Nella poesia intitolata Sii paziente Rainer Maria Rilke ci consegna un messaggio universale, che può ben rivolgersi a chiunque ma che si attaglia maggiormente ai giovani o agli impazienti o, ancora, per riprendere un termine che ritroviamo nel testo e che è oggi di gran moda, agli irrisolti.
Non è un caso che Sii paziente sia un componimento inserito all’interno delle Lettere a un giovane poeta, scritte tra il 1903 e il 1908 e realmente indirizzate a Franz Xaver Kappus. Nel 1902 questo giovane allievo dell’accademia militare di Wiener Neustadt, allora poco più che ventenne, sentiva che la carriera che stava per intraprendere non era nelle sue corde, tra una lezione e l’altra leggeva i libri e le poesie di Rilke, tra le sue tante incertezze, sentiva oscuramente il richiamo della scrittura. Quando scorge negli elenchi degli ex allievi della scuola il nome del poeta si decide a scrivergli in cerca di consigli. Rilke, che nella sua giovinezza aveva speso un anno nella vita militare per poi fuggire, rimane colpito dall’innocenza del giovane, riconosce un destino simile, un’affinità elettiva, e decide di rispondere, avviando una corrispondenza che durerà cinque anni e che diverrà uno degli esempi più felici di rapporto epistolare nella contemporaneità.
Quel che risulta, alla fine, è molto più che un carteggio: Rilke, come un maestro che si rivolge a un allievo, dispensa consigli, riflette sul sesso, sull’amore, sulla solitudine, su Dio, sull’arte e la creatività soprattutto, scrive con leggerezza e ironia, mostra una via per l’autorealizzazione, svela quanto possa essere inutile la critica fine a sé stessa. Sotto le mentite spoglie delle lettere si ritrova, quindi, un’iniziazione alla vita, ma anche una preziosa chiave di volta, per comprendere tutta la produzione del poeta.
“La maggior parte degli avvenimenti sono indicibili, si compiono in uno spazio che mai parola ha varcato, e più indicibili di tutto sono le opere d’arte, misteriose esistenze, la cui vita, accanto alla nostra che svanisce, perdura”.
L’arte, e con essa la scrittura, trova la sua ragione in un bisogno intimo, in un’urgenza, e vede la luce solo se chi aspira a praticarla sa disporsi all’ascolto, e sa esercitare quella difficile “passività attiva” che permette di contemplare ciò per cui non si danno parole.
Se l’arte, poi, come scrive Rilke nella lettera che chiude questo originale breviario, è soltanto un altro modo di vivere, la stessa disponibilità all’ascolto e all’attesa si rivela indispensabile anche nella quotidianità come rivela Sii paziente. Scopriamo, allora, insieme il significato di questa poesia.
Habe Geduld di Rainer Maria Rilke: il testo originale tedesco
Habe Geduld
gegen alles Ungelöste in deinem
Herzen
und versuche,
die Fragen selbst liebzuhaben,
wie verschlossene Stuben und wie
Bücher,
die in einer sehr fremden Sprache
geschrieben sind.
Forsche jetzt nicht nach den
Antworten,
die dir nicht gegeben werden können,
weil du sie nicht leben könntest.
Und es handelt sich darum:
alles zu leben.
Lebe jetzt die Fragen!
Vielleicht lebst du dann allmählich,
ohne es zu merken,
eines fernen Tages
in die Antwort hinein.[Viareggio bei Pisa (Italien), am 23 April 1903]
Sii paziente di Rilke: la traduzione italiana
Porta pazienza
per tutto ciò che è irrisolto nel tuo
cuore
e cerca
di amare le domande stesse,
come stanze chiuse e come
libri,
che in una lingua molto straniera
sono scritti.
Non cercare ora le
risposte,
che non ti possono essere date,
perché non puoi viverle.
Ed è questo il senso di tutto:
vivere tutto.
Vivi le domande ora!
