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Addio a Abraham Yehoshua, lo scrittore israeliano che raccontò la lotta per l’identità

Si è spento questa mattina in un ospedale di Tel Aviv, all'età di 85 anni, lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua. Assieme a David Grossman e Amos Oz si era battuto per risolvere il conflitto storico-politico tra Israele e i palestinesi. Ricordiamo le sue opere più celebri.

Alice Figini
Alice Figini Pubblicato il 14-06-2022
Addio a Abraham Yehoshua, lo scrittore israeliano che raccontò la lotta per l'identità

Immagine di copertina Credits: מרדכי קרניאל, CC BY-SA 2.5, via Wikimedia Commons

Si è spento questa mattina in un ospedale di Tel Aviv, all’età di 85 anni, lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua.
In una delle ultime interviste rilasciate alla stampa, Yehoshua aveva affermato di attendere la morte con serenità. Era consapevole di essere gravemente ammalato e che la sua età avanzata non gli avrebbe concesso di reagire con forza alle cure. La sua unica preoccupazione era per il futuro del suo Paese, Israele, che non presagiva affatto luminoso.
Yehoshua è sempre stato uno scrittore impegnato politicamente: come altri suoi connazionali, David Grossman e Amos Oz, vedeva nella letteratura una forma di impegno attivo e sociale. Nei suoi romanzi adottava uno stile sempre diverso, passando con destrezza dal racconto in terza persona al monologo, senza tuttavia mai perdere di vista il focus principale che divenne l’individuo nelle sue contraddizioni e non la collettività.
Era stato definito lo scrittore simbolo della complessità ebraica.

Il rapporto tra popoli diversi, di religioni e culture differenti, è sempre stato una questione centrale del pensiero e dell’opera di Abraham Yehoshua. I suoi personaggi sperimentano in forme drammatiche e tormentate la difficoltà di costruire relazioni autentiche che non si lascino incasellare nel pregiudizio o nell’intolleranza. Un’altra tematica cardine dei suoi scritti erano i rapporti familiari, quindi le relazioni tra padre e figlio, tra moglie e marito, spesso rese difficili da incomprensioni e dal “non detto” che complica la comunicazione.

Scopriamo ora più approfonditamente la vita e le opere dello scrittore israeliano. Una curiosità: il suo ultimo romanzo era un omaggio all’Italia.

Abraham Yehoshua: la vita

Yehoshua nacque a Gerusalemme nel 1936, in una famiglia d’origine sefardita. Il padre, Yaakov Yehoshua, era uno storico, specializzato nella storia di Gerusalemme. La madre Malka Rosilio, veniva da una famiglia di rabbini del Marocco, adorava la cultura, la lingua francese, l’Europa; passioni che trasmise anche al figlio.
Dopo la laurea in Letteratura e Filosofia presso l’Università ebraica di Gerusalemme, Yehoshua ebbe incarichi come professore esterno nelle Università Harvard, di Chicago e di Princeton.
Inizialmente scriveva per diletto racconti e opere teatrali, conobbe il successo quando iniziò a pubblicare i suoi romanzi dopo aver concluso il servizio militare. Con la sua letteratura divenne un esponente cardine del cosiddetto New Wave, il Nuovo Movimento degli scrittori israeliani.

Era sposato con Rivka, una psicoanalista, che gli amici chiamavano “Ika”. Per quattro anni la coppia visse a Parigi, dal 1963 al 1967, per poi fare ritorno nella città portuale di Haifa. Yehoshua era profondamente innamorato della moglie, cui fu legato per oltre cinquant’anni, sino alla scomparsa di lei, avvenuta nel 2016, che lo lasciò in uno stato di prostrazione profonda. Al ricordo della moglie dedicò uno dei suoi ultimi libri, Il tunnel.
Dopo un lungo periodo ad Haifa Yehoshua, rimasto vedovo, decise di tornare a Tel Aviv per stare vicino ai figli e ai sette nipoti.

