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Recensioni di libri

Un nido di vespe di Davide D. Longo

Fratelli Frilli Editori, 2019 - Una giovane donna appartenente alle famiglie bene del luogo, viene orribilmente uccisa e accanto al cadavere rinvenuto uno strano anello longobardo. Un’occasione per il detective senza licenza Valerio Guerra di dimostrare le proprie capacità non solo investigative, ma anche archeologiche.

Ornella Donna
Ornella Donna Pubblicato il 03-01-2020

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Un nido di vespe

Un nido di vespe

  • Autore: Davide D. Longo
  • Genere: Gialli, Noir, Thriller
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Anno di pubblicazione: 2019

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Davide D. Longo vive e lavora in provincia di Varese. Nel 2017 pubblica Il corpo del Gatto. Un nido di vespe (Fratelli Frilli Editori, 2019) è il primo romanzo che vede la nascita dell’investigatore senza licenza Valerio Guerra. Chi è costui?
È un giovane dal vissuto doloroso e difficile, affrontato, però, dal protagonista con leggerezza e saggezza. Abbandonato dalla madre, cresciuto da un padre che non c’è più, che lo ha lasciato troppo presto, Valerio Guerra è:

“Disoccupato cronico e laureato con il massimo dei voti in archeologia alla Statale di Milano, a trent’anni suonati a malapena riusciva ad aprire le lattine del tonno. (…) Nervoso e timido insieme: un bel casino. Covare la rabbia dentro ma non riuscire a esternarla fino all’esplosione finale. Non aveva un carattere facile, lo sapeva, e forse era per questo che nessuna donna stava al suo fianco per più di qualche mese.”

Valerio Guerra deve pur vivere e allora con i suoi due amici va a svuotare le cantine delle ricche ville dei dintorni, per poi rivendere ciò che trovano a un rigattiere. Oltre a questo fa anche l’investigatore privato senza licenza, occupandosi, soprattutto, di procurare materiale a mariti/mogli traditi. Fino a quando non riceve la telefonata di Renè,

“Sessantenne attempato con una pancia che ciondolava di qui e di là, assecondando in modo goffo il movimento delle braccia."

Il commissario gli comunica che è stato trovato il cadavere di Ileana Rocchi alle “Tre Fette di Polenta”, una giovane ragazza appartenente a una delle famiglie del luogo che contano. Accanto a lei viene ritrovato uno strano anello longobardo perfettamente conservato. Qual è il significato implicito in tale ritrovamento? Forse ciò implica il coinvolgimento diretto di una setta? Sicuramente un modo per Valerio di dimostrare le sue capacità e le sue conoscenze universitarie di archeologo, ma non solo.

Incentrato su un caso complicato e difficile da risolvere, Un nido di vespe è un libro che avvince. L’autore dimostra bene di conoscere con precisione i mali che affliggono il mondo attuale: diffusa omertà, classi intoccabili, giovani viziati e senza scopo, annoiati e ingeriti nella loro stessa ricchezza. Ne consegue un perfetto ritratto di provincia malata:

“Pareva di stare in Arancia Meccanica con i vincitori e gli sconfitti restavano segnati dalla morte e dalla sofferenza. (…) Alla fine la provincia di Varese era come quel favo, all’apparenza innocuo come l’albero a cui era attaccato. Appena la si tormentava un momento, appena si scavava al di sotto della superficie, la provincia rivelava la sua vera natura. Un nido di vespe.”

A osservare le miserie umane si posa lo sguardo scuro e torbido del lago, che assiste impotente.
Una lettura dal fascino indubbio e intrinseco alla storia narrata. Una vicenda dal profondo tessuto narrativo, con la promessa di future avventure belle e interessanti.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Un libro perfetto per...

chi ama i gialli, ma anche gli studi sociologici sulla società e a chi è appassionato di archeologia.

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Un nido di vespe

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