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Storia della letteratura

15 cose che (forse) non sai su George Orwell

Il 21 gennaio 1950 si spegneva all'età di soli quarantasei anni lo scrittore e giornalista George Orwell, uno degli autori più rivoluzionari del Novecento. Scopriamo 15 curiosità sulla sua vita.

Alice Figini
Alice Figini Pubblicato il 21-01-2022
15 cose che (forse) non sai su George Orwell

George Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair, si spegneva in un ospedale di Londra il 21 gennaio 1950, a causa della tubercolosi, all’età di soli 46 anni.
Orwell era stato uno degli autori più rivoluzionari del suo tempo, impegnato in una scrittura lucida e allegorica in grado di smascherare la sopraffazione dei regimi totalitari e ogni forma d’ingiustizia sociale.

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Il suo romanzo più celebre è 1984, pubblicato nel 1948 (il titolo è infatti l’inversione delle cifre dell’anno di pubblicazione, Ndr), in cui descrive un mondo distopico dominato da una fantapolitica totalitaria. Da quest’opera deriva anche il noto aggettivo “orwelliano”, che richiama quel clima di autoritarismo e oppressione che caratterizza la società descritta da Orwell.

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Nel corso della sua vita George Orwell scrisse anche numerosi saggi di stampo politico e sociologico, affiancando all’attività di scrittore quella di giornalista impegnato sul campo. Nel saggio Perché scrivo, un autentico manifesto di scrittura, l’autore dichiarò che ogni riga da lui scritta intendeva essere un attacco al totalitarismo.

Ma ora scopriamo 15 curiosità sulla vita di George Orwell (impossibili da trovare nella sua biografia).

15 curiosità su George Orwell

Di George Orwell si elogia spesso il capolavoro 1984, ormai ritenuto uno dei classici della letteratura mondiale, e la sua attività di scrittore. Tuttavia ci sono molti altri aspetti della vita di Orwell da non sottovalutare, che possono rivelarsi persino più interessanti dei suoi romanzi.

Ecco 15 curiosità che (forse) non sapevate a proposito di George Orwell:

1. Il piccolo Orwell odiava la scuola

Eric Blair, questo il nome originario dell’autore, trascorse cinque anni alla St. Cyprian School a Eastbourne, Inghilterra. In seguito parlò dell’esperienza nel saggio Such Were the Joys. Nello scritto definiva gli insegnanti della scuola "mostri terribili e onnipotenti" ed etichettò l’istituzione stessa come "una scuola costosa e snob che era in procinto di diventare più snob e, immagino, più costosa". All’epoca il saggio fu ritenuto troppo diffamatorio per essere stampato. Fu pubblicato nel 1968, dopo la morte dello scrittore.

2. Fu espulso più volte

Il giovane Orwell fu espulso dal college per aver inviato un messaggio di compleanno attaccato a un topo morto al geometra della città, secondo quanto riporta il suo biografo Sir Bernard Crick in George Orwell, A Life, la prima biografia completa di Orwell. E mentre studiava all’Eton College, Orwell inventò una canzone diffamatoria su John Crace, il direttore della scuola, in cui si prendeva gioco dell’aspetto di Crace e della sua passione per l’arte italiana. Insomma, il piccolo Orwell era davvero un ragazzino pestifero.

3. Fece svariati lavori saltuari

Tutti devono pagare le bollette, e nemmeno George Orwell faceva eccezione. Orwell si è a lungo destreggiato tra vari lavori part-time mentre scriveva libri nel tempo libero. Nel corso degli anni, ha lavorato come ufficiale di polizia per la polizia imperiale indiana in Birmania, come insegnante di scuola superiore, come commesso di libreria. In seguito è stato reporter per la BBC durante la Seconda guerra mondiale. Prima del successo come scrittore Orwell ha lavorato come lavapiatti a Parigi e come raccoglitore di luppolo nel Kent, in Inghilterra.
Questi lavori erano a scopo di ricerca mentre sperimentava la vita di un vagabondo e scriveva il suo primo libro basato sul suo personale esperimento sociologico, dal titolo Senza un soldo a Parigi e a Londra. Scelse di pubblicare il libro con uno pseudonimo, George Orwell, che segnò l’inizio della sua fortuna.

4. Fu arrestato

Nel 1931, mentre sperimentava la povertà per scrivere il suo primo libro, Orwell si fece intenzionalmente arrestare. Voleva avere un assaggio della prigione e avvicinarsi ai barboni e ai piccoli furfanti, spiega il suo biografo. All’epoca, Orwell aveva usato lo pseudonimo di Edward Burton e si era spacciato per un povero pescivendolo. Dopo aver bevuto diverse pinte e quasi un’intera bottiglia di whisky e aver dato in escandescenza Orwell fu arrestato. Tuttavia non fu mandato in prigione come aveva sperato, e fu rilasciato dopo aver trascorso 48 ore in custodia. In seguito Orwell scrisse di questa esperienza in un saggio inedito intitolato Clink.

