Leonardo Sciascia (1921-1989) è ritenuto lo scrittore più illuminista della letteratura italiana del Novecento. Autore prolifico, fece dell’impegno civile il tratto distintivo della propria narrativa, e della lotta alla mafia il fuoco sacro della sua scrittura. Tramite le sue opere denunciò le contraddizioni della sua terra, la Sicilia, e dell’Umanità intera.
Sciascia fu maestro elementare nel paesino di Racalmuto, in provincia di Agrigento. Nel tempo libero si dilettava a scrivere articoli, romanzi, saggi, poesie e testi teatrali. Fu proprio un fatto avvenuto nel paesino di Racalmuto a dargli l’ispirazione per la stesura del suo romanzo più celebre, Il giorno della civetta (Einaudi, 1961), che gli diede la fama di scrittore "engagé" impegnato.
Il giorno della civetta, il capolavoro di Leonardo Sciascia
L’idea della storia inizia a fermentare nella mente di Leonardo Sciascia quando, nel 1944, viene ucciso il sindaco di Racalmuto, Baldassare Tinebra durante un agguato tenutosi nella piazza principale del paese.
Ne Il giorno della civetta la storia inizia con l’omicidio di Salvatore Colasberna in piazza Garibaldi a Sciacca, in stretta analogia con il fatto da cui Sciascia trasse ispirazione.
Lo ammazzarono la sera del 15 novembre di quell’anno; era sera di domenica, la piazza piena di gente, gli appoggiarono la pistola alla nuca e tirarono, il sindaco aveva intorno amici, nessuno vide, si fece vuota rosa di paura intorno al corpo che crollava.
Attraverso Il giorno della civetta Sciascia dà voce, per la prima volta, all’omertà con quel "Niente so e niente ho visto", che caratterizzava il mondo del Sud dell’epoca dove tutti sapevano e nessuno fiatava. In un libro breve e dal ritmo incalzante di un giallo l’autore siciliano riesce a fare luce sul mondo corrotto della criminalità organizzata.
Nel 1961 è il primo scrittore italiano a parlare di mafia e a denunciarne l’attività.
Nel 1968 Il giorno della civetta divenne anche un film per il grande schermo diretto da Damiano Damiani con Franco Nero e Claudia Cardinale.
A ciascuno il suo: la verità di un uomo
Nel 1966 Leonardo Sciascia riprende l’ispirazione del romanzo poliziesco, in seguito all’assassino del commissario di pubblica sicurezza di Agrigento Cataldo Tandoy e scrive A ciascuno il suo.
Sull’onda de Il giorno della civetta lo scrittore siciliano torna a parlare di mafia, corruzioni e poteri forti partendo dall’omicidio di un farmacista e di un medico nella calda estate del 1964, a seguito di una lettera minatoria che riporta la scritta latina Unicuique suum.
A indagare sul duplice omicidio sarà un insegnante di liceo, il professor Laurana, che nota per caso sul rovescio della lettera la parola latina unicuique. Laurana indaga da privato cittadino per fame di giustizia e verità, ma la sua audacia gli costerà cara.
Recensione del libro
A ciascuno il suo
di Leonardo Sciascia
Leonardo Sciascia denuncia i meccanismi di una mafia che regna sovrana e, in particolare, della sordida alleanza tra mafia e politica, tra mafia e Stato.
Il professore Paolo Laurana, protagonista di A ciascuno il suo, ricorda sotto molti aspetti il capitano Bellodi ne Il giorno della civetta. Entrambi sono uomini che non accettano il compromesso, il silenzio, il disimpegno politico e morale e quindi lottano contro poteri ben più grandi di loro.
In loro si può cogliere un riflesso del pensiero di Sciascia stesso, che tra le altre cose fu molto impegnato politicamente nell’attività di consigliere comunale e deputato per il Partito Radicale.
Una letteratura impegnata
Per Leonardo Sciascia la scrittura fu una forma di impegno politico. Utilizzò la penna come arma per combattere gli abusi e le sopraffazioni del potere mafioso. La letteratura per l’autore siciliano è una forma d’indagine contro l’ingiustizia, una lente di ingrandimento da porre sul mondo per evidenziarne torti, soprusi e storture.
Forse Leonardo Sciascia non ha sconfitto la mafia, che è ancora un problema estremamente radicato nel territorio nazionale, vivo e presente; ma allo scrittore siciliano va dato il merito di aver risvegliato, tramite la letteratura, le coscienze di un intero Paese.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il 20 novembre 1989 moriva Leonardo Sciascia, lo scrittore che denunciò la mafia
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