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Recensioni di libri

Missione Saint Lawrence di Ezio Capello

Magenes, 2019 – Cosa ci fa un sommergibile nazista sul fondo di un affluente del San Lorenzo in Canada? Nuova avventura della giornalista e fotografa Sarah Powell in un romanzo storico del viaggiatore, esploratore e scrittore torinese.

Felice Laudadio
Felice Laudadio Pubblicato il 05-07-2021
Missione Saint Lawrence

Missione Saint Lawrence

  • Autore: Ezio Capello
  • Genere: Romanzi e saggi storici
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Anno di pubblicazione: 2019

“Missione compiuta. Ho notizie molto interessanti”.

Il messaggio del sommergibile U-38 è diretto al comandante in capo della Marina militare tedesca, l’amm. Raeder. Firmato Reinhold Gruhn, capitano di vascello al comando del battello della flotta sottomarina del Reich. Nasce da quelle scarne battute trasmesse in codice, il mistero che uno scrittore di avventura di lungo corso come Ezio Capello ha reso protagonista di un romanzo avvincente, Missione Saint Lawrence, pubblicato nel 2019 dall’editoriale Magenes (Milano, 266 pagine), tagliato su misura per gli appassionati di historical thriller e non solo.

Classe 1934, torinese, Capello scrive con successo dal 1972. E quanto scrive! Decine di titoli, soprattutto d’azione. E come scrive! Di getto, spontaneamente e semplicemente. E racconta di grandi spazi e di piccoli eventi dimenticati, che tornano attuali. Ricorre dopotutto nelle sue storie quello che ha intensamente vissuto e conosciuto: montagna, sfide, alpinismo, prima di scoprire i viaggi, il mare, il deserto, il mondo.

In alcuni dei suoi romanzi, la proiezione di Ezio è la giornalista e fotografa Sarah Powell, della redazione del National Geographic. Viaggiatrice ed esploratrice, esperta di fauna selvatica e conoscitrice appassionata della seconda guerra mondiale su tutti i fronti, è il personaggio seriale dei titoli più recenti dello scrittore di fantastoria.
In questo, prima di Powell si fa avanti il comandante Gruhn. Le sue capacità non sono sfuggite all’amm. Raeder, che ha preteso di farsi assegnare l’ottimo ufficiale sommergibilista e il suo U-Boot, distaccandoli dagli altri sottomarini. Quelli attaccano in gruppo lo stesso convoglio alleato nell’Oceano, “a branco di lupi”. L’U-38 invece opera da solo e in segreto, al servizio del capo di Stato Maggiore della Reichsmarine.

Di ritorno a Wilhelmshaven dall’Atlantico del Nord, Gruhn riferisce a Raeder del comportamento singolare di grandi bombardieri alleati. Volano in cerchio sopra un territorio canadese desolato, nella zona del fiume Saint Lawrence, molto interna rispetto alle coste oceaniche e priva di presidi militari e postazioni di radar. Un luogo isolato, comunque legato con ogni evidenza ai velivoli che portano la morte sulla Germania. C’è una base in quell’area tanto remota e va fatto di tutto per ridurre il pericolo delle fortezze volanti, che bombardano notte e giorno le città tedesche. Occorre agire, sfruttando un avvistamento insperato.

Qualche decennio più avanti, nel 1980, Sarah Powell è a Yakima, nello stato di Washington e viene coinvolta con tutta l’attrezzatura fotografica nella violenta eruzione del vulcano St. Helens. Non è il magma a investirla, ma la colonna piroclastica che dopo essersi elevata nell’atmosfera collassa al suolo spargendo polvere tossica. La inspira e finisce in ospedale. Ma niente di grave. Meglio così, visto lo stato interessante (aspetta un bambino, anche se non ha reso pubblica la notizia).
Più a nord, nello Stato canadese del Québec, un vecchio pescatore si appresta ad affrontare un pesce gigante. Mai visto un metro e mezzo di sagoma sfilare sotto la sua barca, nel fiume Saguenay, che si versa nel grande San Lorenzo.
È così che un amo resta impigliato a qualcosa che lo trattiene al fondo. Il nipote Claude si immerge e scopre la sagoma di un cannone, con l’estremità protetta da un cappuccio di tela. Un’arma moderna, non certo risalente all’epoca della conquista francese di quelle terre, quasi tre secoli prima.
Stupefatto, il giovane accerta che si tratta del pezzo di un sottomarino tedesco della seconda guerra mondiale. A bordo nessuno, nemmeno cadaveri. Un portello è spalancato a poppa, l’equipaggio deve avere abbandonato il battello dal boccaporto.

Ma cosa ci faceva un micidiale U-Boot a tanta distanza dall’Atlantico? Oltre cento chilometri, ben all’interno rispetto al Saint Lawrence, di cui il Saguenay è affluente.
L’unica ragione che possa avere attirato da quelle parti un’unità da guerra è la base aerea in cui si addestravano i piloti e gli equipaggi del grandi bombardieri, che non vedevano l’ora di andare in Europa a gettare i micidiali confetti in testa a Hitler. Ma non risulta che la base sia mai stata attaccata dal nemico. D’altra parte, dove sono finiti i marinai tedeschi del sottomarino, se non hanno lasciato traccia da nessuna parte, a memoria di canadese?

Nonno Renè e il nipote non possono fare granché da soli, ma ricordano un articolo del National Geographic sulle imprese dei leggendari U-Boot che minacciavano le rotte dal Nord America alla Gran Bretagna, essenziali per sostenere la guerra in Europa contro il nazismo. La firma dell’autore dell’inchiesta giornalistica è Sarah Powell. Ecco la persona che fa al caso loro, una donna bellissima e anche molto coraggiosa, ne hanno parlato al telegiornale da poco, è finita nella nube del Saint Helens per l’abitudine di andare a esaminare da vicino l’oggetto delle sue inchieste.

Con tutti i misteri ai quali si è accennato, la curiosità dei lettori starà montando. Sta di fatto che non abbiamo tradito nessun segreto, non abbiamo rovinato l’attesa che Capello riesce a far crescere sapientemente, nello sviluppo della trama.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Missione Saint Lawrence

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