Sangue e neve
- Autore: Jo Nesbø
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2015
È tornato Jo Nesbø, uno degli autori di noir più apprezzati degli ultimi anni, da quando il “thriller” ha preso l’abitudine di venire dal nord, dove il ghiaccio crea un’atmosfera claustrofobica e la luce del giorno dura poco. “Sangue e neve”, edito da Einaudi nell’aprile 2015, ci presenta un personaggio nuovo, che non ha di certo il fascino “maschio” di Harry Hole, il detective protagonista dei tanti romanzi di Jo Nesbø , ma è capace di suscitare empatia.
Al di là degli eventi, in quest’opera possiamo trovare un “valore aggiunto”, ovvero un’indagine intimista del personaggio principale. I ricorrenti flash back che lo riportano ad un’infanzia tormentata, costituita da alcol e violenza fra le mura domestiche, ci svelano come proprio questi eventi lo abbiano forgiato nel carattere.
Ci troviamo ad Oslo, nel 1977. In un inverno particolarmente rigido, il killer dislessico Olav Johansen è alle prese con un incarico difficile. Il suo “capo”, Daniel Hoffmann, gestore della malavita locale, in particolare del giro di eroina e prostituzione, lo incarica di uccidergli la moglie fedifraga.
Con un’ironia che sa di insicurezza, o semplicemente di ingenuità, Olav confessa al lettore che il liquidatore sia l’unico “mestiere” possibile per lui, dato che è negato in varie cose. Incasinando le fughe, infatti, non può fare il rapinatore; così come non può essere un pappone, poiché puntualmente si innamora delle prostitute. Nemmeno il pusher va bene, perché Olav è negato per l’aritmetica e non riesce a fare il conto. Nonostante la dislessia, egli ha letto molti libri e ama la lettura, considerandola un’occasione per creare delle storie e far lavorare la fantasia. È un po’ un mondo segreto nel quale si rifugia per fuggire dalla squallida realtà.
Olav finisce in guai grossi quando, anziché ucciderla, si innamora di Corina, la moglie del boss. Ormai braccato, non gli rimane altro che anticipare il suo inseguitore. Deve assolutamente uccidere Hoffmann, prima che questi uccida lui. In sintesi, batterlo sul tempo.
A tal proposito si potrebbe chiedere aiuto alla “concorrenza”, ovvero a quel Pescatore che da anni sogna di togliersi il rivale di torno, ma di chi ci si può davvero fidare? E soprattutto, le cose sono veramente come sembrano?
“Sangue e neve” è un viaggio nel mondo della malavita, dove tradimenti, uccisioni e sparatorie sono all’ordine del giorno. Olav è un personaggio che “stride” con l’ambiente, poiché si pone come un killer “sentimentale”, in cerca dell’amore. Un sentimento puro che va al di là dell’atto fisico. Un “ti amo” che ha paura di dichiarare alla zoppa e sordomuta Maria, alla quale in passato ha salvato la vita, perché la ritiene così imperfetta e troppo simile a lui.
Olav sente dentro di sé quella belva assopita ma mai morta, e, anche se a volte è capace di gesti generosi, avverte il suo potenziale distruttivo. Perché il killer buono, non siamo ipocriti, non esiste.
“Mi piaceva aspettare. Mi piaceva il lasso di tempo tra il momento in cui prendevo la decisione e quando agivo. Erano gli unici minuti, le uniche ore, gli unici giorni della mia vita verosimilmente breve in cui ero qualcosa. Ero il destino di qualcuno”.
“Sangue e neve” è una storia cruda, surreale dal punto di vista dei sentimenti, che raggiunge picchi commoventi. Lo stile è quello asciutto e diretto di Jo Nesbo; i suoi personaggi carichi di testosterone, perché è una cosa che gli viene naturale e non può farci nulla.
Un romanzo breve, che appassiona e si legge tutto d’un fiato. Ed è bello riscontrare che, anche nelle storie noir, venga dato spazio a ciò che si addensa nella mente di un uomo.
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