

L’anniversario di nascita di una persona è un fatto importante; per uno scrittore è un regalo per l’umanità. L’autore di cui vorrei ricordare il genetliaco è Halldor Laxness, scrittore islandese premio Nobel del 1955.
Halldor Laxness: infanzia e giustizia sociale
Laxness (il cui vero nome era Gudjansson) nacque a Reykiavik il 23 aprile 1902. Figlio di un contadino, visse la sua infanzia in una fattoria dove imparò la pratica agricola e poetica (in Islanda non erano - e non sono - incompatibili) ma, come un giovane del XX secolo, sentì il desiderio di allargare i propri orizzonti e ben presto lasciò la terra natia per girare l’Europa, fatto inusuale nella sua nazione. Vide luoghi diversi e conobbe anche una spiritualità diversa, tanto da convertirsi al cattolicesimo.
Perché questa scelta? Perché il luteranesimo islandese - e questo lo si vede nelle sue opere - era schierato dalla parte dei ricchi, mentre Laxness credeva nella giustizia sociale. Conobbe l’Europa, e negli Stati Uniti diversi intellettuali che lo avvicinarono alla sinistra socialista e comunista. Si può dire, causticamente, che cambiò chiesa in quanto si dimostrò sensibile agli ideali marxisti.
Halldor Laxness e la visione degli Stati Uniti
Sul piano letterario, Laxness negli anni Trenta si fece un nome con poesie, racconti e soprattutto traduzioni, che fecero conoscere in Islanda autori anglosassoni ed europei. La sua posizione in questo periodo fu considerata ambigua, perché da un lato ammirava gli Stati Uniti e dall’altro le conquiste socialiste.


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Prese posizione infine durante la Seconda guerra mondiale contro l’ingerenza dell’America nelle vicende d’Islanda, la quale si era appena staccata dalla Danimarca. Gli americani, da questo punto di vista, erano secondo Laxness nuovi invasori, e ciò si vede nel romanzo La base atomica del 1948, in cui si denunciano gli abusi statunitensi e le pressioni sul governo islandese a limitare la propria sovranità appena raggiunta e modificare la società islandese imponendo usi e costumi nuovi.
Questo non gli venne perdonato dagli USA, che lo inserirono nella lista degli indesiderabili, e perciò gli fu proibito di soggiornare in terra americana.

Recensione del libro
La base atomica
di Halldór Laxness
Halldor Laxness e il Nobel nel 1955


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La sua posizione di scrittore radicale si rafforzò e lo fece conoscere all’Accademia di Svezia, che nel 1955 lo onorò del premio Nobel. La motivazione fu che nessuno come lui aveva saputo descrivere la vita contadina in Gente indipendente, in cui la figura del contadino Bjartur è una delle migliori della letteratura mondiale.
Negli anni Cinquanta e Sessanta continuò la sua carriera di scrittore e viaggiatore, soggiornando anche in Italia. La sua produzione fu ancora legata a temi sociali, anche se meno polemica rispetto al passato. Morì il 5 febbraio 1998 dopo una lunga malattia.
I capolavori di Halldor Laxness


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I suoi libri spaziano dalla poesia al romanzo, ma in genere si ricordano Salka Valka, una delle prime opere del 1931, di schietto realismo socialista e imperniata su una figura femminile, e La campana d’Islanda. potente romanzo storico scritto nel 1943 e perciò rivolto al presente e non solo al passato.
Il suo capolavoro è Gente indipendente, in cui è presente il rimpianto dell’autore per il mondo contadino da cui proveniva e di cui sentiva i valori. Laxness non fu però reazionario, anzi contestò duramente la letteratura tradizionale che aveva il culto delle saghe pur essendo consapevole che gli eroi erano in realtà delinquenti della peggior specie. Nel libro Gerpla, ironicamente distrugge il mito dell’eroe e della conquista che nascondeva motivazioni economiche.
In sostanza il 23 aprile si festeggia la nascita di un autore che seppe amare la sua terra e farla conoscere al mondo oltre gli stereotipi.

Recensione del libro
La campana d’Islanda
di Halldor Laxness
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Halldor Laxness: vita e opere del premio Nobel islandese
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