Piccola storia del corpo
- Autore: Paolo Di Paolo
- Categoria: Saggistica
Il corpo è ciò che ci definisce nello spazio, è - ancora - ciò che “occupa” e ci delimita nello spazio. Più che lo scrigno dell’anima, il trait d’union tra la materia bruta degli organi e delle viscere e il mondo esterno. Ed è vero, altresì - come scrive John Berger – che “il corpo umano (…) è anche intrinsecamente tragico”, una prerogativa inconfutabile legata alla sua imperfezione, alla corruttibilità, alla sua finitudine: antidoti quaresimali per un eventuale impiego del corpo in esclusiva accezione sensuale (meditate gente, meditate).
Venendo al piano del corpo-rappresentato - tema del saggio “Piccola storia del corpo” di Paolo Di Paolo per Giulio Perrone Editore - non si può certo dire che manchi la materia di indagine. E’ persino banale dirlo, ma l’habitus esteriore che ci (rap)presenta nel mondo è stato attraverso i secoli l’autentico motore ispirativo della creazione artistica e letteraria, a seconda dei casi e delle necessità, demonizzato, idolatrato, umiliato, erotizzato, metaforizzato, denudato, bramato come oscuro oggetto di desiderio o inviso come pericolosa fiamma del peccato, comunque archetipo, qualcosa di ineludibile, qualcosa con cui fare i conti, giocoforza.
“Piccola storia del corpo” non è un’agiografia della materialità, ma un excursus a raggio amplissimo della sua sfaccettata riproduzione artistica, questo sì.
La prima e la seconda parte del libro - curate da Paolo Di Paolo - muovono dal concetto-cardine del corpo come armonia formale dell’antica Grecia, per poi approdare/esplorare le visioni corporeee di scrittori (soprattutto) e di artisti dell’Otto/Novecento (dall’estetizzante D’Annunzio allo psicanalitico Moravia, da Carlo Levi a Tommaso Landolfi a Italo Calvino e diversi, diversissimi altri ancora), per concludere, con un occhio agli scrittori contemporanei che la
“letteratura degli ultimi anni non è lontana dalle performance artistiche ‘che cercano come l’assoggettamento dello spettatore, il cui desiderio suscitano e insieme rifiutano di esaudire’, inventando una ‘strategia dell’avvenenza abilmente alternata a un’altra dell’orrore’ (…)”.
Si parlerebbe, insomma di
“un corpo a cui è negata l’integrità, esploso, offeso, ferito (…), audace, escluso, solitario e disperato, ermafrodito, sterile. E’ in questa contraddittoria pletora aggettivale che vanno ricercati senso e ragioni di una ‘tragedia’”.
La terza parte del saggio - curata da Alma Gattinonie Giorgio Marchini – si incentra esclusivamente sull’arte figurativa, su come essa, tra secondo Ottocento e Novecento, abbia illustrato-vivisezionato i corpi e la corporeità, ora in funzione scandalosa, ora in funzione sociale (i così detti corpi affaticati del “quarto stato”), ora in funzione paradigmatica (il corpo femminile tra demonio e santità), ora metaforica e persino “politica” (i ritratti della retorica fascista e comunista).
“Piccola storia del corpo” è, infine, corredato da numerose fotografie in bianco e nero che temprano una narrazione di taglio accessibile seppure accurata e puntuale. Un libro ben fatto e scritto altrettanto bene, insomma, che incuriosisce e fa pensare.
Piccola storia del corpo
Amazon.it: 16,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Piccola storia del corpo
Lascia il tuo commento