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Storia della letteratura

Orgoglio e Pregiudizio: genesi di un successo lungo 200 anni

Il 28 gennaio 1813 veniva pubblicato per la prima volta il romanzo Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen. Sono trascorsi più di duecento anni, ma il libro continua ad avere il medesimo successo.

Francesca Barile
Francesca Barile Pubblicato il 28-01-2021
Orgoglio e Pregiudizio: genesi di un successo lungo 200 anni

Il 28 gennaio 1813 veniva pubblicato per la prima volta il romanzo Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen. Sono trascorsi duecento anni, ma il libro continua ad avere il medesimo successo.

Capolavoro e romanzo più noti tra quelli scritti dall’autrice inglese Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio come la maggior parte delle opere di Austen subì un processo redazionale prima della sua prima pubblicazione. Esiste infatti un primo manoscritto della scrittrice intitolato Prime impressioni nel quale l’autrice non approfondisce a pieno i personaggi della vicenda.

La trama del romanzo, ormai celeberrima grazie anche alle varie trasposizioni filmiche e televisive di Orgoglio e Pregiudizio degli ultimi decenni, è alquanto semplice: imperniata sulla famiglia Bennet e sui maneggi per maritare le cinque figlie, si snoda principalmente sulla secondogenita dei Bennet, la volitiva Elizabeth, e il controverso rapporto che la ragazza di classe sociale non elevata ha con l’aristocratico Darcy.

Il titolo del libro, di stampo settecentesco (tendente cioè a sottolineare le caratteristiche morali dei personaggi), Orgoglio e pregiudizio, si riferisce proprio all’orgoglio della giovane Lizzie e all’iniziale pregiudizio che Darcy nutre nei suoi confronti a causa della differente estrazione sociale tra i due.
Intorno alla coppia Austen collega un corollario di personaggi o caratteri (flat characters) che rappresentano il mondo della media borghesia di campagna dedita a divertimenti semplici quali il frequentare il vicinato, spettegolare o partecipare a balli per cercare di far conoscere le ragazze da marito ai papabili scapoli.

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Memorabile l’incipit del romanzo, forse uno dei più noti nella storia della moderna narrativa:

"È una verità universalmente nota che uno scapolo in possesso di un buon patrimonio sia in cerca di una moglie".

Al giorno d’oggi limitare un romanzo alla mera ricerca di un partner di buone rendite per un dignitoso accasamento potrebbe sembrare meschino, ma all’epoca di Austen era fondamentale per una donna trovare un buon marito perché le era interdetto il lavoro né tantomeno poteva ereditare se priva di familiari di sesso maschile. Tuttavia la naturalezza con cui l’autrice tratta dell’argomento, la sua penna sciolta e l’ironia che infarcisce la storia rendono la narrazione memorabile. A ciò si aggiunge la sua attitudine per i dialoghi che hanno reso appetibile la trama per molti registi e realizzatori di fiction.
Il personaggio femminile di Lizzie, poi, pur piegandosi all’idea del "nubere necesse est", è tuttavia trasgressivo soprattutto nella decisione di rifiutare un cugino poco attraente caratterialmente perché preferisce sposare un uomo che ama.

In merito allo stile narrativo frizzante e originale adottato in Orgoglio e pregiudizio dalla scrittrice Austen, molto si deve all’influenza della narrazione di Fielding, scrittore appartenente a pieno titolo al Settecento e all’epoca illuminista, mentre i tratti tipicamente romantici ovvero l’individualismo, il rapporto tra natura e stato d’animo sono del tutto assenti nel romanzo, pur trattandosi di un’autrice che si trova a scrivere e vivere in piena età romantica.

Unico neo forse in Orgoglio e pregiudizio e in molti altri scritti dall’autrice possono rendere la lettura tediosa a tratti, come anche il finale forse affrettato (caratteristica che è stata però poi mutuata in molte produzioni televisive e filmiche).
Malgrado gli inevitabili difetti, Jane Austen, oscura donna di campagna, è riuscita, grazie a un innato talento e a uno squisito intuito, a ritagliarsi un ruolo di primo piano nella storia della letteratura spianando la strada alle scrittrici dell’età vittoriana.

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Commenti: 1

  • Francesca Barile
    30 gennaio 2013, 11:35

    gentili lettori
    ovviamente non avrei potuto scrivere un trattato su questo libro quindi mi sono limitata a tratteggiare trama e intendimenti in via generale. Questo, per chi legge l’articolo "superficialmente" ( mi riferisco a chi si perita di conoscere bene il romanzo e magari pensa di trovare errori o sviste che invece sono volute per mancanza di spazio). Avrei potuto dire che i dialoghi sono prolissi ma si legge tra le righe ( in più a breve è pronto un approfondimento sulla Austen, inoltre l’aggettivo "aristocratico" riferito a Darcy indica il suo atteggiamento e non il suo essere o meno un nobile) in più da notare che ho scritto che Lizzie vuole sposare "un uomo che ama" e non l’uomo che ama mentre qualcuno che ha letto l’articolo pour lire non si è reso conto della differenza che sussiste tra articolo determinativo e articolo indeterminativo.
    Si legga con attenzione con un occhio all’ironia che infarcisce il romanzo che essendo appunto gradevole diventa una bella torta farcita ....

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