Sainte-Beuve (1954)). La lirica più celebre dell’intera raccolta è considerata Le vase brisé (Il vaso rotto, Ndr), un poema sublime.

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In seguito all’infuriare della guerra Franco-Prussiana Sully Prudhomme decise di arruolarsi nell’ottava compagnia del tredicesimo battaglione della Guardia Mobile. L’esperienza bellica lo segnò profondamente, nel corpo e nel fisico. All’argomento il poeta dedicò un libro in versi Impressions de la guerre (1872) e, l’anno seguente, il poema patriottico La France (1879)

Nel 1877 l’Académie Francaise gli assegnò il premio Vitet come segno di riconoscimento per la sua attività letteraria. Qualche anno più tardi fu chiamato ad entrare a pieno titolo nell’Istituzione, come Accademico di Francia.
Nel frattempo continuava a scrivere poemi, come La giustizia (1878) e La felicità (1888), opere di stampo più filosofico che tuttavia non gli fecero più toccare i vertici di espressività poetica delle prime composizioni liriche.

Sully Prudhomme e il premio Nobel per la Letteratura

La consacrazione letteraria di Sully Prudhomme avvenne nel 1901 con l’assegnazione del premio Nobel per la Letteratura.
Il poeta francese vinse inaspettatamente, sbaragliando l’illustre concorrenza. Fu il primo autore della storia a ricevere il prestigioso premio letterario.

Con la somma ricevuta, corrispondente a dieci milioni di corone, Sully Prudhomme istituì un premio di poesia all’interno della Società degli uomini di lettere e, l’anno seguente, insieme a José-Maria de Heredia e Leon Dierx dà vita alla Società dei poeti francesi.

Nella lettera che Prudhomme scrisse all’Accademia Svedese dopo aver ricevuto il riconoscimento, si possono leggere le motivazioni del suo gesto:

Penso ai miei colleghi giovani che non hanno i mezzi per fare stampare le loro prime poesie. Ho intenzione di riservare una somma che permetta di fare stampare i loro primi quaderni di poesie. Ho già ricevuto una grande quantità di richieste il cui soddisfacimento assorbirebbe l’intero premio.

Il Nobel non fu l’unica onorificenza attribuitogli. Nel 1881 l’autore fu eletto membro dell’Académie Française e nel 1895 ricevette il prestigioso titolo di Chevalier de la Légion d’honneur.

Sully Prudhomme morì improvvisamente a Châtenay-Malabry, il 6 settembre 1907, all’età di 68 anni. Già minato nel fisico dall’esperienza bellica, trascorse gli ultimi anni in isolamento a causa di una grave malattia che lo ridusse in una condizione di semiparalisi.
Dopo la sua morte furono pubblicati postumi gli otto volumi completi delle sue opere sotto il titolo Oeuvres.

Sully Prudhomme: le opere

  • Stances et Poèmes (1865) pubblicato in italiano con il titolo Stanze e poemi.
  • De rerum natura (1878-79) traduzione dell’opera del poeta latino Lucrezio;
  • Croquis italiens (1866-68);
  • Solitudes (1869);
  • Impressions de la guerre (1870);
  • Les destins (1872);
  • La révolte des fleurs (1872);
  • La France (1874);
  • Les vaines tendresses (1875);
  • La justice (1878);
  • Le bonheur (1888);
  • La vraie religion selon Pascal (1905).
  • Les epaves (1908) una miscellanea di poemi pubblicata postuma.
  • Journal intime (1922) il diario privato dell’autore pubblicato ventidue anni dopo la sua morte.

Le opere più importanti di Sully Prudhomme sono state pubblicate nei primi anni del Novecento. Oggi non è facile reperire le opere del poeta francese pubblicate in italiano, ma è disponibile un’edizione Fabbri Diario intimo, pensieri, poesie (1965) e alcuni testi in formato e-Book contenenti i Pensieri.

Ci auguriamo che le opere del primo autore premio Nobel della storia siano presto scoperte e ripubblicate in italiano per consegnare alla memoria dell’autore francese il valore - letterario e umano - che merita.

Diario intimo, pensieri, poesie
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