Abraham Yehoshua: le opere

Le opere di Abraham Yehoshua sono state inizialmente pubblicate in Italia dalla casa editrice Giuntina, e in seguito edite da Einaudi.
Fra le principali ricordiamo:

  • L’amante: uno dei romanzi più coinvolgenti di Abraham Yehoshua, di quelli che rimangono dentro, il più famoso che ha permesso il successo internazionale del grande scrittore israeliano. Narra le incomunicabilità nei rapporti umani, le solitudini, l’amore e anche le diverse speranze nei possibili cambiamenti che albergano nell’animo di ognuno dei protagonisti.
L'amante
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  • Fuoco amico: Daniela e Yaari sono due coniugi sessantenni di Tel Aviv, molto legati tra loro da un rapporto di complicità e di totale confidenza. All’inizio del libro, Daniela sta per partire per l’Africa, dove trascorrerà una settimana ospite del cognato. Il rapporto tra i due durante la settimana di lontananza inaspettatamente si ribalta.
Fuoco amico
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  • La sposa liberata: Yehoshua analizza il rapporto difficile fra due mondi, due culture, la israeliana e l’araba, che cercano una difficile, forse impossibile convivenza. Il tema del matrimonio sembra essere quello che intrighi di più l’autore: matrimoni riusciti, matrimoni falliti, matrimoni che si stanno celebrando, matrimoni virtuali, matrimoni fra persone di età diverse e di diverse etnie.
La sposa liberata (Einaudi tascabili. Scrittori)
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  • La comparsa: in poco più di duecento pagine racconta con esemplare lucidità la vita di una donna complessa, contraddittoria, infelice, irrisolta, e cerca di svelarne la profondità dei sentimenti, la difficoltà di affrontare una esistenza che richiede scelte dolorose.
La comparsa
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  • Cinque stagioni: da un autunno al successivo, un anno di vedovanza, in cui il protagonista cerca di recuperare l’istinto alla vita dopo la morte della moglie. Il protagonista è un mite impiegato statale di Haifa, ebreo osservante, che a 52 anni si ritrova stordito e scorticato dalla morte della moglie.
Cinque stagioni
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  • La scena perduta: il viaggio a Santiago de Compostela di un regista israeliano, per assistere a una retrospettiva dei propri film, si trasforma in un viaggio alla ricerca di se stesso. Una stimolante riflessione sul tema della creazione artistica e sulle radici spagnole della cultura sefardita.
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  • Il tunnel: scritto da Yehoshua in seguito alla perdita dell’amata moglie. In questo libro lo scrittore ripercorre la storia di una coppia formata dall’ultrasettantenne ingegnere Zvi Luria e sua moglie, la pediatra Dina, primaria in un ospedale vicina alla pensione.
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L’ultimo romanzo di Abraham Yehoshua

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L’ultimo romanzo pubblicato dallo scrittore israeliano era ambientato in Italia. Edito da Einaudi nel 2021, La figlia unica è un libro che mette in moto una lotta tra identità e conoscenza.
Narra la storia di una ragazzina Rachele Luzzatto, figlia unica di una facoltosa famiglia ebraica che vive nel Nord Italia. Curiosa e irrequieta, spiazzante osservatrice capace con i suoi commenti di ribaltare i luoghi comuni degli adulti, Rachele è però piuttosto confusa riguardo alla propria identità.

Nel libro Yehoshua componeva anche il suo personale elogio all’Italia, un Paese che diceva di portare nel cuore. Definì il suo ultimo romanzo proprio in questi termini “una novella italiana”. Raccontò che gli era stato ispirato proprio da una dottoranda italiana che lo aveva interrogato per la sua tesi. Alla fine era stato lui a intervistare lei e così gli era tornato il desiderio di scrivere.

In una delle sue ultime interviste, rilasciate proprio a Repubblica, Abraham Yehoshua diceva di aver vissuto per scrivere. Era consapevole di aver vissuto una vita piena.
Sapeva che nelle parole era racchiusa la sua eredità e il suo testamento.

I funerali dello scrittore israeliano si svolgeranno nel pomeriggio in un cimitero laico a sud di Haifa. Aveva scelto personalmente il luogo del suo ultimo riposo: voleva che fosse un vecchio cimitero, ormai caduto in disuso, forse un’allegoria poetica del “fine vita”.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Addio a Abraham Yehoshua, lo scrittore israeliano che raccontò la lotta per l’identità

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