Tu non dismetti mai le cose
- Autore: Giulia Fuso
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2018
Parlare della propria poesia come “fiori recisi della propria vita” è come ammettere che da soli siamo incompleti ed è grazie alla poesia che fioriamo, che mettiamo le radici e diamo frutti acerbi dapprima ma morbidi e succosi dopo. Giulia Fuso ha un umorismo tutto suo nello scegliere le parole giuste in ogni singola riga, che neanche scuotendo il libro con un’aspirapolvere riusciremmo a mescolarle e disfare il loro ordine, l’equilibrio perfetto in cui si muovono, sono piante rampicanti sulla pagina. Possiamo ammirarle però, e provare a parlarne.
La prima parola che ci rapisce è quel “tu” di "Tu non dismetti mai le cose" che si ripete tante volte quante è possibile immaginare. Sei tu a non dismettere le cose, le cose di cui la mia poesia si nutre? O sei tu a dismettere per rimettere nell’ordine più armonioso che ci è permesso nonostante la nostra limitatezza rispetto all’immortalità della parola? Intanto “ti aspetto” qui “in questo spazio”, uno spazio che soltanto tu e io conosciamo, lo spazio segreto delle nostre poesie e il lettore potrà solo immaginarlo se chiude gli occhi. Ma queste sono poesie che si leggono ad occhi aperti, perché non fanno sognare, ma ragionare, non fanno perdere, ma ritrovare e non fanno adulazione di chi sa, ma graffi, carezze e baci a chi non sa.
Poesie che si chiedono quale sia l’odore del cuore, riportando l’immaginario storpiato da Hollywood, che ha riposto in quell’organo il simbolo dell’amore e richiamando i sensi alla carnalità di un organo come gli altri, un organo che ha un suo odore e non quello di altri di cui siamo composti, “i depositi del fegato” per esempio. Fino a sperare che “di quel cuore / rimanga netto l’odore”.
Poesie che nascondono segreti: chi è “quell’indiano”, ci chiediamo, che ruolo ha tra quel tu e quell’io che sembravano i protagonisti assoluti di questa raccolta? Ancora una volta, a noi non sarà concesso sapere. Come per i titoli: perché quei titoli che prendono in giro se stessi? In americano, quei “That’s America”, “Take away”, quel “Misunderstanding”, il malinteso, altra parola chiave e tutti gli altri che si susseguono in contrapposizione con le poesie che rappresentano e che vivono in una dimensione ben diversa? Forse per portare tutto qui, sulla carta e non lasciarlo andare nell’astratto, per quel bisogno di razionalità che si dice salvi gli esseri umani dalla bestialità. Ma chi scrive poesie non ha paura di essere paragonato alle bestie, se seguire l’istinto creativo vuol dire dimenticarsi delle vere gabbie di cui “loro” sono circondati. E intanto “il piccolo rampicante / si appiglia ovunque, stordito; / Come me”.
Tu non dismetti mai le cose
Amazon.it: 13,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tu non dismetti mai le cose
Lascia il tuo commento