Il vocabolario italiano è ricco di forestierismi e la lingua francese, in particolare, è molto presente nel nostro linguaggio quotidiano. La vicinanza dei due Paesi e delle rispettive culture ha fatto il modo che anche le lingue si influenzassero a vicenda, creando un mélange niente male.
E noi italiani siamo i primi a usare i vocaboli francesi, spesso fuori contesto, in maniera errata, pur di darci un tono.
Perché, si sa, i termini francesi conservano quel particolare accento nobiliare e raffinato, un’essenza di pura eleganza, di cui a volte l’italiano è privo. Detto in francese è più chic, così ci riempiamo la bocca di parole francesi, le usiamo ampiamente nelle nostre conversazioni quotidiane. Ma quando si tratta di scriverle?
Qui casca l’asino, come direbbero le nostre maestre delle elementari.
Se ormai sapete perfettamente il significato, come si scrivono e pronunciano parole francesi diventate di uso comune come:
- bricolage,
- bistrot,
- buffet,
- atelier,
- bidet,
- dossier,
- croissant (il cornetto della colazione)
- mascotte,
- manicure (dall’estetista)
- Mèche (dal parrucchiere)
- Chaise longue (della vostra poltrona)
Ci sono tuttavia altre parole o espressioni francesi che spesso si leggono sui giornali o si sentono dire nel parlato in televisione, il cui significato e grafia non sono sempre così scontati.
Se anche voi siete stati attanagliati per un attimo dal dubbio amletico "Ma come si scrive?" o "Cosa significa?", ecco la breve guida a termini ed espressioni francesi utilizzati in italiano di cui forse non sapete grafia e significato.
Tranchant
Si pronuncia “transciàn”, ma si scrive tranchant, lo sapevi? Deriva dal verbo francese trancher, tagliare, tranciare. In italiano si usa spesso in senso figurato, nel significato di deciso, perentorio, ostile.
Dicasi di frase, giudizio o parere tagliente, che non ammette repliche.
Esempio: I tuoi giudizi sono sempre così tranchant.
En passant
Si pronuncia “an passan”, ma si scrive en passant. Significa di passaggio, per inciso, incidentalmente, tra parentesi. A volte può essere inteso in senso intimo privato, a significare implicitamente un “detto tra noi”.
Esempio: Ti dirò en passant che non mi è piaciuto affatto.
Una curiosità: En passant si usa anche nel gioco degli scacchi per indicare una mossa speciale.
Pourparler e pour parler
Si pronunciano entrambi "purparlé", derivano dal verbo francese parler, parlare, ma significano due cose diverse. Il sostantivo indica un colloquio riservato, spesso preliminare a un accordo.
La diversa accezione “pour parler” è utilizzata in funzione avverbiale come espressione per indicare “così, tanto per dire”. Si tratta in realtà di un’errata sovrapposizione tra l’espressione italiana e la forma originaria francese.
Il significato etimologicamente più corretto è quello di discussione, incontro, conversazione finalizzata a uno scopo.
Esempio: Avere un pourparler.
Nonchalance
Si pronuncia “non scialans”. Indica un atteggiamento ostentato di indifferenza, ostentata noncuranza o completa disinvoltura nel portamento o nei movimenti.
A volte può essere inteso come un atteggiamento freddo, distaccato, di sufficienza.
Esempio: Fare qualcosa con nonchalance.
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Déshabillé
Si pronuncia "desabijé" e si scrive Déshabillé (con l’h), lo sapevate? Il termine indica la condizione di chi è semivestito, discinto. La parola denota anche la vestaglia femminile da camera leggera ed elegante, o un abito femminile succinto.
Esempio: Mi trovi in déshabillé.
Tête-à-tête
Si pronuncia "tet a tet" e letteralmente si traduce in “testa a testa”. Indica un colloquio a due, caratterizzato da particolare intimità, spesso a quattr’occhi.
Esempio: Più tardi ne parliamo tête-à-tête.
Il termine designa anche una particolare tipologia di divano a due posti costituito di due tipologie di poltroncine contrapposte.
Tombeur-de-femmes
Si pronuncia “tombor de famm”. Il termine designa in modo elegante un donnaiolo, seduttore seriale, un infaticabile dongiovanni, playboy.
Letteralmente significa: “chi vince le donne facendole cadere” deriva infatti dal verbo francese tomber, cadere.
Esempio: Lui è proprio un tombeur-de-femmes.
Casqué
Si pronuncia "caschè". È una celebre figura di danza, caratteristica del tango. Il ballerino sostiene con un braccio la schiena della dama che si china all’indietro fin quasi a toccare terra, piegando il capo.
A volte viene utilizzato anche in senso spiritoso, scherzoso, nel corso di una conversazione tra amici.
Esempio: E ora, casqué!
Vis-à-vis
Si pronuncia “vis-a-vì”. Letteralmente: viso a viso. Significa proprio stare faccia a faccia, fronte a fronte, l’uno dirimpetto all’altro.
Esempio: Ci confronteremo poi vis à vis.
Particolarmente utilizzato in italiano per indicare lo scontro con un avversario, in lingua francese spesso il termine indica in senso stretto il proprio dirimpettaio.
Designa anche un particolare tipo di armadio a specchio nel quale la figura può riflettersi per intero.
Savoir-faire
Si pronuncia “savuàr fer”. Letteralmente: il saper fare. Indica una particolare predisposizione nei rapporti sociali, il sapersi comportare in modo adeguato nei vari contesti.
Spesso associato a una speciale arguzia, furberia che permette di concludere un buon affare.
Esempio: Con il suo savoir-faire alla fine ottiene sempre ciò che vuole.
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Siamo riusciti a fugare i vostri dubbi? Queste sono le parole ed espressioni francesi solitamente più utilizzate nella lingua italiana, spesso pronunciate in modo impeccabile ma scritte nella grafia sbagliata.
Ve ne vengono in mente altre? Proponetecele nei commenti e vi diremo se sono scritte nel modo giusto!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: 10 espressioni francesi di cui (forse) non sai significato e grafia
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