Più alto del mare
- Autore: Francesca Melandri
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2012
Pubblicato da Rizzoli nel 2012 e finalista al premio Campiello, il romanzo Più alto del mare di Francesca Melandri ci riporta a quegli anni di piombo di fine ’70. La storia, profonda e severa, ci fa riflettere sui tragici avvenimenti che abbiamo dovuto attraversare nella speranza che comunque ci siano serviti per maturare e per vivere più liberi.
La bellezza e naturalezza dell’Isola stride con le tristi storie che accoglie. Infatti nell’Isola sorge un carcere di massima sicurezza che ospita criminali macchiati dei più orrendi delitti. Luisa e Paolo sono appena sbarcati e si sanno recando a far visita a due carcerati. La donna, una semplice contadina con cinque figli da allevare, sta andando a trovare il marito pluriomicida. Paolo, ex insegnante di liceo in pensione e vedovo, si sta recando dal figlio brigatista. Il peso morale che devono sopportare li accomuna. Il senso di colpa li attanaglia entrambi. La compassione del prossimo non può arrivare a loro. Nessuno può provare pietà per loro! Il romanzo è un messaggio soprattutto per i parenti di carcerati che si sono macchiati di delitti atroci. Paolo sente di essere responsabile dell’educazione del figlio, convinto che poteva fare qualcosa per fermarlo. L’amore che prova per il figlio è comunque una forza naturale che travalica ogni comportamento, anche il più deprecabile. Luisa nello stesso tempo si trova nella scomoda posizione di aver sposato un omicida e di aver generato la vita insieme a lui. Il dolore aumenta e si fa più forte approssimandosi al vetro del parlatorio. I parenti delle vittime devono affrontare la pena che a casa rimane leggermente offuscata dalla lontananza. Dopo l’incontro travolgente in carcere, i due parenti sono costretti a pernottare sull’Isola per una tempesta in corso. Vengono scortati ed accuditi da una guardia carceraria che si rivela essere l’altro grande protagonista del romanzo. Il crimine visto dalla parte dei parenti e delle guardie. Pierfrancesco Nitti è attraversato dai turbamenti tipici di chi conduce la vita in un carcere: libero, ma prigioniero di quelle tristi vite, di quelle dolorose vicende, di quel mondo chiuso che non può raccontare all’esterno perché impossibile da comprendere per le persone che conducono una vita normale. Persino con la moglie non c’è dialogo e comunicazione, non ci sono gesti di apertura, non c’è il racconto quotidiano del suo duro e faticoso lavoro. Inevitabilmente il loro rapporto ne risente enormemente fin quasi alla rottura.
Riuscirà Nitti a trovare la luce nel rapporto con la moglie? Riuscirà a compiere un gesto simbolico che lo avvicini a lei? Riuscirà finalmente a liberarsi dei suoi turbamenti ed a rivelarsi alla moglie dopo le confidenze con Paolo e Luisa che hanno attraversato dolori ancora più profondi?
Riusciranno Paolo e Luisa a riprendersi la rivincita dopo tanto dolore? Riusciranno a riscattarsi dal loro ruolo di vittime per colpe che non hanno commesso?
Sceneggiatrice per anni, Francesca Melandri si ripresenta al pubblico letterario dopo il successo di “Eva Dorme” con un romanzo profondo e svelto che ci fa emozionare e che ci fa riflettere su quel periodo così tormentato che tutti noi abbiamo attraversato e che, si spera, abbiamo superato.
Fa riflettere su quel periodo che ha come sfondo il rapimento di Moro, le stragi di Bologna e di Ustica e tanto, tanto ancora. Ci fa tornare indietro nel tempo e ci fa ricordare cose lontane che tutti noi cercavamo di tenere nascoste. Uno spaccato di introspezioni intimistiche e psicologiche da parte dei tre protagonisti che mette in luce i tormenti di tutta una generazione e di tutto un periodo turbolento. Un romanzo lineare, di notevole intensità, che ci fa emozionare toccando temi scottanti con grande pudore. Una storia che non può lasciarci indifferenti!
Più alto del mare
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