

È il 31 luglio del 1826. Nella piazza antistante il Mercat Central di Valencia la folla è pronta ad assistere al macabro spettacolo teatrale organizzato dalla curia vescovile della cittadina spagnola, un deterrente messo in scena per combattere ogni possibile forma di eresia.
Alle 12 in punto, davanti al suo principale accusatore nonché giudice, il vescovo Simon Lòpez Garcia, sale sul patibolo il maestro elementare Cayetano Ripoll, reo di essersi allontanato dalla ferrea disciplina morale imposta dalla Chiesa spagnola. Prima di esalare l’ultimo respiro, l’eretico quarantottenne ebbe la forza di proclamare a gran voce la propria innocenza e la crudeltà dei suoi carnefici.
L’Inquisizione: una secolare scia di sangue e crudeltà
Terminava con l’impiccagione e il successivo rogo del maestro spagnolo la lunga stagione nera dell’Inquisizione; la scia di sangue e di crudeltà, che avevano contraddistinto l’operato dei giudici e dei tribunali religiosi, sarebbe cessata definitivamente con il decreto emanato da Maria Cristina di Borbone nel 1834 e la relativa abolizione dell’Inquisizione spagnola.
Se ancora oggi è controverso il numero delle vittime della caccia alle maghe, alle streghe, agli eretici e a tutti coloro che si mostravano titubanti davanti alla rigidità di una religione imposta con la forza, è ben chiaro che la vasta crociata contro i miscredenti ebbe proporzioni enormi.
Furono maggiormente le donne a essere l’obiettivo di una guerra che ebbe la sua espressione più alta con la pubblicazione del Malleus Maleficarum dei domenicani Heinrich Kramer e Jacob Sprenger: un vero e proprio manuale, dato alle stampe nel 1487, nel quale si davano precise indicazioni su come individuare le streghe, le maghe e gli stregoni ma soprattutto come agire nei loro confronti fino a condurli verso la liberazione del corpo.
Ipazia e Giovanna D’Arco: la campagna di odio della Chiesa
I roghi che divamparono in Europa dalla fine del Medioevo, con un culmine nel Rinascimento, avevano avuto un precedente storico con la condanna e l’uccisione sul rogo di Ipazia d’Alessandria nel 415: il suo principale accusatore, il vescovo Cirillo, non aveva esitato a mettere insieme un castello di accuse contro la filosofa e studiosa, arrivando a incolparla di atti magici e stregoneschi.
La condanna al rogo della donna segna l’avvio di una campagna di odio che si consuma soprattutto nei confronti del mondo femminile, arrivando a colpire anche chi – in giovanissima età – pareva mostrare atteggiamenti contrari alla dottrina. Terminano la loro esistenza terrena le curatrici, le esperte di erbe e medicamenti, così come vengono torturate e uccise le studiose e le adepte delle arti alchemiche e della Grande Opera. Dissenzienti e coraggiose, come Giovanna D’Arco, vengono sacrificate tra le fiamme e condannate da una Chiesa che tardivamente le reputerà innocenti e sante.

Recensione del libro
In nome di Ipazia. Riflessioni sul destino femminile
di Dacia Maraini
“Maghe e streghe d’Italia” di Pierluigi Serra


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Il giornalista e scrittore Pierluigi Serra, nel suo ultimo libro Maghe e streghe d’Italia, traccia un quadro storico tutto al femminile volto a dare una dignitosa giustizia a tutte coloro che subirono le angherie dei tribunali inquisitoriali.
Un viaggio in un’Italia, tra borghi e grandi città, alla scoperta di personaggi noti o poco conosciuti della nostra storia. È lo spunto per comprendere un fenomeno storico che per molti versi è ancora da indagare in pieno: basta pensare alla perdita di documenti e di atti inquisitoriali, molti dei quali riportavano nomi e date di persone condannate. Come nel caso della distruzione dei registri avvenuta il 27 marzo del 1783 a Palermo, ordinata da Ferdinando di Borbone: un rogo che pone fine allo strapotere dell’Inquisizione nel Regno delle Due Sicilie.
Altri e imponenti falò divamparono in Italia disperdendo, come nel caso di Milano, la memoria di quante vennero sottoposte a tortura e condannate alla pena capitale.

Recensione del libro
Maghe e streghe d’Italia
di Pierluigi Serra
Urla di donne che risuonano ancora oggi
La macchina inquisitoriale, nell’arco di quasi quattrocento anni di attività, divenne una potenza oscura e temuta: una vera e propria Chiesa dentro la Chiesa, capace di operare oltre i limiti del potere temporale grazie anche alle numerose bolle papali emesse da Roma a condanna delle arti magiche.
Persa la memoria di migliaia di nomi restò, soprattutto nelle piccole comunità, il ricordo di curatrici e di donne in grado di alleviare sofferenze grazie alla conoscenza di erbe e medicamenti. E le streghe, le donne che molta storia ha delineato come esseri malvagi, forse rivivranno un nuovo ruolo benefico e salvifico.
Francia, Germania, senza escludere le atrocità perpetrate nel Nuovo Continente, diventano il triste teatro di atrocità che non risparmieranno ceto sociale o età, andando anche a colpire bambine accusate di essere in combutta con il diavolo.
Neppure le lacrime e le urla delle torturate muoveranno a compassione i carnefici: si studieranno, come in Olanda, esecuzioni tra le acque o - come nell’oltralpe francese - il seppellire vive le presunte streghe. Urla che risuonano ancora: il perché di tanto accanimento rimane fisso nella coscienza collettiva, tra la follia, la sete di potere e la perversione umana.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’Inquisizione e la caccia alle streghe
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Grazie a Pascale V. per questa analisi attenta dei fatti che hanno coinvolto le Donne incolpate ingiustamente di stregoneria e di magia. Una persecuzione che non ha nessuna giustificazione se non la misoginia di un ceto religioso incapace di rapportarsi con chi aveva un credo differente. Donne magiche e capaci di curare con le erbe, Donne tratteggiate come mostri in grado di uccidere con uno sguardo o con una pozione. La storia le ha raccontate in maniera distorta.
In un mondo in cui tutt’oggi si perpetrano atrocità questo periodo storico che va dal medioevo al rinascimento e’ segnato con i tribunali dell’inquisizione da violenza inaudita perpetrata dalla folllia di voler sopprimere, soprattutto donne,delle persone diverse dagli stereotopi dell’ epoca assurgendone di macchiarsi con arti magiche.In questo frangente dove regnava il terrore per cui erano sufficienti avere gli occhi azzurri per finire al rogo,vigeva una campagna d’odio che poteva essere dettata solo perché si poteva essere diversi da parte del vicinato quindi magarii non radicati nella società o poveri quindi da eliminare o anche per mire talvolta passionali e quindi veniva desiderata sciaguratamente l’ eliminazione delle vittime.Ma mi chiedo davvero questa società arcaica dove chi e’ diverso venga eliminato, e’ terminata?Con molta umiltà non penso che sia così, l’ignoranza di cui si coprono tante persone e’ un manto oscuro su tanta violenza dal femminicidio all’omofobia al razzismo al trovare il diverso ,il fragile, il povero, come dire quanta violenza sotto questo cielo,ma da buona ottimista credo negli esseri umani ,perché dai nostri progenitori preistorici,essi sono stati sempre alla ricerca nel provare a sciogliere i nodi delle barbarie e ogni qualvolta che la storia viene insanguinata da orrori arriva puntuale una nuova primavera e per cio’ l’ umanità e’ davvero un grande dono.