5. Aveva molti tatuaggi

Quando lavorava come militare in Birmania, Orwell si fece tatuare le nocche. Adrian Fierz, che conosceva Orwell, riferì al biografo Gordon Bowker che i tatuaggi erano piccole macchie blu, "a forma di piccoli pompelmi", e Orwell ne aveva uno su ogni nocca. Lo scrittore fece i tatuaggi per una forma di superstizione. Alcune tribù birmane credevano che i tatuaggi li avrebbero protetti dai proiettili.

6. Parlava sette lingue straniere

In un saggio del 1944 Orwell dichiarò: "Nella mia vita ho imparato sette lingue straniere, comprese due lingue morte, e di queste sette ne conservo solo una, e non in modo brillante". Nella sua giovinezza infatti Orwell imparò il francese da Aldous Huxley, che fu professore nel suo collegio. Orwell era fluente in francese, e in diversi momenti della sua vita, ha studiato latino, greco, spagnolo e birmano.

7. Combatté nella Guerra civile spagnola

Come il collega Ernest Hemingway e altri scrittori, Orwell rimase invischiato nella Guerra civile spagnola.
All’età di 33 anni infatti Orwell arrivò in Spagna, poco dopo lo scoppio dei combattimenti del 1936, sperando di poter scrivere alcuni articoli di giornale come inviati. Invece finì per unirsi alla milizia repubblicana per combattere il fascismo perché "sembrava l’unica cosa concepibile da fare". L’anno seguente, fu colpito al collo da un cecchino, ma sopravvisse. Scrisse dell’esperienza nel saggio Omaggio alla Catalogna.

8. Rischiò di perdere il manoscritto de La fattoria degli animali

Nel 1944, la casa di Orwell al 10 Mortimer Crescent a Londra fu colpita dai bombardamenti. Orwell, sua moglie Eileen e il loro figlio Richard Horatio si salvarono, ma la loro casa fu distrutta. Lo scrittore tornò tra le macerie alla ricerca dei suoi libri e delle sue carte, soprattutto del manoscritto diAnimal Farm. Trascorse ore a frugare tra le macerie finché non ritrovò tutte le pagine del manoscritto.

9. Aveva una capra di nome Muriel

George Orwell e sua moglie Eileen si occupavano di diversi animali da fattoria nella loro casa di Wallington, in Inghilterra. Tra gli animali vi era anche la capra Muriel. Orwell diede lo stesso nome alla capra protagonista del libro La fattoria degli animali, descritta come uno dei pochi animali intelligenti nella fattoria.

10. Fu il primo a usare il termine Guerra Fredda

Il primo uso registrato della frase guerra fredda in riferimento alle relazioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica può essere fatto risalire al saggio di Orwell del 1945 Tu e la bomba atomica, che fu scritto due mesi dopo che le bombe atomiche furono sganciate su Hiroshima e Nagasaki. Nel saggio George Orwell infatti descriveva "uno stato che era allo stesso tempo inespugnabile e in uno stato permanente di guerra fredda con i suoi vicini.

11. Fece propaganda anti-comunista

Orwell si identificava come un socialista democratico, ma la sua simpatia non si estendeva ai comunisti. Nel 1949 compilò una lista di artisti che sospettava avessero tendenze comuniste e la passò alla sua amica Celia Paget, che lavorava per l’Information Research Department del Regno Unito. La lista di Orwell includeva Charlie Chaplin e alcune decine di altri celebri attori, scrittori, accademici e politici.

12. Odiava le riviste di moda femminili

Per circa un anno e mezzo, Orwell tenne una rubrica quotidiana intitolata As I Please per il giornale Tribune, in cui condivise i suoi pensieri su tutto, dalla guerra alla verità oggettiva alla critica letteraria. Una di queste rubriche del 1946 conteneva una brutale critica alle riviste di moda americane. Delle modelle che apparivano sulle quelle pagine, scrisse: "I fianchi stretti sono generali, e le mani snelle e non prensili come quelle di una lucertola sono abbastanza universali".

13. Suo padre non voleva che scrivesse

Spinto a diventare un membro della polizia imperiale birmana dal padre, in gioventù Orwell venne spedito a Burma e ritornò in Inghilterra dopo aver contratto una malattia infettiva. A quel punto decise che si sarebbe dedicato esclusivamente alla scrittura.

14. L’origine del suo pseudonimo

Nato con il nome di Eric Arthur Blair, lo scrittore coniò il suo pseudonimo unendo il nome St. George (santo patrono dell’Inghilterra, Ndr) e il fiume Orwell che si trova nella contea del Suffolk in Inghilterra.

15. Rischiò di annegare

Un giorno del 1947, mentre si prendeva una pausa dalla scrittura di 1984, George Orwell portò suo figlio e i nipotini a fare una gita in barca attraverso il Golfo di Corryvreckan nella Scozia occidentale. Ma il loro gommone si rovesciò gettandoli tutti in mare. Fortunatamente, tutti e quattro sopravvissero, e il libro che in seguito fu intitolato Nineteen Eighty-Four (originariamente il titolo era The Last Man in Europe) fu finalmente pubblicato nel 1949, solo sette mesi prima della morte di Orwell per tubercolosi.

Conoscevate queste curiosità su George Orwell? Quale vi ha sorpreso di più? Vi aspettiamo nei commenti.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: 15 cose che (forse) non sai su George Orwell

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