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Recensioni di libri

Omero, Iliade di Alessandro Baricco

Dopo dieci anni di battaglie, la guerra di Troia sta per volgere alla fine. Al centro degli avvenimenti dell’Iliade, anche quella raccontata da Baricco, c’è un’unica grande protagonista, gloriosa e mortifera: la guerra.

Giovanna Circiello, scrittrice Pubblicato il 29-10-2010

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Omero, Iliade

Omero, Iliade

  • Autore: Alessandro Baricco
  • Genere: Romanzi e saggi storici
  • Categoria: Narrativa Italiana

Dopo dieci anni di battaglie, la guerra di Troia sta per volgere alla fine.

Molti crederanno inopportuno avvicinarsi ad un testo noto - ahinoi! - sin dalla prima adolescenza, di quando a scuola l’insegnante di lettere interrogava il malcapitato sulle grandi gesta eroiche cantate negli immortali - e quasi infiniti - versi di Iliadi, Odissee, Eneidi e via dicendo.
Altri potranno dire che con “Omero, Iliade” il caro Baricco abbia scelto il poema omerico per andare sul sicuro, per esser certo, cioè, di vendere il libro se non altro ai curiosi e ai cultori del genere - magari a tutti i prof di lettere, no? - desiderosi di vedere come lo scrittore avesse adattato ed elaborato l’ira del Pelide Achille in modo tale da renderlo digeribile a qualche giovane abitante di questi tempi tecnologici. Infine ci sarà stato chi ha acquistato il libro solo per la firma. Che dire a costoro? Sicuramente nessuna delle tre categorie rimarrà delusa. Gli ex studenti di ogni ordine e grado tireranno un sospiro di sollievo: questa Iliade non è come quell’altra! Nessuna difficoltà con parafrasi, parole in disuso. Sembra, anzi, che finalmente tante cose del testo originale siano diventate più chiare. I professori, se amanti delle sperimentazioni didattiche, potrebbero trovare un valido alleato nelle loro lezioni di letteratura classica. Ad esempio, si potrebbe drammatizzare facilmente e con poche energie. A questo, del resto, ha puntato proprio l’autore, suddividendo il testo in ventuno voci, ventuno narratori. Infine, a chi credeva che Baricco fosse andato sul sicuro, non posso che dire: giusto! Ricordiamo tutti la storia e non è il caso, quindi, di ripercorrerla.

Al centro degli avvenimenti c’è un’unica grande protagonista, gloriosa e mortifera: la guerra. Non è, dunque, senza un motivo che Baricco ha scelto di portare sulle scene il testo. Egli stesso ci svela qualche retroscena della sua decisione in due interventi in apertura e chiusura del libro. E’ stata una scelta più che meditata, inizialmente sorta per assecondare il personale desiderio di inscenare l’Iliade. Ma, poi, a pensarci bene...non sono, forse, questi anni di guerra? Anni durante i quali l’umanità, uscita da nemmeno un secolo da barbarie e devastazioni fisiche e morali, si è rigettata nel flusso sotterraneo di sangue pulsante, scatenato da lotte, piani strategici, decapitazioni, tutto ordito con cura, direi maniacale, dei capi? Non è polemica politica. Non lo vuole essere. La guerra, però, c’è, esiste, affascina l’uomo da quando ha aperto gli occhi e ha visto il sole la prima volta. La guerra che è come un vulcano che dorme, per anni, per decenni e che poi, d’improvviso, esplode furioso e distrugge tutto quello che trova sul suo cammino, finché non è sazio e, allora, si placa, ma solo perché sa che, presto o tardi, avrà ancora una parte sulla terra, diverrà ancora la protagonista della Storia.

Un ciclo continuo, una triste alternanza di pace e guerra, una Elena sempre bellissima e sempre contesa, rapita e un re che combatterà per riportarla al suo capezzale, un Achille furioso, gli eroi, le donne e i bambini che scappano o muoiono, i vincitori, i vinti...poi ancora pace. Che non durerà per sempre.

Allora - si chiede Baricco - l’umanità è condannata? Può una cosa come la guerra attirare tanto l’uomo, anche se costui sa che ne rimarrà schiacciato? Achille non abbandonerà mai la battaglia? No. Non lo farà mai, perché - scrive Baricco nella postilla al libro - "la guerra è bella", anche se ammetterlo ci costa parecchio.
Ma l’umanità non è condannata: essa potrà liberarsi da quella assurdità allorché sarà in grado di scoprire una bellezza superiore alla guerra, che permetta all’uomo di sentirsi vivo non soltanto quando rischia la vita in battaglia,ma sempre, in ogni minuto della sua esistenza.

Omero, Iliade

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Omero, Iliade

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Commenti: 2

  • COMO
    12 luglio 2012, 17:35

    Sinceramente l’ILIADE di Baricco non ha niente a che vedere con l’Iliade di Omero. Racconto satirico e cruento senza limiti alcuni nella descrizione di particolari RACCAPRICCIANTI...il libro non mi ha assolutamente soddisfatto, in quanto non adatto ai lettori più piccoli. Tuttavia ci meravigliamo del comportamento dei giovani d’oggi giorno. Ho concluso arrivederci.

  • Giovanna
    24 dicembre 2012, 11:54

    Non credo che Baricco abbia riscritto l’Iliade per sentirsi continuatore di Omero, ma piuttosto per rileggerla agli occhi di quel che, oggi, è il mondo. Lo si deduce, secondo me, soprattutto dalla parte conclusiva del libro. Che può piacere o meno, siamo d’accordo. Ma non carichiamolo di quel che non ha.

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