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Recensioni di libri

Mattatoio N.5 o La Crociata dei Bambini di Kurt Vonnegut

"Tra le cose che Billy Pilgrim non poteva cambiare c’erano il passato, il presente e il futuro." Vonnegut usa la sua esperienza ed un espediente narrativo ben congegnato per dipingere una forte critica alla guerra in tutte le sue forme. Prigioniero dei nazisti fu testimone della distruzione di Dresda da parte degli alleati...

Piero Mariella
Piero Mariella Pubblicato il 27-05-2009

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Mattatoio N.5 o La Crociata dei Bambini

Mattatoio N.5 o La Crociata dei Bambini

  • Autore: Kurt Vonnegut

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Protagonista di “Mattatoio N.5 o La Crociata dei Bambini” di Kurt Vonnegut è Billy Pilgrim, il prototipo dell’americano medio, il classico uomo qualunque. Un uomo qualunque con una peculiarità: quella di poter passare da una dimensione spaziale e temporale ad un’altra.

Così, il modesto ottico Billy Pilgrim viaggia nel tempo e nello spazio ritrovandosi ora in una Dresda flagellata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale ora sul pianeta Tralfamadore, dove viene esposto come esemplare della razza umana. La sua capacità di avere una linea temporale e spaziale visibile nella sua interezza e l’impossibilità di poter agire in maniera ponderata su questi salti fanno di Billy Pilgrim un novello Forrest Gump, un pellegrino (riprendendo il suo nome) che guarda alla vita con occhi di fanciullo.

Vonnegut usa la sua esperienza ed un espediente narrativo ben congegnato per dipingere una forte critica alla guerra in tutte le sue forme. Prigioniero dei nazisti fu testimone della distruzione di Dresda da parte degli alleati, un bombardamento che rase al suolo una delle più belle città della Germania e che causò più di 20.000 vittime.
Il linguaggio semplice e la struttura a scacchiera della narrazione accompagnano il lettore e lo disorientano, facendogli vivere in un certo modo lo stesso smarrimento del protagonista. Il viaggiare nel tempo senza un particolare schema prestabilito e gli accadimenti narrati con bizzarrìa e senza un ordine sono contornati poi da un sottile umorismo alle volte nero e grottesco, ma mai banale, mai casuale.
L’unica cosa banale, priva di un qualsiasi raziocinio o di una qualsivoglia forma di logica, resta la guerra.

"Tra le cose che Billy Pilgrim non poteva cambiare c’erano il passato, il presente e il futuro."


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Mattatoio N.5 o La Crociata dei Bambini

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Commenti: 1

  • Andrea Coco
    14 gennaio, 14:47

    Mattatoio n. 5 è un’opera valida nei suoi contenuti che tuttavia dà l’impressione di essere stata male assemblata. Anzi dà la sensazione di trovarsi di fronte a due libri distinti.
    Uno che denuncia l’orrore della guerra e nel caso specifico lo choc provocato da un bombardamento inutile sotto il profilo militare, quello di Dresda, in realtà una vendetta contro i tedeschi che non avevano esitato a suo tempo a distruggere città come Varsavia, Amsterdam o Londra. Con la sola differenza che a Dresda per una serie di fattori si andò ben oltre le peggiori aspettative. Ci fu una vera e propria ecatombe.
    L’altro un romanzo di fantascienza, tipicamente anni 60, dove si mettono alla berlina alcuni comportanti terrestri, si possono vedere i primi segni di quella che verrà definita la relatività culturale, e insieme una interessante analisi sul concetto del tempo, che varia da cultura a cultura. Da pianeta a pianeta.
    Due storie squilibrate fra loro, perché la descrizione della prigionia in Germania è preponderante, in termine di pagine e di accuratezza narrativa, sull’altra parte, quella fantascientifica. Ciò crea un problema di genere in quanto il libro non si può definire prettamente un romanzo di fantascienza, ma allo stesso tempo non è facile a trovare una precisa definizione. Oggi potremmo collocarlo nel genere del fantastico. O della satira sociale.
    In secondo luogo, ci sono i limiti stilistici legati allo stile dell’autore troppo piatto e ad una ironia che alla lunga stanca, come si può notare nella ripetizione ossessiva della medesima frase “Così va la vita”. Una cura maggiore del testo avrebbe legato meglio le due parti fra loro.
    Ma allora come rende questo libro interessante, molto valutato? Sicuramente la testimonianza dell’autore, testimone di una tragedia umana. Invece, il mondo singolare degli alieni spinge a riflettere che possono esistere prospettive diverse sia per quanto riguarda il senso della vita sia della concezione del tempo. Sull’importanza fondamentale del Libero Arbitrio, dove ognuno può scegliere di cambiare il proprio e l’altrui destino, e sull’invito a tenere presente che non si può scaricare la coscienza dicendo che stiamo semplicemente obbedendo a degli ordini. Perché le responsabilità sono individuali come è stato sancito dal Tribunale di Norimberga.
    Personalmente lo consiglierei a chi ama la fantascienza sociale, a chi ama la fantascienza anni Sessanta oppure a chi ama quella letteratura postmoderna tipo Thomas Pynchon (ad. Es. L’incanto del Lotto 49). Per quanto mi riguarda l’ho trovato un romanzo interessante, ma non mi ha conquistato.

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