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Recensioni di libri

Una provvisoria diserzione di Chiara Zucchellini

IoScrittore, 2019 - Un romanzo on the road pieno di musica, divertimento e malinconia, alla riscoperta dell’Io dei tre protagonisti.

Annalisa Fuso
Annalisa Fuso Pubblicato il 13-08-2020

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Una provvisoria diserzione

Una provvisoria diserzione

  • Autore: Chiara Zucchellini
  • Genere: Letteratura di viaggio
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Anno di pubblicazione: 2019

Scheda e prezzo libro:

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Una provvisoria diserzione (IoScrittore, 2019) è un romanzo di formazione che, nato come Cognento City Rockers, si è classificato tra i dieci vincitori del torneo per esordienti IoScrittore 2018. Chiara Zucchellini racconta il viaggio di tre amici che, alla soglia dei trent’anni, partono alla ricerca della destinataria di un messaggio chiuso in una bottiglia e, soprattutto, alla riscoperta di loro stessi.

Robby, Markus e Alle si erano frequentati per anni a Cognento, una piccola frazione alle porte di Modena, grazie ad amicizie comuni e alla passione per la musica. Si ritrovano dopo un periodo di lontananza, ciascuno con una crisi da superare, ciascuno con il bisogno di crescere.

Robby ha un impiego come organizzatrice di eventi, arrivato dopo gli studi universitari scelti quasi senza consapevolezza. Durante una trasferta in Toscana, crolla emotivamente e si rinchiude nella stanza dell’hotel per tutta la durata del congresso. Quando ne esce, distrutta, scende in spiaggia per una passeggiata all’aria aperta e decide di lasciare quel lavoro, che non ha mai sentito suo.

Scesi. E scendendo, anche la mia testa e il mio corpo, in qualche modo, scesero di un livello come a volersi accucciare in una dimensione nascosta, lasciando il mondo al piano di sopra.

Anche Alle si chiude in casa ma, a differenza di lei, ci resta per più giorni e non per una crisi lavorativa. La sua vita, insieme a quella dei genitori, è stata gravemente segnata dalla morte accidentale di suo fratello, poco più che trentenne. Alle ha il terrore che possa accadere anche a lui di morire da un momento all’altro e così decide, per non rischiare, di non uscire più.

Poi c’è Markus, che vive per sei mesi a Londra come comparsa punk e per sei mesi a Cognento, nel vecchio camper parcheggiato nel giardino della casa dei suoi genitori. Lo stesso camper che, tappezzato di scritte e adesivi, aveva a suo tempo accompagnato la band Cognento City Rockers durante i concerti. Robby e Markus erano membri del gruppo e un forte legame li unisce dal giorno in cui si erano conosciuti a una festa. I due sono molto affezionati e per lei è una rassicurazione il fatto di sentire Markus vicino.

Perché lui fa caso alle cose. Accarezza con gli occhi il caos in cui sono immersa.

Proprio a lui, infatti, Robby decide di mostrare la bottiglia che ha trovato incastrata tra gli scogli, durante la sua passeggiata lungo la spiaggia toscana. La bottiglia contiene una lettera scritta a mano, quasi illeggibile. Per interpretarla vanno a far visita ad Alle, appassionato di storia e con un dottorato di ricerca lasciato a metà per lavorare nella cartoleria di famiglia. Tra l’odore di chiuso e di polvere della casa in cui si è rintanato, Alle riesce a decifrare il messaggio: si tratta di una lettera di Mino Zeta, disertore della Seconda Guerra Mondiale, che è destinata a una certa Rosa e che parla di un dono.
I tre decidono di partire con il camper scalcinato dei genitori di Markus per consegnare il messaggio a Rosa. Secondo le loro supposizioni la donna, ormai novantenne, potrebbe essere ancora in vita e abitare nella Garfagnana.
Robby si mette al volante per tutto il tempo del viaggio proprio come quando, negli anni addietro, guidava il suo scooter con Markus appresso, come passeggero. Quando erano più giovani, era stata Robby a condurre il loro rapporto, a prendere le decisioni più importanti. Questa volta, però, non è così. Guida ma è smarrita, con un nuovo capitolo di vita da iniziare, con un passato da superare e con vecchie incomprensioni da smantellare, proprio come quel camper...

La struttura della trama è di per sé un classico. Il viaggio è un elemento già visto tante volte, ma che da sempre – tutti ricordiamo Ulisse, o Marco Polo – se ben costruito, sa incuriosire e appassionare.
Già a inizio romanzo, dal ritrovamento della bottiglia e dalla descrizione del camper, ce lo aspettiamo. Ma la storia ha una sua particolarità che funziona: a tratti divertente e a tratti più malinconica, e sempre accompagnata dalla musica come una colonna sonora, ci invoglia ad andare avanti nella lettura, a conoscere man mano qualcosa di più dei personaggi che la animano. O meglio, dei disertori, direi. Perché – e questa è, a mio avviso, la caratterizzazione più rilevante – c’è chi diserta dalla guerra e chi, più in generale, dai dettami della società. Ognuno di loro, Mino Zeta compreso, decide infatti di uscire dagli schemi imposti da altri: la guerra, il lavoro sicuro, le presunte certezze e stabilità economiche e affettive.

Il viaggio dei tre amici è raccontato alternando capitoli ambientati in parte al tempo della narrazione e in parte negli anni in cui i ragazzi si erano conosciuti. Le loro storie si svelano così un po’ alla volta, in un susseguirsi di flashback. Il viaggio non è un semplice partire dalle strade pulite e rassicuranti di Cognento alla volta del territorio toscano: è un cammino nelle coscienze alla riscoperta dell’Io. Ed è anche un viaggio nel passato: da quello più lontano, delle tragedie della Seconda Guerra Mondiale, a quello, più vicino, dell’adolescenza di Robby, Markus e Alle.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Un libro perfetto per...

Un libro dalla lettura scorrevole, adatto a chi ama i viaggi, la musica, l’amicizia e i ricordi degli adolescenti degli anni Novanta.

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Una provvisoria diserzione

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