Ribelle
- Autore: Dana Spiotta
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2024
Una vecchia casa abbandonata, un cottage ispirato al gusto Arts and Crafts che ancora mantiene qualche residuo dell’antica dignità, in un quartiere periferico e mal frequentato della periferia di Syracuse, stato di New York, è il punto da cui parte il romanzo dell’americana Dana Spiotta, tradotto in italiano da Carlo Prosperi per La nave di Teseo, con il titolo Ribelle.
La storia è raccontata in terza persona e ne è protagonista Sam, una donna poco più che cinquantenne, devastata dalla vittoria di Donald Trump alle elezioni, molto concentrata su di sé, sull’imminente menopausa che le procura insoliti fastidi fisici e psicologici, stufa della freddezza e della distanza con cui la tratta il marito Matt; in difficoltà con la figlia sedicenne Ally, pronta a spiccare il volo per il college; troppo lontana dalla madre Lily, vedova, che vive a un paio d’ore di automobile da loro. Improvvisamente, senza alcun preavviso, Sam legge un annuncio immobiliare e decide, senza esitazioni, di dare l’anticipo, anche se è consapevole di farlo con i soldi del marito, per il Bungalow Arts and Crafts, unico nel suo genere, progettato da Ward Wellington Ward nel 1913, in vendita per 38.000 dollari!
Solo per acquirenti avventurosi.
Al marito incredulo, alla figlia arrabbiata, Sam non concede nulla: deve andarsene di casa, deve provare a vivere da sola, deve pensare a un’esistenza diversa.
Anche se la sistemazione nella nuova piccola e fatiscente casa è molto precaria, di buono ci sarà solo un buon materasso nel letto singolo e un caminetto che funziona bene, Sam comprende che l’insonnia continua a perseguitarla, la lontananza dalla figlia che non le risponde al telefono la fa soffrire; l’unico a restarle vicino, in ogni senso, è il marito, che la mantiene, viene a trovarla, spera che il capriccio passi e lei torni a casa.
Il rapporto tra le tre donne, Sam, sua madre e sua figlia, si fa sempre più coinvolgente, e a questo intreccio familiare si aggiunge anche il tentativo, un po’ maldestro in verità, da parte di Sam, di costruire nuove relazioni con gruppi femministi, con associazioni improbabili, con donne estremiste come estremista era stata la giovane Clara Loomis, che nel 1868 aveva lasciato il suo benessere borghese e puritano per unirsi a una comunità cristiana “fondata sull’amore anziché sull’avidità”, per raggiungere la Perfezione attraverso la confessione in Cristo.
Ora, nella sua vecchia casa, Sam lavora come volontaria per raccontare agli scarsi e poco interessati visitatori le strane vicende di Clara e delle sue seguaci.
Non è un vero lavoro, quello di Sam che, pur contestando la vita borghese delle sue coetanee e vestendo jeans sdruciti, non riesce a liberarsi dei sensi di colpa che le sue scelte di vita le hanno causato: eccola una sera, partecipare in un locale a una sorta di pubblica confessione di fronte a un pubblico ostile e violento, in mezzo al quale scorge con orrore la sua stessa figlia Ally, con la quale la rottura è ormai definitiva.
Scrive con sicurezza e con una buona capacità di costruire i suoi personaggi e il clima nel quale sono immersi, Dana Spiotta: ma, mentre alcune pagine del romanzo sono davvero efficaci, quelle che delineano la situazione della società americana in periferia, dove i poliziotti ammazzano i giovani neri senza motivo, dove le donne si organizzano in sette religiose improbabili, dove il femminismo si colora di aspetti francamente insopportabili: altre invece risultano più noiose, soprattutto la lunga digressione dedicata a Clara Loomis e alla sua assurda comunità cristiana di metà ottocento.
C’è molto dolore nell’esistenza di Sam, molto sangue, quello del mestruo, del parto, della menopausa, del ragazzo ucciso dai poliziotti, del suo stesso sangue quando si trova svenuta in terra, sola in casa.
L’unica medicina, “dormire”, finalmente, sperando in un’altra occasione. Un sonno ristoratore come metafora di una società americana in grande difficoltà, che si prepara, ahimè, e sono con Sam, a una seconda elezione di Trump.
Ribelle
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