

Politiche per la felicità
- Autore: Stefano Bartolini
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Feltrinelli
Stefano Bartolini, economista politico, si chiede cosa bisogna riformare per rendere più felici le persone. In realtà niente, perché siamo coscienti di avvizzire e di invecchiare; e poi le chiacchiere sull’immortalità, per ora, sono solo storie fantasy. Bartolini lo scrive senza troppe parole nel libro Politiche per la felicità Feltrinelli, 2013) ovvero:
L’attuale mondo ricco non produce individui più felici, perché non è organizzato per questo.
Lo studioso sembra dire che nel corso dei secoli siamo arrivati alla pancia piena, in molti, ma molto infelici. Si penserebbe a una riforma del lavoro, ma la legge dei 35 euro in Francia non ha spostato una virgola sul discorso felicità. Facendo un’analisi accurata, si è scoperto che gli individui meno scolarizzati vedono un’ora in più di televisione, mentre la lettura e i confronti su politica e miglioramenti sociali restano uguali. La verità non è lavorare di meno, ma vivere in un luogo che crei socialità, con parchi sicuri per bambini e coppie; eppure il cemento avanza per trovare nuove case per gli anziani, che con un inghippo hanno venduto a pochissimi soldi la loro casa al centro città. La cosiddetta gentrificazione: anziani che si spostano dal centro città, convinti di stare meglio, in quartieri lontani e purtroppo isolati.
Non c’è una vita più serena, perché i bulli del quartiere, che spesso sono immigrati, al massimo li lasciano stare. E gli appartamenti vacanti? Con la giusta rinnovazione, buttare tubature antiche e guasti di ogni tipo mettono sul mercato immobiliare delle case che nemmeno i borghesi si possono permettere di comprare. Si creano appartamenti per americani facoltosi che sono disposti a versare tanti soldi solo per una settimana. Città blindate sono Milano, con la moda, Roma per la politica e il turismo sull’impero romano e oltre. Ma Bartolini spiega che le relazioni umane, le chiacchiere sui film visti, le mostre da visitare restano confinati al centro della città. Le periferie e i paesi dell’hinterland diventano tristi dormitori.
Una maggiore cultura passa prima con la creazione delle comunità, che andrebbero mischiate. Ma per ora la globalizzazione ha generato solo infelici, che poi sembra un gioco la storia della felicità se non non si ha acqua corrente o un salario sicuro. Bartolini si tiene alla larga sui nuovi ricchi, su politiche welfare, sull’ignoranza dei manager che si presentano sempre con le stesse soluzioni. La felicità quotidiana non è di questo mondo, miliardari compresi. Poi c’è da dire che i due miliardi e più di cinesi non vogliono, avendo maggiore guadagno, sacrificarsi per un pianeta Terra più ecologico; vogliono macchine lussuose che vanno a benzina e case più grandi. Senza essere distopici, la strada per una maggiore serenità per tutti è lontanissima.
Ma Bartolini ritorna sulle comunità, sulla dignità di chi fa lavori pesanti; ma poi, per otto miliardi e più di essere umani, la felicità diventa più piccola, diviene decenza e serenità. La felicità è altrove.

Politiche per la felicità
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