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Recensioni di libri

Oh my darling, Clementine di Amity Gaige

NN editore, 2022 - La storia che Amity Gaige racconta nel romanzo è drammatica e ironica a fasi alterne: il linguaggio, i simboli, le metafore, sono vicinissime alla grande tradizione del simbolismo americano.

Elisabetta Bolondi
Elisabetta Bolondi Pubblicato il 23-10-2022
Oh my darling, Clementine

Oh my darling, Clementine

  • Autore: Amity Gaige
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: NNEditore
  • Anno di pubblicazione: 2022

Il titolo del libro di Amity Gaige, Oh my darling, Clementine (NN editore, 2022, traduzione di Chiara Baffa), è anche il titolo di una celebre canzone americana. Ma Clarke, il ventinovenne protagonista del romanzo, non la conosce.

Lui e sua moglie Charlotte, bionda e bellissima, si sono sposati da poco e hanno deciso di vivere proprio a Clementine, in una "simpatica" villetta a schiera gialla, in una periferia urbana, squallida e desolata poco lontana da Boston.
Vengono entrambi da storie familiari molto difficili: lei adottata da una coppia italiana a cui non è rimasta legata, lui ha perso la madre in seguito al suicidio succeduto a un lungo periodo di paranoia, nel quale il piccolo Clarke e sua sorella Mary erano rimasti coinvolti e traumatizzati.

I due sposi, che credono di poter costruire una vita serena nella nuova casa, capiscono presto che proprio quella strana casa non li vuole: sia Clarke che Charlotte sentono improvvisi insoliti rumori, intuiscono misteriose presenze, passi furtivi, stralci di conversazioni, ma nessuno dei due ha il coraggio di rivelarlo all’altro, temendo di non essere creduti o peggio di essere considerati fuori di testa.

Fra loro l’atmosfera peggiora, litigano, non sanno bene neppure il motivo della loro crescente distanza: forse Clarke si allontana da lei perché si è affezionato a due strani bambini che sembrano aver bisogno di aiuto. Forse perché vuole tornare a incontrare suo padre, che si è risposato con la sua amante Penny, che Clarke non ha mai perdonato di aver preso il posto di sua madre. O forse perché la follia lo sta inseguendo, proprio come era successo a sua madre, che lui aveva amato e che gli mancava ogni giorno.

La storia che Amity Gaige racconta nel romanzo è drammatica e ironica a fasi alterne: il linguaggio, i simboli e le metafore sono vicinissimi alla grande tradizione del simbolismo americano; i fantasmi che compaiono, le oscure presenze che non si capisce mai se siano il frutto della fantasia distorta dei protagonisti, fanno pensare a certi racconti di Henry James o a quelli angosciosi di Edgar Allan Poe.
Alcune immagini della solitudine sconfinata dei due sposi, ognuno con le sue malattie e le sue ferite, alla ricerca spasmodica di un luogo dove esistere davvero, lontano da una società mediocre, pettegola, provinciale, fanno pensare a tante pagine della letteratura americana alta: il bianco della neve che tutto sotterra, l’acqua di una piscina che tutto sommerge, il freddo pungente che solo un maglione slabbrato può riscaldare.

Bisogna lasciare quella casa gialla, bisogna ricominciare a vivere, in nome di un amore difficile, quasi irraggiungibile, ma forse possibile dal momento che la fortuna ha messo lo spilungone e sgraziato Clarke e la diafana e fantasiosa Charlotte sulla stessa strada. Bisogna ricominciare a vivere, anche se la pioggia è accecante. Il fedele cane, da poco ritrovato, è sul sedile e li accompagnerà nel nuovo viaggio verso una meta sconosciuta, ma lontana dalla morte, dal silenzio, dalla paura, dalla solitudine, dall’abbandono.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Oh my darling, Clementine

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