Nel passato neanche tanto remoto molte fanciulle di buona famiglia ma anche povere e quindi impossibilitate a ricevere una dote adeguata per un matrimonio venivano costrette a entrare in convento. Manzoni e Verga sono due scrittori che ne hanno fatto un caso letterario.
La monaca di Monza nei Promessi Sposi
I promessi sposi, caposaldo della letteratura italiana, è croce e delizia di generazioni di studenti della scuola superiore. Tra i vari episodi si parla di una certa monaca di Monza che si rapporta con la dolce e sfortunata Lucia.
Come spesso accade nel romanzo di Manzoni, appartenente al genere storico sia pure con le sue varianti dovute alla genialità dello scrittore lombardo, fantasia e realtà si fondono e personaggi reali incontrano quelli immaginari e fittizi nati dalla penna dell’autore.
La monaca che incontra l’immaginaria Lucia è un personaggio realmente vissuto, tale Marianna de Leyva, nobile di origine spagnola, costretta a monacarsi per forza dalla sua famiglia tanto da essere costretta a giocare sin da piccina con bambole abbigliate da suora. La donna, che in convento godeva comunque di una condizione di privilegio dovuta al suo status, ebbe una relazione con un nobile e mise al mondo due figli. Dopo essere stata complice dell’omicidio di due consorelle che erano a conoscenza della sua doppia vita, si pentì e visse nella clausura dopo aver trascorso molti anni murata viva.
Nel romanzo di Manzoni la monaca si chiama Gertrude e l’autore fa una lunga digressione per illustrare ai lettori la vita della giovane sin dalla più tenera età, il dominio psicologico della famiglia e la ribellione interiore della ragazza. Bellissima la frase "la sventurata rispose" che esprime con grande efficacia e semplicità il dramma della caduta della suora.
La monaca in Storia di una capinera di Verga
Verga, scrittore verista siciliano, nei suoi anni giovanili scrisse "Storia di una capinera", ispirato a un suo amore adolescenziale. Il romanzo, scritto in forma epistolare e ben lontano dal genere e dallo stile degli anni più maturi dell’autore catanese, racconta di una giovane che, al contrario della manzoniana Gertrude, viene monacata per indigenza. Quando incontra un ragazzo di cui si innamora, essendole impedito di abbandonare i propositi iniziali di restare in convento, ne risente al punto da ammalarsi di mente.
Malgrado il consentire alle donne un libero arbitrio fosse probabilmente lontano dalla mente di entrambi gli scrittori, i romanzi sono chiaramente una denuncia di una condizione che rimanda ai diritti più biechi esercitati dal pater familias, ma anche di un’arretratezza culturale intrinseca che, sia pure sotto forme differenti, fatica ad abbandonare uomini e donne di ogni fascia sociale.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Monaca per forza: i casi letterari raccontati da Manzoni e Verga
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