

Ho analizzato, in un precedente articolo, la fiaba "La cerva nel bosco", messa per iscritto da Mme d’Aulnoy, dama della corte del Re Sole che, oltre a scrivere favole e biografie, ebbe una vita avventurosissima.
Mme d’Aulnoy: dall’infanzia al matrimonio
Marie Catherine Boumelle d’Aulnoy nacque come Boumelle da una famiglia aristocratica ma squattrinata. La madre, donna affascinante e nipote di grandi intellettuali. ebbe dal duca Bumelle questa unica figlia, Catherine, che dimostrò subito un pronto intelletto.
Il padre morì precocemente e madre e figlia si trasferirono a Parigi, dove la prima si risposò con il barone di Goudenos. Anche il secondo marito morirà e intanto la piccola Catherine compie 16 anni. Essendo molto bella, ha molti corteggiatori e perciò la madre le combina un matrimonio con il conte d’Aulnoy, uomo ricco ma con una differenza di età scandalosa, 44 anni, rispetto alla sposa. La giovane ha da lui 4 figli, ma non vuole saperne di un uomo così vecchio e pertanto si concede molte avventure aspettando di liberarsene. Lo accusa con false prove di attentare alla vita del re, aiutata da due gentiluomini suoi amanti e della madre.
La posizione del marito è presto chiarita, però la posizione di Catherine è pericolosa, tanto che deve fuggire da Parigi chiusa in un catafalco per sfuggire alle guardie reali che la avrebbero condotta alla decapitazione come era successo ai suoi amici e complici.
Una donna eccezionale, un misto di Angelica e Mylady, come accadeva in quel secolo fatto di pugnali e veleni. Molte donne del Diciassettesimo secolo furono angeli o demoni, e nel secondo caso di una crudeltà da far rabbrividire. Erano streghe, ma dobbiamo considerare che il Seicento fu il momento di maggior sottomissione delle donne, un secolo in cui ci fu, con la caccia alle streghe, uno sterminio di genere; così molte tra le aristocratiche si presero la rivincita, fra quegli interstizi di libertà frequenti nelle tirannie.
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Mme d’Aulnoy: scrittrice e intellettuale
Ma la signora d’Aulnoy non si limita a questo; viaggia moltissimo durante il suo esilio in tutta Europa, avendo altri due figli che portano il nome del defunto marito avuti da chissà chi. Nel 1685 ritorna in Francia perché Luigi XIV l’ha graziata, rientrando a Parigi e tenendo un salotto che diviene un punto di riferimento per tutti gli intellettuali dell’epoca. Lei stessa comincia a scrivere biografie e soprattutto fiabe sotto l’influenza di Perrault, suo grande corteggiatore. Muore nel 1705 ancora giovane e lasciando un un notevole patrimonio.
Cosa possiamo dire? La carriera di questa donna fu meravigliosa sul piano intellettuiale, un vero e proprio sprone per le donne oppresse dal patriarcato, e anche le fiabe sono legate a questo.
Mme d’Aulnoy: le favole e le figure femminili
Mme d’Aulnoy non raccoglie favole popolari in Le fate alla moda, ma le ambienta in un unico palazzo in cui accadono molti fatti misteriosi e in cui le protagoniste sono le fate, donne belle e potenti.
Sono favole molto lunghe, con trame complicate, con splendidi oggetti che hanno vita propria e protagoniste ingegnose che non subiscono la loro sorte femminile, ma diventano artefici del lorio destino.
In ciò risentono della vita avventurosa della loro autrice, che mai si arrese di fronte alla supremazia maschile e anzi celebrò il coraggio e la bellezza della donna in un mondo, come quello Barocco, in cui tutto è apparenza. Una scrittrice da riscoprire.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Mme d’Aulnoy: vita e opere di una scrittrice del Seicento
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