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Recensioni di libri

Poeti giapponesi

Einaudi, 2020 - Un secolo di storia giapponese raccontato in versi, una panoramica esauriente che propone ai lettori un secolo di storia, cultura e costume del Giappone letto attraverso gli occhi dei poeti.

Alida Airaghi
Alida Airaghi Pubblicato il 01-06-2020

5

Poeti giapponesi

Poeti giapponesi

  • Autore: Non disponibile
  • Categoria: Poesia
  • Casa editrice: Einaudi
  • Anno di pubblicazione: 2020

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Mancava, nel nostro panorama letterario, un’antologia aggiornata e ampia della poesia giapponese contemporanea e l’iniziativa dell’editore Einaudi di inserire una tale accurata rassegna nella sua “collana Bianca” risulta pertanto opportuna e lodevole. Il volume Poeti giapponesi, con testo a fronte, comprende ventidue autori e autrici scelti fra le generazioni che si sono susseguite a partire dai nati negli anni Venti, come Ishimure Michiko (1927), fino a Fuzuki Yumi (1991): due donne ad aprire e chiudere un secolo.
L’approfondita introduzione di Maria Teresa Orsi (professore emerito dell’Università La Sapienza di Roma e autrice di fondamentali lavori sulla letteratura giapponese) e le preziose note di Alessandro Clementi degli Albizzi ci avviano alla conoscenza di una cultura poetica finora non abbastanza frequentata in Italia, presentandoci un ventaglio di scritture diverse negli stili e nei temi, ma sempre originali e interessanti.

Tratto comune agli autori presentati è l’utilizzo del verso libero, introdotto nella poesia giapponese alla fine del XIX secolo su imitazione dei modelli occidentali e in seguito adottato continuativamente, in un reciproco e intenso scambio con la produzione americana ed europea, pur nel rispetto della tradizione classica nipponica. A questa compenetrazione tra oriente e occidente si deve aggiungere la perenne influenza esercitata sulla poesia giapponese dalla cultura e dalla lingua cinese, proficuo terreno di formazione letteraria per intere generazioni. Alla fine della seconda guerra mondiale, si impose necessariamente la volontà di rompere con un passato di celebrazioni nazionalistiche e retoriche, di esasperata liricità e simbolismi, alla ricerca di contenuti che rendessero evidente la critica ideologica a ogni fanatismo ideologico e bellico, testimoniando invece il dolore e il lutto collettivo di una nazione, la fatica della ricostruzione, il senso opprimente di disperazione e morte.
I poeti nati negli anni ’30 ambivano a porre l’accento soprattutto sulle proprie esperienze individuali, accentuando la particolarità delle loro scelte stilistiche, in cui venivano privilegiati ritmo, musicalità e linguaggio colloquiale, senza trascurare una vena più ironica nell’interpretazione del proprio vissuto.
Fondamentali furono, nell’inaugurare questo nuovo indirizzo creativo, le raccolte e gli interventi critici pubblicati negli anni ’50 da Ōoka Makoto e Tanikawa Shuntarō, i quali proposero nuove e differenziate modalità di espressione, dal sonetto ai testi di canzoni, dal metro classicheggiante alla sperimentazione surrealistica.

Negli anni del dopoguerra, con la veloce sterzata dell’economia in direzione di uno sviluppo capitalistico e consumistico, divennero più frequenti e vivaci i contatti con altri fenomeni artistici, dalla pittura al teatro, dal cinema alla pubblicità. A una dinamica attività editoriale volta a diffondere la poesia si affiancarono negli anni ’70 i festival, le letture in pubblico, le performance, dando un valore sempre più accentuato all’oralità, al suono, alla recitazione dei versi: in questo campo fu ed è tuttora maestro Yoshimasu Gōzō, teorizzatore di una nuova libertà sintattico-grammaticale nel testo scritto e di un’interpretazione destabilizzante e innovativa nella proposta vocale. La sua famosa A fianco (cotes) della poesia utilizza in maniera inedita e sovversiva simboli, spaziature, caratteri tipografici, onomatopee, frantumazioni, proponendo una clamorosa rottura con la tradizione poetica orientale. Maria Teresa Orsi presenta nell’introduzione una particolareggiata rassegna degli autori antologizzati, nei loro peculiari caratteri esistenziali ed espressivi: dal raffinato estetismo dei temi omoerotici di Takahashi Mutsuo, a quelli mitologici e leggendari di Irisawa Yasuo, dalle battaglie ambientali di Ishimure Michiko a quelle politiche di Sasaki Mikirō e di Fujii Sadakazu.

Molti testi alternano ai versi brani prosastici, utilizzando linguaggi gergali, tecnicismi, slang; altri riprendono stilemi classicheggianti e metri tradizionali, soprattutto quando tratteggiano in modi sfumati ed elegiaci il paesaggio, o affrontano concetti spirituali e atmosfere magico-religiose. A poesie evocative e nostalgiche di ambienti familiari o di memorie infantili si contrappongono messaggi divulgativi e terminologie provocatorie degli autori più giovani, o proposte di ardua interpretazione a livello semantico e linguistico di scrittori di nicchia come Arakawa Yōji e Nomura Kiwao. Quest’ultimo così teorizzava in un articolo:

“La cosiddetta poesia moderna di cui mi occupo si chiama anche poesia libera. Infatti non ha una forma prestabilita come lo haiku o il tanka, ma volta per volta si sposta senza sosta e scorre liberamente da una forma all’altra. Assomiglia all’immagine di un viandante”.

Largo spazio viene dato alla poesia delle donne, che dagli anni ’80 a oggi si è imposta in Giappone con assoluta rilevanza in termini di successo di pubblico e di prestigio culturale. Sulla scia delle istanze femministe occidentali, tra le poetesse contemporanee si è fatto strada l’interesse per l’esplorazione psicologica e fisiologica della femminilità, attraverso un uso del linguaggio istintuale e spregiudicato (Itō Hiromi, Sugimoto Maiko, Fuzuki Yumi).
Una panoramica esauriente, quindi, quella che ci viene offerta da questo volume, che propone ai lettori un secolo di storia, cultura e costume del Giappone letto attraverso gli occhi dei poeti.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Poeti giapponesi

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Commenti: 1

  • Maria Teresa Orsi
    9 giugno 2020, 13:02

    mi sembra una bella recensione e mi ha fatto piacere leggerla. Grazie

    mto

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