

Il 1600 fu un grande secolo per la letteratura e il teatro francesi. Sotto Luigi XIV, la Francia divenne la nazione dominante in Europa e impose un gusto sicuramente nuovo. Nacquero grandi teatranti come Molière e Racine, grandi intellettuali come Pascal e grandi favolisti come La Fontaine e Perrault. Ma non solo.
Mme Aulnoy e le eroine delle sue fiabe
Le donne in letteratura cominciarono a contare; alcune si dedicarono al romanzo e alle epistole, altre alla fiaba. Tra queste Mme Aulnoy, figura interessante che sarebbe necessario approfondire e che scrisse Le fate alla moda, una raccolta di fiabe. Queste ultime sono simili a quelle di Perrault che raccolse materiale popolare, mentre Mme d’Aulnoy ambientò le proprie in un unico palazzo in cui avvenivano grandi eventi.
Sono fiabe colte articolate come racconti d’avventura, con fanciulle in pericolo ma anche donne sagge che le accolgono e le salvano. Gli uomini non hanno un grande coraggio e neppure sono importanti.
Una che erroneamente l’editrice Malipiero ha inserito nel volume Tutte le fiabe di Perrault è La cerva nel bosco, un’intricata storia d’amore e di formazione.
“La cerva nel bosco”: trama della fiaba
Ecco la trama. Un re e una regina non hanno figli; quest’ultima si reca a una fonte da cui esce un grosso granchio che è una fata - la fata della fontana - che promette alla regina la nascita di una figlia. Questo avviene e i regnanti invitano tutte le fate tranne quella della fontana, che giura vendetta alla piccola e la condanna a morte. Per evitare una tragedia, la fata Tulipano tramuta la condanna a una quindicinnale segregazione. I genitori della bambina Desiderata (così si chiama la principessa) fanno costruire una dimora senza porte né finestre in cui porre la figlia, che viene sorvegliata da due damigelle, Violaciocca e Lungaspina, una buona e l’altra cattiva. Passano gli anni e si avvicina il quindicesimo compleanno, mentre in un regno straniero un principe, a cui hanno fatto vedere il ritratto di Desiderata, si strugge per lei; anche lei vede un ritratto di Guerriero e se ne innamora.
Il principe rompe il fidanzamento con la principessa Nera di Etiopia, che è nipote della fata della fontana, la quale giura vendetta a Desiderata. I genitori di quest’ultima fanno costruire una carrozza senza porte né finestre, che è sorvegliata da Violaciocca, Lungaspina e la madre di questa.
Lungaspina, invidiosa della principessa e innamorata del principe, apre la finestra e subito la principessa si trasforma in una cerva, mentre gli occupanti della carrozza cercano la figlia del re. La cerva è intelligente e si avvicina a Violaciocca, che intuisce la natura regale dell’animale e lo protegge. Nel frattempo il principe Guerriero e il suo amico Beccafico vanno a caccia e incontrano Violaciocca e la cerva. Guerriero cerca di uccidere la bestia, ma Beccafico, innamorato di Violaciocca, glielo impedisce.
I due arrivano in una casetta dove sono presenti la damigella e la mutata principessa. Seguiranno altre avventure manovrate da Lungaspina, ma alla fine, dopo una serie di peripezie, i due giovani si ritrovano e si scopre l’inganno di Lungaspina e di sua madre, che vengono esiliate.
“La cerva nel bosco”: le numerose tematiche della fiaba
La fiaba è molto lunga ed è strutturata in modo teatrale, viste le numerose scene di travestimento e riconoscimento. L’atmosfera è fantastica e delicata, tipicamente cortese. Ma quelli che sono interessanti sono i temi che travalicano la fiaba tradizionale, come, ad esempio, la gelosia e l’invidia, che distruggono la vita di tutti, soprattutto di chi le prova. Lungaspina fa di tutto per sposare il principe, ma non si può costringere un altro ad amarti e non si può vivere la vita di un’altra persona. D’altro canto l’invidia fa parte anche delle fate come quella della fontana, che cerca di rovinare la vita altrui in parte riuscendoci.
Interessante la tematica dei matrimoni combinati, purtroppo reali nelle famiglie altolocate. I padri e anche le madri controllano i figli e le figlie per vantaggi politici ed economici, ma l’amore è più forte di tutto. Ci sono anche le barriere sociali: Lungaspina è una cameriera e non può aspirare alla mano di un re, nonostante gli intrighi, mentre è da approvare il rapporto tra Violaciocca e Beccafico, che sono rimasti nell’ambito della loro classe sociale e perciò sono felici.
Sono presenti la devozione e l’amicizia, che alla fine fanno trionfare l’amore e la giustizia. Non c’è spirito di vendetta nella fiaba perché Guerriero e Desiderata perdonano i loro nemici disinnescando ogni rivalsa.
E il tema della trasformazione che simboleggia il passaggio dall’adolescenza all’età adulta della vita, a cui si perviene attraverso prove e difficoltà che maturano le persone.
In conclusione una fiaba che ha le caratteristiche del romanzo e del teatro come si conveniva alla corte del re Sole e di Mme d’Aulnoy, anche lei con una vita appassionante. Come si dice, l’arte è vita, la vita è arte e durante il Barocco questo è stato il pensiero dominante. Una scrittrice dunque da riscoprire.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “La cerva nel bosco”: la fiaba di Mme d’Aulnoy su amore e vendetta
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