Storia delle letterature della antica Mesopotamia di Giovanni Rinaldi

Storia delle letterature della antica Mesopotamia (sumerica e assiro-babilonese) di Giovanni Rinaldi (1906-1994), docente dell’Università Cattolica di Milano, è un libro edito da Nuova Accademia nel 1957.
Il saggio ha una struttura semi-antologica, ma principalmente analitica, e studia una mole di testi mesopotamici che copre circa quattro millenni, dalle origini della scrittura al principio dell’era cristiana. Uno dei titoli di unità dei materiali analizzati sono la scrittura cuneiforme e i supporti impiegati: pietra (rocce e lastre) e argilla (tavolette), altri materiali furono impiegati solo eccezionalmente.
Dando uno sguardo a questo vasto universo, l’autore commenta:

"Direi che, se si eccettua il biglietto del tram e quello del cinematografo, nelle tavolette cuneiformi si trova tutto quello che scriviamo anche noi, compresa la nota della lavandaia e il re dei cuochi".

Le opere prese in esame furono redatte in due lingue, principalmente a seconda delle fasi storiche: il sumerico, linguaggio strutturalmente a sé e non imparentato con alcuna lingua antica o moderna, e il babilonese-assiro, simili a due varietà affini di una stessa parlata, parenti dell’ebraico, dell’arabo, dell’etiopico e del siriaco.

A distanza di tanti decenni vale ancora la pena di soffermarsi sul testo di Rinaldi per la sua buona impostazione, organica ed esaustiva, che - per quanto datato - lo rende un libro ancora con pochi eguali nell’ambito delle pubblicazioni italiane dedicate a questo specifico argomento. Forse è triste dirlo, ma questa sintesi sembra ancora insuperata.
I capitoli si susseguono secondo un ordine cronologico, che, con i dati in nostro possesso, cerca di essere il più rigoroso possibile; si va dalla poesia agli scritti storici, sino a quelli tecnici. Per chi stesse lavorando a una ricerca o a una tesi di laurea su questa materia, il volume di Rinaldi è ancora raccomandato.