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Storia della letteratura

“Veglia”: parafrasi e analisi del testo di Giuseppe Ungaretti

“Veglia” è una delle poesie a tema guerra di Giuseppe Ungaretti scritta durante la sua esperienza come soldato al fronte. Vediamo testo, parafrasi e analisi del testo di “Veglia”.

Ilaria Roncone
Eleonora Daniel - Ilaria Roncone Pubblicato il 02-09-2022
“Veglia”: parafrasi e analisi del testo di Giuseppe Ungaretti

Veglia rientra nella serie di poesie di Giuseppe Ungaretti scritte, come attestato dal riferimento in calce al poema, traendo diretta ispirazione alla sua tragica esperienza di soldato nella Prima guerra mondiale al fronte (M’illumino d’immenso, Soldati). La poesia fa parte della sezione Il porto sepolto all’interno della raccolta L’allegria edizione 1931 di Ungaretti.
In Veglia, componimento breve, è concentrata in pochi versi l’intensità dell’allegria che l’essere umano prova nel momento in cui riesce a vincere la morte, uno dei sentimenti che ispira la poetica di Ungaretti. Giuseppe Ungaretti avverte nella maniera più intensa possibile la presenza della morte nella vita; la sua reazione è quella di scrivere “lettere piene d’amore” e dare alla vita un valore ancora maggiore. Vediamo testo, analisi del testo e parafrasi di Veglia.

Veglia di Giuseppe Ungaretti: testo

Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita

Cima Quattro il 23 dicembre 1915

Parafrasi Veglia di Giuseppe Ungaretti

Ho passato una notte intera sdraiato vicino a un compagno ucciso, massacrato, con la bocca contratta dalla morte rivolta verso la luna piena, il rossore e il gonfiore delle sue mani che sono penetrati nel mio intimo. Proprio in quel momento ho scritto lettere piene d’amore.
Non mi sono mai sentito così tanto attaccato alla vita.

Analisi del testo

La poesia è composta di due strofe, la prima di 13 versi e la seconda di 3 versi. Si tratta di versi liberi e nel testo ci sono delle rime (es. nottata-digrignata-penetrata vv. 1, 6 e 10); dominano suoni duri grazie alla presenza di lettere come l, t e anche la scelta delle parole trasmette tutta la violenza e l’angoscia della situazione vissuta dal poeta. La pausa che divide la prima dalla seconda strofa serve a enfatizzare il sentimento potente di attaccamento alla vita provato dal poeta.

In questa poesia l’atmosfera è creata dalla presenza della luna, in un richiamo leopardiano, che è probabilmente l’ultima cosa contemplata dal soldato, compagno di Ungaretti, che ormai ha perso la vita brutalmente. La sofferenza è data dai denti digrignati e dalle mani rosse e gonfie, gli occhi rivolti alla luna quasi a domandare: perché? Perché la morte, perché la sofferenza?

Intanto Ungaretti è lì, accanto al corpo, che veglia il compagno e vede da vicino la morte: violenta, mostruosa, brutale, permanente. Proprio in quel momento emergono sentimenti positivi nel poeta, in contrasto con la morte che vede lì, palese; la bellezza della vita spinge Ungaretti a cantarne le gioie scrivendole.

Il silenzio è la sola cosa che accomuna i due opposti, vita e morte. Le parole hanno un ritmo spezzato, quasi a voler concretizzare lo strazio provato dal soldato, la contrazione della sua bocca, le mani rovinate e deformi. La morte del soldato viene ascoltata e accolta dal poeta, che con le sue parole prova a dare voce a ciò che voce non ha, la fine di tutto.
Sul finale lo slancio positivo di Ungaretti che, proprio perché davanti ai suoi occhi vede chiaramente la morte e lo strazio che ne deriva, ama la vita più che mai.

Figure retoriche

  • Sineddoche: "bocca / digrignata / volta al plenilunio"
  • Metafora: "la congestione / delle sue mani / penetrata / nel mio silenzio"
  • Allitterazioni e richiami sonori: particolare è l’insistenza sui suoni duri, specialmente sulla lettera t (e tt), che ritorna anche grazie all’ampio utilizzo di participi passati usati con valore aggettivale, es. "nottata", "buttato", "lettere", "attaccato"...
  • Parallelismi: la struttura del componimento, così frammentaria, presenta una certa ricorrenza nell’aggettivazione: "compagno massacrato", "bocca digrignata", "congestione penetrata".
  • Per la sua natura così frammentaria, il testo è ricco di enjambement.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Veglia”: parafrasi e analisi del testo di Giuseppe Ungaretti

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Commenti: 1

  • livio
    21 giugno 2020, 15:55

    Se non metti il luogo della poesia de l’Allegria perdi il tema del diario e la visione hic et nunc dell’ermetismo🙏

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