Nuovo viaggio in Italia
- Autore: Roberto Napoletano
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: BUR
- Anno di pubblicazione: 2015
Roberto Napoletano, direttore de “Il Sole 24 Ore”, assai impegnato nell’attività di diffusione giornalistica, ha dedicato, in questi ultimi anni, parte del proprio tempo e impegno all’attività di saggista. Oltre a precedenti pubblicazioni, è del 2014 “Viaggio in Italia” cui ha fatto seguito, nel 2015, “Nuovo viaggio in Italia”, continuazione del lungo itinerario da Nord a Sud simile a quello di cui aveva scritto, nel 1957, Guido Piovene e che, pagina dopo pagina, ci racconta la realtà di un’Italia in crisi, spesso delusa che, però, non si arrende. Il libro è diviso, come la nostra penisola, in tre parti “Nord, Centro, Sud” e si conclude con “L’Italia altrove” e “L’Italia da ritrovare”, capitoli anche questi dedicati alla realtà e alla storia del nostro Paese.
La premessa costituisce anche una fra le parte positive del libro: descrive una Milano in fermento, nonostante alcune vie del centro siano state, in un pomeriggio di primavera, oggetto di atti vandalici ad opera di uomini nascosti da passamontagna, armati di mazze e bottiglie di benzina e conosciuti dalle cronache con il nome di black bloc. Eppure, nonostante negozi e banche appaiano distrutti dopo il passaggio di quei gruppi, i milanesi non chinano il capo e, in pochi giorni, tutto torna come prima. La volontà e l’ottimismo sono un apprezzamento, da parte dell’autore, per quei cittadini ma anche un messaggio di speranza per l’Italia intera.
Da qui in poi, s’alternano immagini diverse dell’Italia e del suo popolo: dal Trentino in cui la crisi ha coinvolto solo alcune zone, ad una Lombardia che guarda a Oriente perché ora è l’Asia a “far da padrona” anche se, da parte della Cina, molto rispetto c’è per la creatività italiana. In Piemonte , una fra le immagini che colpiscono di più è quella della mitica Olivetti che ormai ha chiuso i battenti.
“Il vecchio stabilimento della Olivetti giace senza vita, resta il segno della grande architettura ma non c’è più la grande fabbrica, le pareti a tratti annerite, un senso (disarmante) di vuoto…”.
Eppure, come asserisce la stessa figlia di Adriano Olivetti, c’è ancora ottimismo per coloro che puntano sull’innovazione e sugli opifici hi–tech. Da questa terra in cui l’antico si mesce al nuovo, in cui si alternano elettronica e agricoltura biologica, Napoletano muove, poi, verso una Torino ”dignitosamente triste” ma, comunque, alla ricerca di un volto nuovo; l’autore passa per molte città del Nord, facendo tappa anche nella natia La Spezia e si dirige a Venezia che non può diventare il rimpianto di un mito, non può esser abbandonata al tempo e all’incuria ma, soprattutto, non deve perdere quella preziosità, quell’unicità dei prodotti dei laboratori e delle botteghe artigiane. In mezzo a tutto ciò, spiccano immagini di speranza come il racconto dei volontari del 118 di Milano, quelli che danno grande esempio di efficienza e serietà miste a gentilezza e sollecitudine.
Ci si avvia verso il Centro con un argomento dominante che non include solo le attività economiche bensì il tema dei talenti, delle eccellenze e da esso si estrapolano i sentimenti più svariati e le realtà più disparate: dalla storia delle straordinarie capacità del figlio di un dirigente dell’IKEA, un ragazzo che non riesce a metter a frutto le sue capacità in Italia ed è costretto, a malincuore, a lasciarla poiché all’estero ha ricevuto lusinghiere offerte di lavoro, alle frustrazioni di tanti tra cui il genovese Stefano che è amareggiato perché ci sono brillanti italiani costretti ad affrontare quotidianamente situazioni difficili e addolorato perché il prezioso lavoro di ricercatore non gode di giusta stima e di riconoscimenti economici in Italia. Si legge, in altre pagine, il senso di non rassegnazione in chi fa di tutto pur di pagare lo stipendio ai propri dipendenti, anche e piuttosto sacrificando i propri introiti o la strenua ricerca di chi si sforza di trovare un’alternativa al posto di lavoro perso. Ecco, poi, Roma e tante altre città con disoccupati che cercano comunque di superare questo momento di crisi accettando tagli nel budget quotidiano e dando spazio alla creatività, simbolo d’un Paese ancora vivo.
E’ la volta del sud e delle isole, con l’amarezza di famiglie i cui figli e nipoti, pur con lauree e master, non hanno un lavoro dignitoso ma, anche, con l’enfasi di chi si è fatto da sé, giorno dopo giorno, lavorando e tenendo sempre uno sguardo attento sul mondo. In tutta Italia l’autore dà spazio a tanti settori ma si sofferma con interesse e malinconia sulla crisi delle tante librerie che oggi, da nord a sud, sono costrette a chiudere. E’ amaro pensare, come si legge nel saggio, che le parole di Umberto Saba “Una libreria è un buco con un genio dentro” oggi non abbiano più valore e che toccare, annusare, sfogliare e quindi leggere quel condensato di esperienza e di vita che è un libro sia qualcosa che pochi fanno sia per diminuito interesse ma anche per le difficoltà economiche.
“L’Italia altrove” e “L’Italia da ritrovare” raccontano di tanti italiani all’estero, magari laureati nel nostro Paese ma pizzaioli in Australia perché, comunque, qualsiasi lavoro è dignitoso e domani potrebbero presentarsi occasioni migliori e di tanti che non si vergognano di “sporcarsi le mani con lavori umili” e di “rimboccarsi le maniche”. E’ in fondo quello che avevano proposto decenni fa alcuni politici “integerrimi”, "perle rare" di cui Napoletano fa il nome e racconta, dandoci esempio di coraggio, onestà, equità, valori di cui il nostro Bel Paese in crisi ha tanto bisogno.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Nuovo viaggio in Italia
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