Per concessione del sito aielli.it
È possibile pubblicare su una parete un intero libro di narrativa? Sì, questo è accaduto in Italia pochi anni fa, quando in un paese abruzzese un artista di strada ha riprodotto, con una scrittura minuta e fitta, il romanzo di Ignazio Silone dedicato a un paese dal nome immaginario: Fontamara.
Il paese di Fontamara esiste solo nella topografia letteraria, quella specie di mappa dei luoghi inventati dagli scrittori come Macondo, il villaggio di Gabriel Garcìa Marquez in Cent’anni di solitudine o la città siciliana di Vigata creata da Andrea Camilleri, in cui sono ambientate le indagini del commissario Montalbano.
Fontamara è il titolo del romanzo più conosciuto in tutto il mondo di Ignazio Silone (Pescina, 1900 - Ginevra 1978), pubblicato in Svizzera nel 1933 in lingua tedesca ed edito per la prima volta in Italia dall’Editrice Faro nel 1947 e in seguito da Mondadori.
Scrive Silone nel 1930:
“Ho dato questo nome a un antico e oscuro luogo di contadini poveri situato nella Marsica, a settentrione del prosciugato lago di Fucino, nell’interno di una valle, a mezza costa tra le colline e la montagna. (…) Fontamara somiglia, per molti lati, a ogni villaggio meridionale (...) Allo stesso modo, i contadini poveri, gli uomini che fanno fruttificare la terra e soffrono la fame, i fellahin, i coolier, i peones, i mugic, i cafoni si somigliano in tutti i paesi del mondo; sono, sulla faccia della terra, nazione a sé, razza a sé, chiesa a sé, eppure non si sono ancora visti due poveri in tutto identici”.
Il murales ad Aielli dedicato a Fontamara
Il paese immaginario di Fontamara si trova nella Valle del Giovenco, nella Marsica orientale, oltre il Fucino. Mentre Aielli (Aéjjë in dialetto marsicano) è un piccolo comune della provincia dell’Aquila in Abruzzo, posto all’inizio della Valle del Giovenco, a nord dell’ex alveo del Fucino, che nella descrizione assomiglia molto a Fontamara dove è ambientata la storia, durante i primi anni della dittatura fascista, del conflitto, che poi sfocerà in una rivolta, tra un gruppo di braccianti, manovali e artigiani – i famosi cafoni – e i piccoli proprietari e il potente podestà.
Nel centro antico di Aielli Alto nel 1979 fu girato lo sceneggiato in più puntate Fontamara del regista Carlo Lizzani con Michele Placido nei panni del cafone Berardo Viola, il protagonista anarchico e comunista del romanzo di Silone.
Mentre nel 2018 l’artista Andrea Parente, in arte Alleg, all’interno del festival di street art “Borgo Universo”, ha riempito un muro di 100 metri quadri trascrivendo l’intera opera di Silone.
Ai piedi della torre medievale, sulla parte più alta del borgo antico, il visitatore, non senza fatica, può leggere le circa duecento pagine di Fontamara a partire dall’emblematico incipit:
“Il primo di giugno dell’anno scorso Fontamara rimase per la prima volta senza illuminazione elettrica. (…) così nei giorni seguenti e nei mesi seguenti, finché si riabituò al regime del chiaro di luna Per arrivare dal chiaro di luna alla luce elettrica, Fontamara aveva messo un centinaio di anni, attraverso l’olio d’oliva e il petrolio. Per tornare dalla luce elettrica al chiaro di luna bastò una sera".
Su un muro di Aielli è stata trascritta anche la nostra Costituzione e questo abbinamento è significativo per la ragione che l’intera opera e la stessa vita di Ignazio Silone sono state caratterizzate dall’impegno sociale e dalla denuncia dei sistemi totalitari.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il Muro di Fontamara: ad Aielli il murale dedicato al romanzo di Silone
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