Una notte sbagliata
- Autore: Gianluca Ales
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
Roma criminale, Roma ladrona, la notte fatale della scombinata banda dei cinque
Roma padrona, Roma ladrona, Roma impicciona. Roma tutto e niente. Roma paradiso e inferno. Roma capitale. Mafia capitale. Cosa non è più Roma, cosa è diventata. Cessopoli, sostiene uno dei personaggi del romanzo di Gianluca Ales “Una notte sbagliata”, edizioni Imprimatur, 606 pagine, 18 euro.
Profondo nero nell’Urbe, da una notte all’altra. È un noir lungo, si sviluppa in tantissime pagine, oltre seicento, ma l’azione principale si svolge tra il 31 dicembre e il 1 gennaio, in una dozzina di ore, a Capodanno. Però le storie dei protagonisti riportano ad anni indietro, lontano nel tempo, nei luoghi, anche nei continenti. Igor Padorin è un ex militare dell’Armata Rossa in Afghanistan, un ex soldato scelto Speznaz, un ex criminale russo.
Riccioletto è un malavitoso di provincia, Skizzo un tossico, soprattutto un pusher e i fratelli Fabbri, Alessandro e Tiziano, sono due naziskin coatti. A modo loro indossano una divisa: capelli rasati, muscoli da palestra e anabolizzanti, bomber verdi con lo scudetto tricolore.
Sono la banda dei cinque e uno di loro è un infiltrato, lavora per il commissario Avitabile. Un gruppo di poco più che accattoni del crimine, che chi trama per il controllo dell’area nordoccidentale della città vuole muovere sulla scacchiera come pedoni, assolutamente sacrificabili. E i quattro più uno non sospettano del gioco al massacro in cui sono stati gettati dall’alleanza tra un boss capitolino, un segmento della mafia cinese e la criminalità organizzata calabrese e casertana.
Sono incaricati di sorprendere, minacciare e spaventare un cinese che non ne vuole sapere di abbassare la cresta. Pretende anzi di volare troppo lontano e tutto da solo. Ovviamente l’operazione va da schifo, perchè è così che deve andare, nei progetti di chi tira i fili.
Ales, inviato di stampa un po’ in tutti i teatri di guerra degli ultimi anni, ne ha viste tante e le racconta sulle scene di questo romanzo, che si muove vicino ma corre lontano nei flashback, nei ricordi degli eroi non eroi impegnati nella missione criminale. Gente di mala, ma non necessariamente pessima gente. Soprattutto i cinque, ognuno dei quali ha molto da rivelare nel modo di fare e di ragionare.
Dopotutto, il bene e il male sono categorie piuttosto flessibili nei noir e questo è decisamente un giallo-nero che sa farsi rispettare.
Seicento pagine d’azione, anche di sangue, di momenti neri e sentimenti duri, di gente che vede le strade invase dagli extracomunitari, che farebbe tutto un fuoco, che odia tutti: immigrati, ebrei, zingari, gente di colore, marocco, politici, zecche comuniste.
Vicende di pura invenzione, assicura Gianluca: non esiste una cupola che controlla Roma, ma c’è comunque un’emergenza criminale nella Città Eterna, mentre gli intrecci tra delinquenza, mondo ultras e neofascismo stanno emergendo con drammatica evidenza.
E la realtà va ben oltre quanto Ales ha voluto descrivere. Omicidi in stile mafioso, ricorda, sono avvenuti anche in quartieri bene della capitale e il degrado nelle periferie non è solo romanzesco, ma molto più tangibile e sordido.
La mafia cinese, quella sì è impenetrabile, proprio come l’ha raccontata. È sotterranea, sfuggente, a causa delle difficoltà investigative legate ad un mondo “altro”, chiuso in se stesso, ma estremamente più complesso e innocente dietro i negozietti di paccottiglia di abiti e scarpe a pochi euro e le lanterne rosse dei ristorantini che odorano di fritto e curry.
Occhi a mandorla ci osservano severamente e sembrano non fare sconti. Nel romanzo, ma anche nella vita di tutti i giorni. Attenti, quello che racconta Gianluca Ales non è vero e non pretende di esserlo. Ma potrebbe diventarlo.
Intanto, riconosce, somiglia dannatamente alla realtà.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Una notte sbagliata
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