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Recensioni di libri

Quel magnifico elettrotreno. Alta velocità ieri e oggi di Vincenzo Foti

IBN Editore, 2022 – Un saggio che ripercorre dall’inizio le tappe fondamentali dell’Alta Velocità ferroviaria, progresso che nasce insospettabilmente quasi novant’anni fa, nel Mezzogiorno, con la Roma-Formia-Napoli.

Felice Laudadio
Felice Laudadio Pubblicato il 15-03-2022
Quel magnifico elettrotreno. Alta velocità ieri e oggi

Quel magnifico elettrotreno. Alta velocità ieri e oggi

  • Autore: Vincenzo Foti
  • Genere: Romanzi e saggi storici
  • Categoria: Saggistica
  • Anno di pubblicazione: 2022

Il 13 dicembre 2008, il primo treno ad Alta Velocità ha percorso la linea settentrionale Milano-Bologna, ma in un volume nato per celebrare l’AV ferroviaria in Italia, la curiosità è che l’antenato degli attuali Frecciarossa ha esordito invece al servizio del Sud, sulla Roma-Napoli, elettrificata nel 1935. Si apprende in un volume delle Edizioni IBN di Roma, riccamente illustrato a colori nel formato album, 13.5x23.5 cm, Quel magnifico elettrotreno. Alta velocità ieri e oggi (gennaio 2022, 148 pagine), a cura di Vincenzo Foti, giornalista calabrese esperto di locomozione e trasporti ferroviari, redattore web nei settori economia e ambiente.

Il lavoro mette in evidenza le origini antiche dell’Alta Velocità nel nostro Paese, che risiedono dopotutto nello sviluppo della velocità dei convogli ferroviari, avviato poco meno di novant’anni fa. Nel migliorare i collegamenti su rotaie, il progresso tecnologico ha sempre puntato sull’obiettivo di rendere i treni sempre più veloci e capaci. Ogni volta che da allora a oggi si è ottenuto quel risultato, il sistema del trasporto su ferro ha fatto un passo avanti, come si è ripetuto a fine 2008.

Questo saggio, scrive l’autore, “ripercorre le tappe fondamentali, fin dai primi esperimenti, con un occhio alla tecnica e anche al costume sociale di chi, quei treni, li ha usati e vissuti. E anche costruiti”.
Una storia di grandi progetti, di studi, di innovazioni tecnologiche. Di importanti competenze professionali. Di traguardi raggiunti e pure di qualche obiettivo mancato.

“Una storia di ingegneria, di archeologia industriale, di artigianato, di stile, di moda. Di cultura, ma soprattutto di intramontabile passione per i treni”.

Per Alta Velocità (AV), s’intende un complesso di infrastrutture ferroviarie, vettori, vetture, segnali e sistemi di telecomunicazione in grado di far circolare i treni a una velocità superiore ai 250 chilometri all’ora. Con l’espressione Alta Capacita (AC) vengono indicate invece le linee di nuova concezione che a una velocità massima di 300 km/h consentono anche un incremento del traffico merci (in Italia si è cominciato da poco).

Nel primo decennio di esercizio, l’AV ha trasportato più di 300 milioni di passeggeri, incidendo positivamente sul Pil, per trasporti, occupazione e turismo. Ha collegato ottanta città, con una flotta di 144 Frecciarossa, Fracciargento, Frecciabianca. Sta cambiando l’architettura urbana dei centri dove vengono costruite o ammodernate le nuove stazioni e sostituendo la locomozione elettrica ai motori a combustione rimuove l’emissione di tonnellate di anidride carbonica.

Un’autentica eccellenza nazionale e la storia parte da lontano. La prima Direttissima italiana fu la Roma-Formia-Napoli, aperta all’esercizio il 28 ottobre 1927: nuovo tracciato in alternativa all’itinerario via Cassino, rispetto al quale, dopo l’elettrificazione completata nel 1935, la velocità massima saliva a 120 km/h e la distanza scendeva da 250 a 214 chilometri. Seguendo la costa tirrenica, si arrivava a Napoli da Pozzuoli. Nell’aprile 1928 venne attivato il tronco Villa Literno-Aversa-Napoli Centrale, che assicurava il collegamento con Caserta. La Roma-Formia consente ancora oggi una velocità massima di 180 km/h. Il tratto più tortuoso è tra Latina e Formia, dove i binari attraversano i Monti Ausoni nella grande galleria Mont’Orso, 7351 metri.

La seconda Direttissima italiana entrò in attività nel 1934, da Bologna a Firenze e viceversa, seguendo un percorso meno tortuoso della linea Porrettana via Pistoia. Il tracciato comprende il più lungo percorso ferroviario coperto in Europa a doppio binario: la Galleria dell’Appennino, 18.507 metri tra San Benedetto Val di Sambro e Vernio. Include anche tratti su terrapieni, viadotti e in trincea, più altre due gallerie: Pian di Setta (3.052 metri) e Monte Adone (7.113 metri). Le pendenze del tracciato di 97 chilometri non superano il 12 per mille. Sulla Porrettana si tocca il 25.
La Direttissima Firenze-Roma cominciò a prendere forma nel 1962, anche per il traffico merci, collegata al tracciato già esistente con interconnessioni a Figline Valdarno, Montevarchi, Arezzo, Chiusi. Doveva beneficiare delle tecnologie più avanzate e di regole di circolazione particolari. I lavori di costruzione cominciarono nel 1970, fino al completamento il 31 maggio 1992. I 257 chilometri della Firenze-Roma (che non prevede stazioni intermedie, solo posti di servizio per la circolazione) sono rimasti a lungo l’unica linea ferroviaria italiana sulla quale i treni potevano correre a 250 km/h.

L’Alta Velocità, come la intendiamo oggi, nasce a cavallo fra gli anni Ottanta e i Novanta. Progettata per il traffico passeggeri sulla direttrice Milano-Napoli- Salerno e Torino-Venezia-Trieste, dal dicembre 1996 “andò evolvendo verso un programma di più largo respiro rivolto al potenziamento e alla velocizzazione della rete nel suo complesso”.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Quel magnifico elettrotreno. Alta velocità ieri e oggi

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