

Se c’è un esponente del Cinquecento di opposizione, dalla personalità spiccata, anarchico, anticlassicista, autore di testi difficilmente riconducibili a un’unità tematica; un letterato contraddittorio che da un lato si dichiara insofferente alla vita cortigiana – estranea al suo individualismo – e dall’altro non esita a sfruttare la protezione di principi e sovrani timorosi dei suoi libelli infamanti e ricattatori, pur di garantirsi introiti e fama; un artista che intuì gli umori del pubblico e le potenzialità della stampa per vendere il prodotto libro; un pubblicista, anzi il primo pubblicista che tentò di vivere del proprio lavoro sullo sfondo della nascente attività tipografica: ebbene, quello fu Pietro Aretino (1492-1556).
Pietro Aretino: importanza letteraria e vicinanza a D’Annunzio
Noto come “avventuriero della penna”, “segretario del mondo”, “poligrafo indipendente”, “scapigliato” in base al metro di giudizio, morale o estetico, scelto via via dalla critica, fu Francesco De Sanctis il primo ad apprezzarlo, al pari di Ariosto e Tasso.
Sono numerose le affinità con Gabriele D’Annunzio messe in luce dal Novecento: l’amore per l’arte, un atteggiamento spregiudicato nelle relazioni con amici e potenti, l’uso opportunistico della stampa, l’egocentrismo, il gusto per la parola scritta che lo spinse a cimentarsi con poesia, pasquinate, commedia, tragedia, testi religiosi, vite di santi, poemetti cavallereschi, trattatistica e a proporre l’epistolografia in volgare rivolta a un pubblico più ampio rispetto a quella umanistica in latino inaugurata dal Petrarca.
Ma c’è un aspetto che lo lega al Vate su cui desideriamo porre l’attenzione: il bisogno di scandalizzare, provocare e mantenere il successo. A riguardo conoscete i Ragionamenti, un libro che rientra nella trattatistica dialogica sul comportamento delle prostitute?
“I Ragionamenti”: struttura e contenuti dei due dialoghi


Link affiliato
Questo titolo trasmesso dalla vulgata riunisce due opere distinte, collegate dal personaggio della Nanna, esperta cortigiana.
La prima, intitolata Ragionamento della Nanna e della Antonia del 1534, è dedicata alla propria scimmia. Di forma dialogica, si svolge in tre giornate in cui una donna navigata e la più giovane Nanna commentano le tre categorie antropologiche in rosa del tempo: monache, donne sposate e prostitute, accomunate dall’immoralità.
La seconda, Dialogo nel quale la Nanna insegna a la Pippa del 1536, sempre in tre giornate, segna il passaggio dalla teoria alla pratica. Anche il meretricio ha le sue leggi e, come ogni mestiere, esige competenza e professionalità. Nanna insegna alla figlia, intenzionata a seguirne le orme, la cosiddetta “arte puttanesca”, i trucchi per piacere, difendersi dalle fregature degli uomini e ingannarli a loro volta.
I precetti dei “Ragionamenti” e il confronto con il “Galateo”
È evidente l’intenzione parodica di questo dialogo pedagogico in stile comico, per trattare una materia oscena. Ma il rovesciamento dei canoni del dialogo neoplatonico, come vedremo, non è fine a sé stesso, perché volto a rappresentare allegoricamente il disordine del mondo, almeno secondo la tesi di Guido Davico Bonino.
E c’è anche una bella dose di presuntuosa ambizione a fornire precetti di comportamento in trend con la trattatistica rinascimentale, perché molti consigli hanno la consistenza del luogo comune. Come altro qualificare le indicazione a seguire?
- i clienti devono essere per bene e di una certa età;
- per adescarli sguardo basso ma insistente accompagnato da un atteggiamento deferente e rispettoso;
- iniziare l’incontro con una conversazione misurata e composta per permettere all’uomo di ambientarsi e apprezzare la donna;
- vietata ogni volgarità gestuale e verbale, specialmente a tavola è meglio.
Non avventurarsi sull’insalata come le vacche al fieno, preferendo bocconi piccin piccini [...] e piccole sorsate
.


Link affiliato
Il consiglio sembra scimmiottare quello di monsignor Della Casa quando, nel Galateo, suggerisce di non mangiare a capo chino con la faccia nel piatto. E poi ancora:
- non andare troppo per il sottile a fronte di un anziano bavoso, senza denti, fiato pesante, piedi maleodoranti, scarsa igiene personale e altre piacevolezze. È proprio vero che “Pecunia non olet”, come sentenziò qualcuno vissuto prima dell’Aretino che di senso pratico ne aveva (l’imperatore Vespasiano?).
Certo siamo lontani da Vanya, giovane, bello, miliardario, il cliente ideale che sembra disposto a tutto pur di avere la prostituta Ani nel film “Anora” di Sean Baker, che si è aggiudicato la Palma d’oro al Festival di Cannes 2024. Però il materialismo, il connubio sesso-soldi e l’uso spregiudicato del proprio corpo per campare sembrano gli stessi.
Continuando con gli insegnamenti:
- se ti picchia: sopporta, fatti pagare il doppio, eliminalo dal portfolio clienti;
- prima del congiungimento carnale sarebbe consigliabile spogliarsi lentamente per accendere il desiderio e fingere di pregare per mostrarsi educata; durante lo si potrebbe derubare dei gioielli che indossa. Per il resto basta ricorrere all’immaginazione.
“I Ragionamenti”: un mondo cinico ma pieno di vitalità
I Ragionamenti di Pietro Aretino hanno avuto una complessa storia editoriale per lo scandalo suscitato (il libro fu messo all’Indice nel 1558) e le edizioni pirata in circolazione.
Antitesi della trattatistica sul comportamento, l’opera ci restituisce un mondo dominato da sesso, soldi e astuzie della mercatura, perché la vita è un mercato basato sullo scambio. Il suo è un mondo cinico ma pieno di vitalità: riflette il pessimismo antropologico dell’autore e appiattisce l’edonismo rinascimentale al soddisfacimento dei bisogni primari.

Recensione del libro
Galateo
di Giovanni Della Casa
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “I Ragionamenti” di Pietro Aretino: dialoghi scandalosi del Cinquecento
Lascia il tuo commento