Perdersi
- Autore: Lisa Genova
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2010
Perdersi (Piemme, 2010) è il titolo del libro d’esordio di Lisa Genova, laureata in Neuropsichiatria ad Harvard, che ha dedicato la sua vita allo studio di disturbi e patologie legate alla mente. Ed infatti il libro si occupa di morbo di Alzheimer, malattia che si sta facendo conoscere a tutte le latitudini ma particolarmente studiata nel cosiddetto mondo occidentale.
Lei, Alice Howland, era seduta su quella sedia dura e fredda, di fianco a un’altra sedia vuota, nello studio del neurologo nel reparto Disturbi della Memoria all’ottavo piano del Massachussets General Hospital. E le avevano appena diagnosticato il morbo di Alzheimer. Esaminò lo sguardo del medico per trovarvi altro, ma c’erano solo sincerità e rammarico. 19 gennaio. Non era mai successo niente di buono quel giorno.
La vita della brillante ricercatrice e professoressa di Psicologia comincia ad incrinarsi alla giovane età di cinquant’anni, colpita da una forma presenile di quel morbo che ci fa tanta paura. E insieme a lei verranno coinvolte le vite dei suoi cari, il marito John, i tre figli ormai adulti, i colleghi, il vicinato.
Dapprima solo una certa incertezza nell’uso del linguaggio quotidiano o lo spaesamento nel traffico di una strada a poca distanza da casa, poi col passare del tempo, Alice giungerà a non riconoscere la figlia, ad entrare in una cucina non sua, a dimenticare nel freezer il suo Blackberry.
Ma la dottoressa ha risorse incredibili e riesce a contattare via mail un certo numero di persone, maschi e femmine, affette dalla stessa patologia fino ad organizzare un convegno ed esserne relatrice.
Il capitolo Marzo 2005 è una summa del problema sanitario, familiare, delle relazioni di un malato di Alzheimer:
Sentirsi diagnosticare l’Alzheimer è come essere marchiato con la lettera scarlatta. E’ quello che sono adesso, una persona affetta da demenza. E’ il modo in cui , per un certo periodo, mi definirò io, e poi continueranno a definirmi gli altri. Ma io non sono quello che dico o quello che faccio o quello che ricordo. In realtà sono molto di più.
Libro scorrevole e vario, si legge volentieri. Ha il pregio di fare il punto della situazione in merito a cura, ricerca, prospettive future. Sono certa sia in grado di migliorare sotto molti punti di vista le persone che lo leggeranno pertanto, non posso far altro che ripetere, come Mario Bonanno, nella recensione di "Ancora io" della stessa autrice: "Una lettura imperdibile, assolutamente consigliata."
Perdersi
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