Inedita, ma realmente esistente è la Sicilia esoterica in cui si svolge il sesto thriller di Carlo Barbieri, autore palermitano giunto al tredicesimo libro con Tre (Ianieri, 2021). Ci ritroviamo il commissario Francesco Mancuso della Omicidi di Palermo, personaggio che ha ormai molti fan; e, in ruolo di coprotagonista, la città di Palermo con le sue bellezze, la sua gente, le sue contraddizioni. Ma, forse per fare onore al titolo, quel numero tre che della trama è il filo conduttore rosso sangue, stavolta ai due soliti protagonisti si aggiunge un carabiniere, il tenente Trevisan che le circostanze portano a collaborare spalla a spalla con Mancuso.
I libri di Carlo Barbieri
Ma se dei tredici libri di Barbieri, “solo” sei sono gialli… di cosa trattano gli altri sette?
Il fatto è che Carlo Barbieri è un autore particolare, che spazia dai thriller per adulti ai gialli per i lettori più piccoli e ai racconti umoristici. I gialli “per piccoli” contano due raccolte e due racconti singoli nella nuova collana “Piccoli gialli”, per un totale di 22 indagini, tutti con Einaudi Ragazzi. Hanno anche loro un protagonista stabile, un bambino che si chiama Ciccio e, dal momento che il piccolo investigatore vuole fare da grande il poliziotto, e visto che “Ciccio” è il diminutivo di Francesco… viene il sospetto che si tratti del commissario Mancuso bambino.
La narrativa umoristica, a cui dà il via Pilipintò. Racconti da bagno per siciliani e non seguito da Uno sì e uno no, non è catalogabile se non come un fuoco d’artificio di mini racconti fatti per passare un po’ di tempo in allegria. Forse la migliore definizione la troviamo nel sottotitolo dell’ultimo nato Siculo Babbìo: “Fantasie, discursi di cafè, miniracconti e persino minigialli”, supportata da una copertina che mostra una Sicilia capovolta nonostante le raccomandazioni tipiche degli imballi della roba fragile: un’icona della Sicilia che irride alle regole anche se rischia di farsi male.
Una persona che si mette a scrivere a sessantacinque anni, salta da un genere all’altro e in tutti raccoglie consensi (basta dare un’occhiata al suo profilo Wikipedia) non può avere un passato “normale”. E infatti in quella che lui chiama la sua “vita precedente”, Barbieri ha lavorato presso una multinazionale chimica come responsabile marketing; ha vissuto in Iran assistendo alla rivoluzione che detronizzò lo Scià Mohammad Reza Pahlavi; poi ancora sette anni in Egitto, per rientrare infine in Italia, dove vive a Roma. Non a caso i suoi trascorsi in Medio Oriente traspaiono in molte delle sue opere, in particolare nei thriller Il morto con la zebiba (Todaro Editore), Il marchio sulle labbra e La difesa del bufalo (Dario Flaccovio Editore).
Tornando ai thriller per adulti, creare un commissario Mancuso mentre la “scena” letteraria era completamente occupata dal Montalbano di Camilleri è stata certamente un’impresa temeraria, ma Barbieri c’è riuscito molto bene: il suo commissario ha infatti personalità e spessore tutti suoi, e Palermo certamente non è Vigata.
“Ma”, ci ha detto l’autore, “c’è un tratto in comune fra i due commissari: il rapporto con la propria squadra. Però non è Mancuso che somiglia a Montalbano: sono entrambi a somigliare al prototipo del bravo commissario, quello che con i suoi uomini ha un rapporto fatto di battute, comandi, sfottò, comprensione. Se è il caso, li riprende se sbagliano: ma è un richiamo che deve rimanere in famiglia, perché lui, i propri uomini non va a metterli in cattiva luce con i capi. E non si limita a proteggerli solo in ufficio: se c’è pericolo, lo fa anche sul campo”.
Per Barbieri, il poliziotto di riferimento è stato il grande vicequestore Ninni Cassarà, amico di famiglia da prima che entrasse in Polizia e di cui, per questo, ha potuto seguire le vicende umane e professionali. Ma Barbieri è grato anche a due ispettori del Commissariato Tor Carbone di Roma, C. e M., che gli hanno descritto la vita in un commissariato tipo, i rapporti fra gradi, il linguaggio.
Tre e i progetti futuri
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Circa l’ultimo thriller, Tre, una curiosità: nonostante le date di pubblicazione e i titoli dei libri siano decisi con grande anticipo da case editrici che non sanno cosa hanno in preparazione le altre, il Tre di Barbieri è uscito in perfetta contemporaneità – pare addirittura lo stesso giorno – del Tre di Perrin; e tutti e due sono usciti a… tre settimane esatte da un altro Tre, quello di Francesca Marcelli. Per un thriller dal filo conduttore esoterico come quello di Barbieri, non c’è male.
Rimanendo in tema di curiosità, abbiamo saputo che Barbieri pubblicherà con un editore siciliano un altro libro che, guarda caso, comincia con tre; e che, guarda (ancora) caso, inaugura un quarto genere. Il titolo sarà probabilmente Tre passeggiate a Palermo, itinerari a piedi in cui l’autore “si mette a braccetto del lettore e gli fa vedere, e gli racconta, cose un po’ diverse dalle solite”.
Ma non è l’unica novità che bolle nel pentolone di Barbieri: a ottobre sarà pubblicata un’altra raccolta di minigialli della serie di Ciccio, Dieci piccoli gialli 3, sempre con Einaudi Ragazzi, a cui seguiranno altri due racconti nella collana Piccoli Gialli; e gli episodi diventeranno 32… ma il piccolo poliziotto non smetterà di risolvere brillantemente i casi investigativi in cui si imbatte nella sua normale vita di bambino, perché ce ne sono già altri due in lista d’attesa. D’altra parte Ciccio sta per essere pubblicato anche in Cina: se avrà anche lì l’accoglienza che sta avendo in Italia, meglio essere preparati, no?
Non potevamo non chiedere a Barbieri quale genere gli sia più congeniale, e ci ha dato la risposta che ci aspettavamo: “Dipende dall’ispirazione”.
E a giudicare dai riconoscimenti che ha ricevuto in tutti e tre i generi letterari, sembra che l’ispirazione lo assista…
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tre: in libreria il nuovo romanzo di Carlo Barbieri
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