Forse allora, a poco a poco, vivrai,
senza rendertene conto,
un giorno lontano
nella risposta.[Viareggio (Pisa, Italia), 23 Aprile 1903]
Analisi e significato della poesia Sii paziente di Rainer Maria Rilke
Il componimento si apre subito con un suggerimento fraterno. Rilke esorta il cadetto a coltivare la pazienza: si tratta di una virtù tanto rara quanto essenziale nella giovinezza, l’età in cui si fa ancora fatica a modulare le asperità del carattere e a percepire le sfumature e i chiaroscuri che connotano le emozioni, sono molte, infatti, in quel momento, le questioni che rimangono insolute nella nostra mente, le domande che continuiamo a porci, senza riuscire a dargli risposta.
Sono proprio quelle domande, però, che vanno apprezzate e valorizzate, seppure incomprensibili (“stanze chiuse”, libri, che in una lingua molto straniera sono scritti”) dal momento che ci predispongono a una ricerca interiore, a rinnovare il nostro sguardo sulle cose e sul mondo.
In un altro passo dell’opera Rilke afferma:
“Lei guarda all’esterno, ed è appunto questo che ora non dovrebbe fare. Nessuno può darle consiglio o aiuto, nessuno”.
È per questo che ha poco senso affannarsi per un obiettivo vano, cercare quelle risposte che nessun altro può dare e che il giovane non è ancora pronto a vivere, a cogliere nel loro significato più vero ed essenziale.
Un altro è l’atteggiamento da praticare: saper attendere, dare tempo al tempo, confidare nel futuro che inevitabilmente, anche se non immediatamente, porterà chiarezza, e nel frattempo vivere le domande stesse, ossia imparare la sottile arte di dialogare con sé stessi e di guardarsi dentro.
In un certo qual modo, Rilke propone una sorta di fede laica, una pratica interiore che insegna a non forzare gli eventi, ad aspettare fiduciosi che il significato di quel che ci accade si rivelerà a poco a poco; nel corso stesso degli eventi, allora, anche le domande più urgenti, quelle nascono dal fondo recondito della nostra anima, si scioglieranno inconsapevolmente (“senza rendertene conto”), in un futuro (“lontano”) che però sarà proprio il momento più opportuno per noi. Nel mentre è importante evitare di tormentarsi, non lasciare che il pungolo della nostra mente ci impedisca di procedere, lasciando indietro ciò che non è possibile chiarire.
Analisi metrica e stilistica della poesia
Sii paziente di Rainer Maria Rilke consta di un’unica strofa di venti versi liberi, di lunghezza variabile e senza un preciso schema rimico.
Diversi sintagmi trovano posto nel componimento in posizione isolata, l’autore ne sottolinea così l’importanza:
- “cuore” (v. 3): mostra la dimensione interiore all’interno della quale si gioca l’intero componimento;
- “libri” (v. 7): allude a quanto possa essere arduo e laborioso chiarire le domande di senso che presentano durante la giovinezza;
- “risposte” (v. 11): enfatizzato per indicare che arrovellarsi su una ricerca infruttuosa è inutile;
Per quanto riguarda l’uso dei tempi verbali spicca il ricorso all’imperativo (vv. 1, 4, 16), funzionale all’esortazione che si articola in tutto il componimento.
Per quanto riguarda le figure retoriche troviamo:
- un frequente uso dell’enjambement che dilata il testo, ne rallenta il ritmo e ben si adatta all’atmosfera meditativa presente in tutto il componimento;
- le similitudini (vv. 6 e 7) sono funzionali a rendere plasticamente, attraverso immagini nitide e potenti, il tema dell’interrogazione interiore: un atteggiamento che può essere anche frustrante e arduo da sopportare se perseguito insistentemente;
- l’anastrofe (vv. 8-9) che sposta il verbo alla fine della proposizione e anticipa il complemento (“in una lingua molto straniera”) evidenziandolo con un costrutto irregolare e ricercato, così da sottolineare l’estraneità e l’impossibilità delle risposte ricercate;
- l’iperbato (vv. 17-20) che disloca il termine “risposta” nell’ultimo verso, in chiusura del componimento, così da accentuarne, anche sintatticamente, la lontananza e l’inconsapevolezza, esplicitate nei due versi precedenti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Sii paziente”: la poesia di Rainer Maria Rilke che svela il senso di tutto
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