Angiolo Silvio Novaro non è noto solo per le poesie dedicate a San Francesco e per le filastrocche per i più piccoli. Alcune liriche dell’autore sono d’occasione, oppure presentano un forte accento religioso descritto seguendo il vissuto del popolo o del proprio sentire. Se da un lato San Francesco rappresenta nelle liriche un esempio da imitare, nelle poesie dedicate alla fede comune l’autore si rivolge con fiducia alla pietà di Dio.
Nella lirica intitolata Un giorno forse Iddio il poeta si affaccia alla morte con la speranza di ritrovare la pietà del divino.
“Un giorno forse Iddio”: testo della poesia
Un giorno forse Iddio,
riguardando al mio deluso
amore di conoscenza,
mi toccherà, ed io
nascerò un altro.Bene scernere da Male
sarà facile come acqua,
ma i segreti che ieri
stancavano la mia sete,
chiari a vista purificata
appariranno, e moti e guizzi opachi
di fumicosi cuori,
netti esatti come il fondo
marino quando in amore
i pesci scherzano e vispe code
battono l’alghe.Candore e trasparenza
ogni cosa ai miei occhi.
Intenderò linguaggi
d’erbe fiumi uccelli e stelle,
e il sonno delle pietre,
e il riso puerile
dei ruscelli, e l’oscuro
andar di nubi su lampante luna.Ragionevole armonica piana
ogni cosa ai miei occhi,
e i misteri d’ieri
aperti come la melagrana
matura che si spacca
e pei labbri divisi ostenta
l’intimo cuore.
“Un giorno forse Iddio”: analisi e struttura della poesia
La poesia sulla conoscenza si distingue per un ricco impiego di metafore e similitudini che delineano un profondo desiderio di chiarezza e trasformazione interiore. L’espressione “il mio deluso amore di conoscenza” è una personificazione e una metafora, e attribuisce all’astratto amore la capacità di provare delusione, mentre “nascerò un altro” simboleggia una rinascita spirituale o intellettuale.
La comprensione dei segreti si presenta con le similitudini come “facile come acqua” per distinguere il bene dal male e chiari “a vista purificata appariranno”, per un’illuminazione quasi mistica. Le difficoltà nel comprendere la natura umana sono rese con la metafora dei moti e “guizzi opachi / di fumicosi cuori”, così si paragonano i sentimenti a movimenti indistinti come il fumo.
La chiarezza della comprensione è evocata dalla similitudine “il fondo marino quando [...] i pesci scherzano”, che trasforma la trasparenza in un’immagine dinamica e vitale. Il testo ricorre anche a una sinestesia estesa quando il poeta afferma “Intenderò linguaggi / d’erbe fiumi uccelli e stelle”; così attribuisce una voce a elementi naturali e sensorialità come il “sonno delle pietre” o il “riso puerile dei ruscelli”.
Il culmine delle metafore si ha con i “misteri d’ieri / aperti come la melagrana / matura che si spacca”, una potente immagine che personifica il frutto con “labbra divise” e un “intimo cuore”, che simboleggiano la piena rivelazione della verità.
L’apostrofe iniziale a Iddio sottolinea la dimensione spirituale della lirica nella sua interezza.
La poesia “Un giorno forse Iddio” passa in rassegna la vita dell’autore, con alcuni piccoli peccati che potrebbero averlo distolto da Dio e per cui chiede pietà. La sete di conoscenza, che inizia nella vita come distrazione dal mondo divino, ora non è più necessaria. La Fede mostra tutto in modo chiaro come l’acqua, mentre ogni cosa perde di mistero.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Un giorno forse Iddio”, la poesia di Angiolo Silvio Novaro sulla potenza della fede
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