Penelope alla guerra
- Autore: Oriana Fallaci
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2009
Penelope alla guerra è l’opera narrativa d’esordio di Oriana Fallaci, pubblicato nel 1962 da Rizzoli.
La giovane protagonista riceve da un produttore cinematografico l’incarico di recarsi a New York alla ricerca di un soggetto e di materiale per un nuovo film. Giovanna detta “Giò” accetta con entusiasmo perché finalmente potrà respirare l’aria della metropoli e vivere in quel mondo americano di cui da sempre ha subito il fascino.
Giovanna tese l’orecchio verso il rumore delle automobili e delle escavatrici: le parve musica d’arpa. Annusò l’aria che puzzava di benzina e di polvere: ci trovò un odore di gelsomino.
In fondo ai pensieri c’è anche la speranza di poter incontrare il soldato che i suoi genitori avevano ospitato e nascosto in Italia durante la guerra e di cui si era segretamente innamorata. A New York ritrova una sua vecchia conoscenza e incontra persone nuove, ma soprattutto si imbatte con molta fortuna proprio in quell’ex soldato diventato ormai un uomo maturo.
La vita, le persone e l’ambiente però si rivelano diverse da quell’America idealizzata lungamente e nulla corrisponde alle ingenue aspettative fino a quando quel suo mondo precipita in una presa di coscienza spietata e senza riserve, tra delusioni e disincanto.
Eh sì: siamo un paese senza sfumature. Tutto bianco o tutto nero. E la gente lo vede senza sfumature. Tutto bianco o tutto nero. Non vorrei psicanalizzarla il giorno in cui ciò che era bianco ai suoi occhi come il paradiso diventerà nero come l’inferno.
Anche il suo sogno d’amore si spegne di fronte alle evidenze di una realtà inaspettata, non prevista. Il lavoro per il quale si trova a New York passa in secondo piano, tutto diventa visibile per ciò che è, i tasselli si incastrano, le illusioni decadono, e tuttavia il dramma è quasi tutto psicologico.
Penelope alla guerra è un romanzo giovanile ancora lontano dalla scrittura alla quale Oriana Fallaci ci ha abituati con le opere successive, eppure ci sono pagine particolarmente riuscite che ne fanno un libro che vale la pena leggere nonostante la presenza di qualche difetto.
Lo stesso odio che luccicava negli occhi di Florence Baline e che saliva anche ai suoi mentre, per la seconda volta e con calma, guardava quelle guance affilate, quel naso imperioso, quelle labbra sottili e strepitosamente dipinte di rosso, quel volto dove tutto era bello eppure sgradevole allo stesso modo di un moscon d’oro i cui riflessi ti affascinano ma non bastano a farti dimenticare che il moscon d’oro è un insetto.
Niente di che, qualche piccola sbavatura, qualche cosa detta con la pudicizia tipica di certi ambienti e degli anni in cui il libro è stato scritto.
Questo romanzo resta comunque molto migliore di tante “opere” che inondano attualmente il mondo librario. Una lettura sicuramente consigliata.
Penelope alla guerra
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