

Non sono ammesse scorciatoie
- Autore: Raffaella Guidi Federzoni
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
La splendida copertina, con le foto di una vita trascorsa, racchiude un romanzo originale dalla scrittura intima e senza censure. Una storia personale della quale condivido affinità sentimentali e di coinvolgimento con le emozioni intellettuali narrate dall’autrice. Ancora una volta i libri narrano la vita attraverso le esperienze, i sentimenti, raccontano storie, ci ispirano e ci riflettono.
Mi ci sono voluti diversi decenni per iniziare a scrivere sul serio; questo perché ho dovuto prima imparare a leggere
ha detto di sé l’autrice. Non sono ammesse scorciatoie (Scatole Parlanti, 2023) è la prima pubblicazione di Raffaella Guidi Federzoni, romana di nascita che vive in Toscana da molto tempo. Ha lavorato per diverse aziende di fama internazionale e collabora con il blog Accademia degli Alterati.
Jo, la protagonista, con il suo nome evocativo è una bella signora ultrasessantenne e si racconterà in una lettera, percorrendo alcune delle tappe importanti della sua vita. Da quando bambina, con i capelli corti alla paggio, andava in bicicletta durante le vacanze estive, ed era accettata dal gruppo perché sembrava un maschio. Amava leggere Salgari e Louisa May Alcott e in un silenzio pomeridiano estivo un ragazzino, con le gambe piene di morsi di zanzara, le disse di essersi innamorato di lei. A otto anni, scrive l’autrice, l’amore era andare insieme in bicicletta per piccoli sentieri, per poi crescere e vedere i sentieri diventare strade entrando in un’altra età. Era una ragazza dei Parioli, nata là, cresciuta per qualche anno, e andata poi ad abitare altrove: oltre il Ponte Milvio si era considerati distanti dal mondo romano che contasse qualcosa. Ultimo anno di liceo, l’esame di maturità, le feste il sabato sera e l’ottimismo che sembrava non esserci più. Il desiderio di trovare l’uomo della propria vita, il sesso che si iniziava a conoscere e l’impegno politico considerato in famiglia del tutto sbagliato. I genitori avevano perso la loro giovinezza a causa della politica e volevano che i figli ne venissero risparmiati. Al suo primo voto la spinsero a votare a destra in quanto anche la Democrazia Cristiana era più deleteria dei comunisti.
Nella sua classe di liceo molte soffrivano per amore, “una sofferenza acuta, plateale, competitiva e leggera”. Un terreno inesplorato era per tutte loro la relazione sentimentale, che voleva dire stare insieme alla luce del sole. Sarà il tempo del suo amore per Bob, californiano dalla lunga chioma di capelli, occhi azzurri e viso da pugile. Vedendo in lui l’America, il posto dove succedeva di tutto, la sua vità cambiò strada, tra il lavoro in ufficio e la convivenza. La musica rimase l’unico insegnamento di Bob, potente e libera nel tempo da ombre e tragedie. A lui indirizzerà la lettera più lunga, iniziata tempo prima e mai terminata. Nelle sue parole si leggerà il desiderio di chiudere con quella storia e iniziare a dedicarsi seriamente al suo ultimo tempo. Era un bisogno necessario fornirgli delle spiegazioni, di quegli anni in cui era giovane e antipatica, senza che avesse importanza se lui fosse in grado di riceverla o di leggerla. La memoria era diventata ingombrante, la voce era cambiata e il senso del ricordo era più forte. Di tutti gli uomini presenti o assenti solo lui non era scomparso dai suoi pensieri.
Sono sicura Bob che non ti farà soffrire sapere quanto fossi contenta di non averti più nella mia vita.
Un amore cominciato una sera di primavera degli anni ottanta:
quella sera io e te Bob diventammo gli interpreti di una trama che sto cercando di mettere in ordine.
Era indipendente, andata a vivere fuori di casa, con la sua voglia di avventura, lontano dalla famiglia. I suoi genitori erano vittime di una guerra da cui non sapevano uscire: si erano amati senza conoscersi per più di quarant’anni, e Jo trascorrerà la sua vita di relazioni cercando di non somigliare a loro. Nonostante tutto lei fu vittima e lui carnefice. Bob perse ogni interesse per lei e quella mortificazione non l’avrebbe dimenticata. Aveva sofferto molto per come era passata in poco tempo dalla sua attenzione all’indifferenza, e ne soffriva ancora dopo quarant’anni, convinta che avrebbe continuato a soffrirne fino a quando la memoria non fosse sparita del tutto. Bob divenne il destinatario del suo lungo ragionamento, nonostante certi ricordi fossero “come fucilate improvvise sparate da luoghi insospettabili”. Tutto il suo vissuto, non avendone parlato in quarant’anni, era per Jo caduto in prescrizione.
Ma io non sapevo, Bob, non sapevo ancora come tutto questo sarebbe sopravvissuto ai buchi del tempo e dello spazio per ripresentarsi oggi. Oggi che sono una anziana residente in un condominio di anziani, con tutto il tempo possibile a disposizione, mi sto dedicando a colmare uno per volta buchi e spazi.
Non sono ammesse scorciatoie è una vita raccontata, emozioni profonde, il pellegrinaggio della nostra protagonista tra il perdono e la dignità, che terminerà solo a lettera conclusa, dopo essere arrivata in fondo a ognuno dei suoi frammenti di memoria usati come respiri. Perché per arrivare a conoscere davvero la vita, quella vera, sapida e dolce, profonda, stratificata, tattile, non sono ammesse scorciatoie.

Non sono ammesse scorciatoie
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