Un requiem tedesco
- Autore: Philip Kerr
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2021
Un requiem tedesco (Fazi, 2021, trad. L. Merlini) è la terza storia dell’investigatore Bernie Gunther e conclude la trilogia berlinese di Philip Kerr. Siamo nel 1947, la guerra è finita e Gunther è tornato da un campo di prigionia russo nella sua Berlino fatta di tante rovine e macerie e popolata da molti americani. La vita è difficile soprattutto economicamente. Bernie vive in un modesto alloggio con la moglie Kirsten che, prima insegnante, ora lavora come cameriera in un bar aperto ai soli soldati americani. La sera, sotto il soprabito, Kirsten nasconde pochi ma preziosi beni quali caffè, burro, cioccolato, sigarette sottratti durante il servizio nel locale. A Gunther questo dispiace perché è mortificante dover placare i morsi della fame in questo modo, ma soffre ancor più perché l’adorata moglie trascorre troppo del suo tempo con i clienti dopo la chiusura del locale e, come avrà modo di vedere lui stesso che alle indagini era tanto abituato, talvolta lo tradisce. Per sfuggire alla sgradevolezza della situazione, Bernie accetta uno strano e redditizio lavoro offerto da un colonnello dell’MVD sovietico, precursore del KGB, anche se gli richiederà di recarsi a Vienna e probabilmente di trascorrere un lungo tempo lì.
“- Mi può aiutare Herr Gunther?-
- Significa andare nell’Est- dissi più che altro a me stesso, come se avessi bisogno di convincermi, cosa che mi riuscì -
Le verrà a costare e non parlo di un paio di lecca-lecca-
Novak annuì con solennità.”
Apparentemente il lavoro sembra semplice. Un venditore tedesco, conosciuto da Bernie anni prima nella squadra degli omicidi, è stato imprigionato dagli americani con l’accusa di aver ucciso uno dei loro ufficiali, il capitano del controspionaggio degli Stati Uniti Edward Linden. L’uomo si dichiara innocente.
Ben presto l’incarico si rivela tutt’altro che semplice. Più Gunther approfondisce i dettagli del caso, più si convince che l’uomo non ha davvero commesso il crimine di cui è accusato, anche se ha fatto cose deprecabili nella sua vita.
Tuttavia, nel tentativo di dimostrarlo, il protagonista si ritrova in una complicata vicenda che coinvolge lo spionaggio russo, l’MVD, e una campagna organizzata per proteggere gli ex criminali di guerra delle SS.
Due nazisti di alto rango che hanno realmente perpetrato crimini, Heinrich Müller e Arthur Nebe, sono presenti e hanno un ruolo nella storia che è ancor più vera di quanto si possa inizialmente immaginare.
Bernie, anni prima trascinato dalla squadra omicidi di Berlino al servizio di Goebbels e più tardi di Himmler e con incarico ufficiale delle SS, tuttora è a disagio di fronte agli ex nazisti anche per il suo rifiuto durante il conflitto mondiale di partecipare all’uccisione di massa degli ebrei in Lettonia, disobbedienza che gli era costata prima l’invio al fronte orientale e in seguito la permanenza obbligata in un campo di prigionieri di guerra, non essendosi piegato all’arroganza e alla crudeltà di coloro che detenevano il potere; l’investigatore si sente anche in palese difficoltà ogni volta che un americano lo incrocia e lo tratta con l’atteggiamento di chi ha vinto.
Come in Violette di Marzo e Il criminale pallido, l’ampliamento delle indagini di Bernie approfondisce il senso del male politico, tranne per il fatto che ora i nazisti non hanno il monopolio del terrore istituzionale. Nel romanzo spiccano anche alcune figure femminili, tra cui Veronika, cui però è riservato un destino atroce.
Un requiem tedesco è un libro ambientato in un periodo assai oscuro. I racconti di privazioni, bugie e doppiezze del dopoguerra fanno pensare alla totale assenza di moralità anche dopo la fine del conflitto. I vincitori hanno diviso la Germania in settori e inoltre sono permessi ai soldati i peggiori eccessi e le più tremende crudeltà.
Philip Kerr conferma, con il romanzo, le sue capacità di narratore e maestro della suspense storica. Pagina dopo pagina, è sempre più evidente la capacità dell’autore non solo di ambientare realisticamente la vicenda nella realtà del 1947, ma anche di far conoscere a ogni lettore i personaggi che sono stati testimoni di una barbarie indicibile e, in alcuni casi, partecipanti effettivi.
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