

Operazione Manhattan
- Autore: Riccardo Scagnoli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
È noto che la Regia Marina, in particolare la X Flottiglia MAS, avesse in progetto un’incursione spettacolare contro il porto di New York, approvata da Mussolini e coordinata dal comandante Junio Valerio Borghese. Il principe sommergibilista l’aveva confermato nelle memorie pubblicate negli anni ’50, e il giornalista e scrittore anconetano Riccardo Scagnoli ne ha tratto lo spunto per uno dei suoi romanzi, Operazione Manhattan, di fantastoria, meglio, di storia ucronica (alternativa a quella reale). Non recente, è stato pubblicato dalla casa editrice di riferimento del collega marchigiano, l’abruzzese Tabula Fati (Chieti, giugno 2023 collana Le Ali della Fantasia, 428 pagine).
Scagnoli sviluppa ampiamente una narrazione suggestiva, intelligente, preceduta da ricerche storiche attente e molto informata anche sui dati tecnici, soprattutto delle principali Marine Militari della Seconda Guerra mondiale. L’ucronia è la soluzione scelta dall’autore dorico per dare corso a un racconto decisamente attraente, su “su come le cose sarebbero andate se...”. Dal greco ο’ χρόνος, nessun tempo, è un termine adottato da francesi e italiani (gli anglosassoni preferiscono alternative history) per indicare il genere di narrativa fantastica in cui s’immagina un percorso della storia del mondo diverso da quello reale.
Basta avviare la lettura del romanzo per accorgersi che in parecchi punti è fedele all’esatto andamento delle vicende vere, ma in qualcosa il contesto di quella narrata differisce dalla storia agli annali. Qui, la dichiarazione di guerra dell’Italia fascista agli Alleati si sposta dal 10 giugno 1940 all’11 dicembre 1941, per quanto un misterioso “Vecchio” faccia di tutto per sconsigliare il duce, avvertendolo che rischia grosso nel provocare gli Stati Uniti, “un gigante assopito” che tutto sommato lo ammira perfino. Pochi mesi dopo, emissari della mafia siculo-americana incontrano per una trattativa riservata il ministro degli Esteri italiano Ciano e il loro irriducibile nemico, il prefetto Mori. È invece nota la collaborazione prestata dalla mafia d’oltreoceano all’invasione della Sicilia, nell’estate 1943, con le trame del boss Lucky Luciano e il ruolo ambiguo del colonnello italo americano Charles Poletti, dell’Amministrazione alleata.
Per i lettori, aiutati dalle consistenti note dell’autore in appendice, sarà divertente scoprire punto per punto le differenza tra la Storia “com’è andata” davvero e la storia “come va” in queste pagine. Noi ci asterremo dall’incorrere in anticipazioni guastafeste della trama, preferendo soffermarci sugli strumenti, i sommergibili, sui quali fa affidamento il progetto, che conta sulla collaborazione di idrovolanti di ultima generazione, di soldati addestratissimi della divisione Giovani Fascisti e di un trust di sostegno negli States: volontari, imprenditori, intellettuali e gangster italo-americani. Nel romanzo, è un piano sul quale Mussolini conta, per risollevare le sorti militari precarie del Paese, sconfitto quasi dovunque in guerra, nel 1942. All’inizio del (vero) conflitto mondiale, l’Italia vantava la più grande flotta di navi subacquee, oltre cento, progettate però per immersioni poco profonde, con torrette ingombranti, vistose e appesantite da mitragliere e cannoni più da guerra di superficie. I sommergibili italiani erano eccessivamente pesanti, poco veloci tanto in mare che nella navigazione subacquea, lenti e macchinosi nell’immersione. Impietoso il confronto con gli U-Boot tedeschi ammirati dal capitano di corvetta Muzio Brandi nel romanzo. Erano davvero “navi aliene”, come li descrive l’autore: più leggeri, sottili, veloci, silenziosi, con torrette basse e filanti, armati di siluri perfetti e senza grossi cannoni ma qualche mitragliera.
Torniamo all’ucronia. La figura romanzesca dell’ammiraglio Saudati è ispirata dal gen.erale Umberto Pugliese, progettista dei motoscafi subacquei, sottomarini tascabili trasportati da un grande battello madre. Al comando di Borghese, avrebbero dovuto forzare il porto di New York e silurare le navi alla fonda. I battelli immaginati nel racconto non sono mai esistiti, ma i nomi derivano da navi effettivamente operative. All’Operazione Manhattan narrata è destinata una squadriglia di sommergibili oceanici di nuovissima concezione. L’elevata potenza dei motori termici ed elettrici garantisce una velocità di venti nodi sopra e dieci sott’acqua. Innovativa la forma degli scafi, a sezione trapezoidale. Torretta abbassata (solo un paio di metri in rilievo), allungata a muso di squalo per venti metri. Contiene un hangar stagno, destinato a ospitare qualcuno o qualcosa. Dispongono di un apparato radar e anche dello snorkel per assicurare il ricambio dell’aria senza emergere obbligatoriamente (quanto avrebbero fatto comodo ai nostri, allora!).
Partenza della missione da La Spezia. Rifornimento nella neutrale Lisbona. Secondo, nelle sempre portoghesi isole Azzorre. Poi, tremila miglia in Atlantico, evitando le rotte mercantili e preferendo quelle inusuali, meglio se minacciate da iceberg e correnti, fino a Sable Island, isola ghiacciata in territorio canadese. Velivoli scorta: sei Fiat RS-14, ognuno con serbatoio supplementare sufficiente a percorrere tappa su tappa, fino all’ultima... che al momento non è oggetto di approfondimento preliminare, interviene Guido Leto, direttore dell’Ovra, il servizio segreto fascista. Tanti personaggi. Molti sono autentici, alcuni si discostano dalla storia vera, altri nascono dalla fantasia di Riccardo Scagnoli. Nato nel 1947, laureato a Perugia col massimo e tesi di storia economica, è sempre stato attratto da temi economico-sociali. Carriera da manager in banca, poi in proprio. Giornalista freelance per scelta, edita un blog su argomenti di attualità. Ha scritto narrativa e saggistica per vari editori, preferendo fantascienza e fantasy. Con Solfanelli, è alla seconda esperienza, dopo il romanzo breve Il Tempo di Knut, finalista del Premio J.J.R. Tolkien 1982.

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